Percorrevo con un’auto appena prestatami una tranquilla stradina, quando m’avvidi d’una signora che con la testa girata all’indietro stava per attraversare senza guardare. Istintivamente la mano m’andò a schiacciare il clacson, ma … azionai i tergicristalli! Prontamente il piede reagì andando a schiacciare il pedale del freno e lo trovò perché posizionato come nella mia auto abituale. Così potei ridere del fatto che, avevo segnalato “visivamente” il pericolo alla signora che non guardava; se non avessi avuto riflessi pronti avrei maledetto gli ingegneri progettisti , incapaci di valutare il rischio di comandi posizionati a loro arbitrio!
Il governo gli ha dato la patente e i carabinieri si son posti alla guida di una ben rodata Forestale senza aver letto neanche il libretto delle istruzioni, e stanno travolgendo tutto e tutti, senza sapere (o volere) trovare la retromarcia !
Primavera 2015, nei due minuti concessi per l’intervento in Commissione affari costituzionali chiesi alla ministra Madia che m’era di fronte se sapeva che esisteva l’Ufficio biodiversità, cancellando il quale condannava a morte migliaia di animali salvati dalla Forestale nei suoi centri accoglienza e recupero.
Primavera 2017, i generali dei carabinieri scoprono che esistono le UTB (unità territoriali biodiversità) con i loro Centri di recupero fauna selvatica ed intuiscono l’enorme potenziale propagandistico per l’Arma dei progetti educativi nelle scuole e delle visite nei Centri di accoglienza e recupero della fauna selvatica: si è tutti speranzosi quindi che non li cancelleranno, anzi. Poi però, al veterinario, che da sempre si occupa del più grande Centro per la fauna del CFS, “Formichella” sul monte Peglia, nulla è stato comunicato dopo l’accorpamento e l’incarico non gli è stato rinnovato dai carabinieri. Negli ultimi sei mesi sta continuando a curare i selvatici portati al monte Peglia esclusivamente per amore e passione. La sua disponibilità salvifica giorno e notte è ben nota, ma “Formichella” dista oltre un’ora di strada di montagna dal suo ambulatorio in città: quanto tempo e denaro gli costa il suo encomiabile volontariato? E chi e come garantisce l’assistenza veterinaria negli altri Centri del CFS? Forse i carabinieri hanno equivocato sulle parole accoglienza e recupero, non associandole ad animali bisognosi di cure veterinarie prima d’essere rimessi in libertà. Eppure i cittadini sanno da sempre che chi trova un animale protetto ferito deve chiamare la Forestale perché l’ignoranza della legge è una colpa e l’omissione d’ assistenza si prefigura come maltrattamento, penalmente perseguibile.
In aprile alti ufficiali dell’Arma rimangono sbalorditi vedendo cosa sa fare un cane Forestale, ma non si rendono conto che spetta a loro fornirgli addestramento e … crocchette ! forse, riguardo ai nuclei cinofili hanno equivocato sulle parole soccorso e antiveleno, supponendo che i cani fossero usati dal CFS come i gatti a cui si fa mangiare per primi i funghi raccolti da inesperti.
A settembre verrà unificato il Nucleo Investigativo Reati a Danno degli Animali con i Nuclei Investigativi AntiBracconaggio, con semplicistica associazione d’ogni forma di violenza contro gli animali. Tuttavia la specializzazione dei 6 Forestali del NIRDA ha portato ad eccezionali vittorie giudiziarie, tra l’altro contro Marshall, perché riescono a far coincidere la verità processuale con la dimostrazione del reato perpetrato ai danni degli animali, districandosi nelle procure tra mille cavilli procedurali. Eppure se fossero chiamati ad operare appostati per lunghe ore in un bosco o a seguire le tracce di un bracconiere in zone impervie probabilmente, invece di riuscire a liberare gli uccelli dalle reti, cadrebbero loro nella trappola perché conoscenze ed esperienza necessari in natura sono completamente diversi rispetto a quelli necessari per controlli e sopralluoghi in allevamenti, laboratori, zoo. E così anche la strutturazione del NIRDA deve essere ben distinta dall’organizzazione dell’antibracconaggio. Ma i Carabinieri hanno semplicisticamente associato le sofferenze di un domestico violentato per zooerastia o di un esotico schiavizzato nel circo con quelle di un selvatico amputato nell’archetto, pensando che qualsiasi reato ai danni degli animali richieda il medesimo metodo d’indagine e coordinamento !
La diversità tra Arma e Forestale è nella elasticità della forma mentis e le gerarchie militari sono per definizione rigide!
E a proposito di capi, al ministero, dell’agricoltura è andata oltre alla vicecomandante generale del CFS , anche la dott. Angela Farina, referente nazionale degli alberi monumentali, che però solo i forestali presenti nel territorio, diventati ora carabinieri, possono monitorare. Sapranno i carabinieri di dover assicurare questo servizio decapitato della propria dirigente, e di dover supportare i Comuni che hanno l’obbligo, ma non la strumentalità, di censire i patriarchi arborei? Quanti di questi, non inclusi nell’elenco nazionale per inefficienza, cadranno vittime di speculatori?
E a proposito di vittime, sapeva l’Arma che a lei era andato sia il servizio meteomont sia il responsabile nazionale, Vincenzo Romeo? Forse si credeva fosse andato alla Guardia di Finanza con il soccorso alpino? Invece infallibili i quotidiani bollettini delle ore 14 su innevamento e rischio valanghe sono stati emessi dal 1 gennaio proprio dall’Arma, tanto inconsapevole ed ignara da non provvedere ad allertare il sindaco di Farindola e i soccorsi per la slavina a Rigopiano. Forse l’Arma non ha letto e tratto conclusioni in proposito all’elenco delle stazioni di rilevamento meteomont tra cui c’è proprio Farindola e in merito al relativo bollettino del giorno prima della valanga a Rigopiano e al bollettino del 18 gennaio antecedente qualche ora la tragedia, in entrambi i quali veniva indicato un grado di pericolo 4 su una scala da 1 a 5: “Strati di neve fresca asciutta a debole coesione su strati debolmente consolidati. Il manto nevoso è debolmente consolidato e per lo più instabile su tutti i pendii ripidi”. Negli annali dell’ Arma Carabinieri si potrà ascrivere la tragedia causata da valanga più grave avvenuta in Italia da un secolo esatto,dal 1916 ed esattamente allo scadere del gennaio 2017 quando l’Arma accorpa la Forestale. Ma non si poteva pretendere che, avendo assunto le funzioni della Forestale da 18 giorni, l’Arma già sapesse cosa e come gestire! Giudicherà la magistratura e perdoneranno le vittime travolte dal cambiamento e dalla neve?
Intanto è già Storia che di quanto la Forestale non s’è fregiate nei suoi 194 anni, l’Arma è già artefice in sei mesi !