I SAPUTI

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I SAPUTI

Roberto Labanti – le versioni francesi sono state studiate da Véronique Campion-Vincent a cavallo del 1990, mentre Paolo Fiorino ha studiato il versante italiano (e la leggenda ha dato il titolo al suo primo libro: “La famosa leggenda delle vipere volanti e altre leggende metropolitane dell’Italia d’oggi”,1994). Per il Centro per la Raccolta delle Voci e Leggende Contemporanee (Ceravolc)  di Alessandria, stiamo cercando di ricostruire (da qualche tempo, avendone avuto notizia per la prima volta nel 2000) la storia di quella versione della voce, sostanzialmente coeva a quella del lancio da elicotteri (recuperando, ad esempio, una riproduzione di una copertina della Domenica del Corriere) con documentazione relativa alla seconda metà degli anni ’70.


Leonardo Gelli – La leggenda esiste anche in altri paesi (es. Francia) e talvolta sono stati ritrovati cartelli con la scritta “attenzione lancio vipere in corso”, probabilmente installati da tartufai che volevano tenere alla larga la concorrenza. Per lo meno questa è un’ipotesi. Sul Monte Pisano, dove la vipera non è presente, gli anziani del posto sostengono che “non c’ha attecchito perché quando le lanciavano dall’elicottero cadevano sui sassi e morivano”…. 🤣

Fabio Crescenzi – Si si, dalle mie parti si diceva che la Forestale con gli elicotteri lanciasse nei boschi le vipere e sui monti i lupi…. per la diversità… 
Mario Ferraguti – ISTRUZIONI PER COSTRUIRE UN ANIMALE FINTO NELLA TESTA DELLA GENTE: IL LUPO
1) Continuare a dire che è stato reintrodotto. Quindi, così come qualcuno l’ha messo, si può togliere. Han reintrodotto lupi diversi, ibridi, extracomunitari.
2) Utilizzare sempre verbi e perifrasi estreme: al semplice “mangia” preferire un “divora”, “dilania”, “riduce a brandelli”. Il lupo non si muove, “si aggira” e “scende dai monti spinto dai morsi della fame”. E’ sempre affamato, descriverlo come uno stomaco vagante.
3) Creare panico. Vanno benissimo frasi tipo: “la situazione è fuori controllo”; “non siamo più tranquilli”; “la situazione è sfuggita di mano”; “prima o poi ci scappa il morto”; “finiti i cani, cominceranno con i bambini”
4) Suggerire una reazione senza giustificarla del tutto. Come: “prima o poi qualcuno si farà giustizia da solo”; “gli abitanti sono stanchi di avere paura”.
5) Continuare a dire che ce ne sono troppi. Che si vedono tutti i giorni, che il loro numero è abnorme, che sono ovunque.
6) Farli sembrare molto più grandi. Per esempio suggerire un peso: va benissimo 50 chili.
7) Continuare a scrivere che sono vicini in modo da dare l’idea di un vero e proprio assedio: lupi in città, nelle case, nei cortili, vicino alle scuole, ai centri sportivi, agli ospedali.
8) Descrivere come cosa straordinaria e raccapricciante eventi naturali. Per esempio: un lupo sbrana un capriolo. Se non basta aggiungere sempre “vicino alle case”. Fa più effetto.
9) Continuare a insistere che sono ibridi. E quindi più pericolosi perché non hanno paura dell’uomo. Il lupo ibrido dà l’idea del diverso, di qualcosa da togliere. Quindi, da ora, qualsiasi lupo è ibrido.
10) Ribaltare in negativo molte cose che potrebbero essere positive. Per esempio; il lupo divora cinghiali e caprioli.
11) Dargli colpe che non ha, tanto la gente è stupida e crede a tutto. Per esempio: il lupo divora le patate e distrugge i campi seminati. Provoca incidenti; ecco, questo senz’altro.
12) Non prendere mai posizioni dirette ma utilizzare “dicono”, “è opinione diffusa”, “gli abitanti si lamentano”. Questo serve anche a illudere che ciò che si scrive è condiviso da una comunità o da più persone.
13) Intervistare sempre quelli che confermano tutte le cose scritte finora, Dare anche voce però agli esperti veri, ogni tanto (molto poco), Questo serve per ribattere alle accuse di essere di parte.
14) Creare finti incidenti a cui tanto la gente crederà. Per esempio un agricoltore assalito dal lupo che si è salvato lanciandogli mazzette e giratubi (scrivere che si era certi che fosse un lupo perché ululava), un altro che è sopravvissuto grazie al badile e un allevatore a cui il lupo… non so, facciamo che gli ha scucito i pantaloni.
15) Descrivere il lupo come un limite: per gli allevatori, i cercatori di funghi, gli escursionisti, i proprietari di cani.
16) Recuperare tutte le credenze antiche. Sono già lì, dentro nella testa, basta solo un cenno.
Come lettura consiglio i principi della propaganda nazista di Goebbles; ci sono le stesse cose. Tra gli altri: “una menzogna ripetuta sul giornale diventa realtà”.

Lazzaro Manlio Detti – Io aggiungerei che il lupo cattivo mangia tutti i bambini come ha fatto con Capuccetto Rosso!!!
Progetto LIFE WolfAlps – E tu passi degli anni a lavorare su una specie per capirne la biologia e l’etologia, per monitorarne la popolazione e fornire alla collettività i dati scientifici indispensabili per decidere in modo ponderato quale ipotesi di gestione avallare. E poi arriva il Grande Cugino – signore delle frasi fatte e del sentito dire – e dice che “non è vero”. Tu che hai studiato una vita intera devi (giustamente) dimostrare la solidità di ogni virgola che affermi, lui no. Lui può mentire impunito, talvolta coinvolgendo enti e istituzioni pubbliche. E così le bufale mettono le ali. FLAP FLAP. La reintroduzione del lupo. FLAP FLAP. I lupi del Canada in Val Varaita (CN). FLAP FLAP. E noi dal basso a cercare di abbatterne qualcuna. Una fatica contraerea quotidiana.

Marco Valvassori – Ma magari se facciamo fuori tutti i lupi e tutti gli orsi eliminiamo il problema alla base.

Alessandro Bottacci – Come eliminando tutti gli alberi risolviamo il problema degli incendi boschivi.
Ai CC penso che il lupo non interessi un granchè.

Antonella Giordanelli – gli alti ufficiali CC messi ai vertici del CUTFAA credevano che il lupo fosse grosso quanto un orso e scambiarono per un passerotto il rondone che imbeccavo nell’imminenza dell’involo… mai avrei creduto di dover interloquire nella tutela della fauna con gente in divisa stando attenta ad essere convincente senza mortificare l’interlocutore per la sua ignoranza. In genere cerco di dare informazioni basilari nel mentre mi porgo: così feci con un macellaio quarantenne chiedendogli quaglie fresche per nutrire un falco impallinato. Lui si sdegnò contro gli sparatori e mi disse che era cresciuto in montagna e conosceva bene le poiane tanto che con la mano ne accennava la grandezza per cui partendo da terra risultavano alte un metro (!). Pensai che si confondesse con le aquile e specificai che il falco da me assistito era un gheppio, grande circa quanto un piccione. Lui insistette col termine poiana, accalorandosi: una volta suo nonno aveva dovuto sparare ad una poiana che stava predando sull’aia il suo cane coker !!! Provai ad insinuargli che forse il nonno aveva voluto prendersi gioco della credulità del nipotino, senza voler adombrare che il quarantenne macellaio aveva mantenuto (Santa Pupa lo protegga!) lo stesso candore del fanciullino pascoliano. Fu lui però a voltarmi le spalle con aria di commiserazione per una donna (!!!) per di più cittadina e vegana! Mi chiesi se il buon macellaio, educato dal caro vecchio bracconiere, pensasse che le vacche nella loro vita producono continuamente latte e che non ci fosse alcun nesso tra la carne d’agnello e di vitellino del suo reparto e i formaggi esposti nel bancone di fronte. Purtroppo il ruolo di maestrina è inevitabile per chiunque sia dotato di quel minimo d’intelligenza che porta ad acquisire le nozioni fondamentali indispensabili nella vita sociale. Mi spiace che alla lunga risulto ostica nel mio repetita a vecchi carabinieri ai quali subito esposi la necessità di approvvigionarsi d’insalata per le tartarughe con frequenza maggiore che mensile e d’ approfittare dei mesi di letargo per predisporre la tutela degli orsi a biglie ferme, convinti che la loro elefantiaca struttura giustifichi immobilità di mente e d’azione. Ah magari avessero la dinamicità intellettuale ed operativa di un branco matriarcale di pachidermi!!!!!!

 








LO STATO FORESTALE ITALIANO

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Carmelo – Cesare Patrone e Tullio del Sette sono stati insigniti a Firenze , presso la sede dell’Accademia Forestale, come soci onorari dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali dal suo presidente prof. Orazio Ciancio , in occasione della giornata internazionale delle foreste.
Mumble mumble… il primo è un ingegnere, il secondo è laureato in legge.
Il primo ha lasciato distruggere il Corpo forestale dello Stato, il secondo ha fatto piantare due sequoie a Casale Renzi in Roma.
🤔 Sequoie?
Giganti autoctoni di questo areale. 🧐

Monia – e perché non due baobab??

Antonella – ma perché i baobab sono pericolosi: possono mordere

Monia – Se faccio seccare tutte le piante di casa, ho qualche speranza anch’io di diventare socia onoraria?

Angela – Le mie sono già tutte secche… proponetemi per l’encomio solenne

Rossano – Mettiti in fila. Il prossimo socio è Attila..

Alessandro – la votazione funziona così: il consiglio dell’Aisf prepara una lista di candidati e la invia si soci ordinari, ogni socio cancella dalla lista quelli che non vuole, alla fine passano quelli con più voti.
Purtroppo diciamo che è stata una scelta non proprio felice in questo momento.

Carmelo – Quella di piantare le sequoie?

Antonella – è giusto nella giornata delle foreste dare dignità a funghi e muffe del sottobosco, del resto l’8 gennaio il prof. Ciancio aveva firmato a Del Sette un assegno postdatato, ops un protocollo d’intesa. Ahh……accademie………….. accademici………………..e accademiate !!!!!!!!!

Giorgio – Veramente non è una “scuola”, è un’associazione culturale e scientifica riconosciuta dal ministero dei beni culturali. Chi sta dentro decide chi entra….

Roberto – Sarebbe come assegnare il Nobel per la pace a Kissinger o a Simon Perez o…
ops…

Arianna Castello – Uscendo da lavoro mi sono trovata di fronte a questo scempio…la sensazione di vuoto e subito la domanda…”ma perché??” Guardate la solitudine dell’altro albero..gli hanno ucciso il compagno della vita…da posto romantico a posto di solitudine..

Lucina Lanzara – Sconvolgente ….. sembra che sanguini…… non ci sono parole…..

Vladi Fais – il regolamento comunale di Palermo, giustamente e chiaramente non entra nello specifico delle singole essenze, dà delle indicazioni di carattere generale, nel caso della pianta in questione, ficus elastica anche classificata come ficus magnoloides, essendo pianta che produce ” radici aeree ” ( quello che possiamo vedere meravigliosamente a piazza marina, dai rami che si sviluppano in orizzontale o con varia inclinazione, scendono al suolo delle radici che toccano il terreno, lo bucano e attecchiscono e nel tempo accrescono il loro diametro diventando veri e propri tronchi o colonne portanti tramite le quali l’albero può svilupparsi in orizzontale ) quindi nel caso di pianta che produce e sviluppa radici aeree non ha senso parlare di nessun tipo di potatura di formazione ! unici interventi ammissibili tra quelli riportati nel suddetto regolamento sono quelli di rimozione delle branche secche o eventualmente pericolanti , cosa che nel caso dell’elastica, che come dice anche il nome è….elastico 😉 quindi non tende a spezzarsi… pericolo di crollo ??? (prima hanno detto che erano caduti rami adesso la fessura.
Ma di cosa stiamo parlando????) …… dalla sezione dei tronchi non mi sembrano malati , marci fradici da fare temere un crollo….1000 possibilità volendo….si poteva cinturare con una fascia metallica e puntellare ma qualora un esame serio avesse detto che era pericolante ma credetemi non lo era…quell’albero questo povero meraviglioso albero scoppiava di saluteeeeeee !!! IN CHE CLASSE DI CPC ERA STATO POSIZIONATO ? le classi di cpc sono 5 ” classi di propensione al cedimento stabilite dalla società italiana di arboricoltura…… è stata fatta una valutazione del genere ? E’ stato almeno applicato il protocollo VTA ( Visual Tree Assessment ) ??? ma dicono vero ???

Brada Tedeschi Guerriero – No non e’ vero io ho visto un moncone integro. Tra l ‘altro prima hanno detto che erano caduti rami adesso la fessura. Ma di cosa stiamo parlando???? Ma a giudicare dai numerosissimi tagli effettuati il verde palermitano, ammesso sia vera la storiella non gode di una buona salute.Non sarebbe il caso di far intervenire oltre il boia il medico?

William Formicola – ….un tronco del genere ben piantato era a pericolo di caduta…..???????

Michele Gallo Ricovero – Più che una potatura ho l’impressione che sia un lavoro propedeutico alla successiva estirpazione, occhio che di notte e notte lo fanno sparire, spero di sbagliarmi

Ettore Rapisarda – Ci sono persone valide che saprebbero potare senza fare questo scempio. Cioè toglierlo.Con un altro albero il problema rimarrà uguale. Non lo hanno controllato in passato. Le potature ad un albero cittadino,si fanno per rendere più forti i rami. È una arte la potatura che viene fatta da persone specializzate. Ma autoreggenti? Basterebbe eseguire una potatura annuale di contenimento. I pali ester dopo non serviranno. Accorciare i rami secondari ogni anno,si rafforza quello portante,primario che reggerà tutto benissimo. È difficile spiegarlo qui. Ci vogliono lezioni tenute da esperti.

Ettore Rapisarda – Si,infatti. Abbandonati e quando il vento spezza un ramo li tolgono? Ciò che appare ovvio,cioè una manutenzione sistematica,diventa un togliere per rimettere altri. Il problema rimane uguale. Anche agli altri alberi si spezzeranno i rami. È così difficile comprenderlo? Un albero centenario non ha lo stesso valore di uno piccolo che dovrà crescere. (Io sono giardiniere e ho sempre visto la manutenzione carente negli alberi comunali.)

Bruno Cirrone – si ma c’ è la via di mezzo tra le non potature e l’abbattimento! Esistono le potature mirate ed intelligenti per salvare i nostri alberi e tutelare le persone. E’ come uccidere un grande elefante…. Guardate tutti cosa hanno appena tagliato al Foro Italico di Palermo!!! Un albero monumentale ed uno dei più belli di Palermo! Qualcuno dice era caduto un ramo…Non si poteva salvare almeno in parte?

Vincent Cannella – È uno schiaffo alla vita

Gianmaria Vancheri – In tutte le città civili si piantano alberi per far sì che crescano enormi e con le loro fronde diano ombra, ossigeno, profumo, proteggano dalle polveri. A Palermo si odiano gli alberi grandi, basta vedere come li pota il comune: tronchi enormi mutilati lasciando 4 foglioline. Potature fino alla morte per poi estirparli e sostituirli con piccoli arbusti rachitici. Vergogna.

Emanuele Cabriolu – Stesso problema di altre parti: cade qualche foglia ed ecco ci si precipita trincerandosi dietro una presunta pubblica incolumità con una destrezza impressionante come nelle condanne a morte più efferate; nessun accorgimento, tutto ci è dovuto: aria, spazio, traffico, abitazioni per cui alla fine ci si sorprende se sparuti alberi soffocati dal cemento su improbabili cordoli come equilibristi del circo cadono o perdono stabilità o pure stremati dalla siccità o dalle condizioni estreme perdano foglie o rami secchi, sia mai, cadranno a morte senza il beneficio di un po’ di spazio o acqua; perché poi chi ci amministra non è più sensibile dei suoi concittadini al verde pubblico, visto non come di tutti, ma di nessuno.

Mari Caro Valgua – Ma che cazzo stanno facendo in ‘sta città..ma che problemi hanno con questi alberi? Era l?’unico bello ad avere terra in abbondanza sotto di sé..l’ unico ad offrire la sua ombra sulla panchina..ma sono degli idiotiiiii

Rosi Lima – Ci sarà qualcuno veramente malato, al Comune di Palermo!!!…..
Così come ai tempi del sacco di Palermo, c’era qualcuno altrettanto malato che odiava il centro storico con palazzi e palazzine, bei viali, e tanto verde……!!!

Rosario Sanfilippo – Questa città viene continuamente violentata da questi burocrati che ci privano di queste meraviglie senza pensarci un attimo. È uno schifo io non mi vergogno di essere palermitano, mi vergogno di essere governato da questa amministrazione che pensa solo a fare cassa.

Gianmaria Vancheri – Quello degli alberi ê un grosso business. Si pagano le parcelle dei botanici che non capiscono un cazzo, si giustifica il lavoro di questi animali che non hanno un briciolo di competenza in agraria e si rivende la legna da ardere. Guardate le altre città d’Italia: alberi enormi nei viali e anche a ridosso di costruzioni . Solo da noi li massacriamo con potature assurde fino alla morte così siamo giustificati ad abbatterli

Gaetano Cuomo – Ma se togliessimo ogni dente con una carie invece che curarlo e prendercene cura, lo estraessimo, saremmo quasi tutti edentuli. Ma teste di pipa che non siete altro, ci viole molto a fare eventualmente un recinto e lasciare che la natura continui a vivere, quell’albero può vivere centinaia e centinaia di anni e diventa Re grandissimo . Tra l’altro Palermo vanta , rispetto al resto d’Italia , alberi più antichi in assoluto. Piantare un altro albero non giustifica il gesto compiuto , dal tronco direi che quello aveva almeno 200 anni. Ci vogliono sensibilitá e passione per crescere e migliorarsi, la grettezza e l’ ignoranza , portano solo desolazione e sgomento.
Invito , se nella fortunata ipotesi ci fosse un responsabile di questo ….misfatto…di rendersi conto che la grandezza di ognuno di noi si misura in tutte le proprie azioni e questa mi sembra una di quelle. Avete fatto una cazzata, chi lo ha permesso é un incompetente, arido limitato poveraccio.

Marcello Cozzo – Che scempio! Ci sarà qualcuno in grado di spiegare ed assumersi la responsabilità? Ciò che ha impiegato anni per crescere, viene distrutto in un colpo solo. Senza possibili alternative!

Beatrice Feo Filangeri – Si doveva mettere in sicûrezza, é datato 1830, se un monumento ha delle crepe si abbatte? Inoltre qualora fosse l’unica soluzione il cittadino DEVE essere informato prima . Gli alberi non sono del Comune di Palermo, ma dei cittadini, tutti Mi CHIEDO cosa ci stanno a fare tutti questi scienziati agronomi e botanici se non sanno salvare o mettere in sicurezza un albero un esemplare storico del 1830 ……quindi l’unica soluzione é sempre l’abbattimento NON CI INTERESSERÀ PIÙ LA SOLITA FALSA GIUSTIFICAZIONE DI UN ALBERO MALATO ( che non era) O PERICOLANTE , BASTA ! Un albero che lacrima resina, un esemplare centenario ridotto a pezzi, non accettiamo più scuse, frottole e mistificazioni. Urge una reale manutenzione del verde che non sia ridotta solo agli abbattimenti, urge una reale compensazione urge un’informazione preventiva e la valutazione di metodi alternativi alla sega elettrica ….. Basta con le mistificazioni é una situazione che sta degenerando troppo, Palermo é quindi la città dei taglia legnai. Una diffida presentata al Comune di Palermo un mese fa firmata da Comitati Civici, Comitato Bene Collettivo,associazioni , Laboratorio Ambiente IDV e da me come Pres. AMA Ecology Italia, non é servita a nulla… Se permettiamo ancora la linea degli abbattimenti , e se permettiamo questo, permetteremo ancora di più…Vi prego di comprendere la gravità dei continui sfregi al nostro patrimonio verde. Uniamoci tutti per salvare la bellezza di una Palermo ridotta ad un cimitero botanico.É ora di dire BASTA e mandarli a casa. Un esposto in Procura firmato da tantissimi cittadini . Al momento é l’unica soluzione. Laboratorio Ambiente e Ama Ecology stanno preparando un dossier di centinaia di documenti e foto dove si evince un danno ambientale, estetico ed erariale senza precedenti. É stata predisposta un’interrogazione Comunale e Regionale sull’accaduto. La notizia mi arriva dal Consigliere Amella M5S, anche riguardo i permessi da parte della Soprintendenza riguardo l’abbattimento di questi Patriarchi . …il responsabile é lui : Musacchia che tenta di dare frottole di giustificazioni, ma nessuno gli crede più .. Dovrebbe avere la dignità di dimettersi dopo aver ridotto la città in uno stato indegno . Chiederemo noi le dimissioni sue e dei responsabili di questo cimitero botanico in espansione. Bravi bravi palermitani . La città in rivolta . Finalmente qualcosa sta cambiando. Se dinnanzi a cotanto non agiamo li autorizziamo a fare sempre di più.. É ora di porre fine a questo massacro. Urge l’unione di tutti. Una petizione per porre fine a tutto questo e mandare a casa questi criminali

Angelo Dolcemascolo – Con quale diritto terreno oltraggiano opere divine. Non meritate proprio la ricchezza, la magia, la sacralità di questa terra. Chiunque sia stato a firmare il verdetto della condanna di quest’albero si deve vergognare e dovrebbe essere condannato per crimini contro l’umanità, per avere privato tutti quanti di una meraviglia del genere. Vergogna.

Luca Pratz – Che dio vi accompagni presto alla stessa sorte di questo essere inerme…….

 

RISCATTO

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Sergio Costa
 – Per Halloween io mi vestiro’ da “Forest of Flowers” di Ken Saro Wiwa, scrittore nigeriano ingiustamente impiccato perché difendeva il diritto del popolo Ogni del Delta del Niger contro il sistema delle multinazionali. Vestiamoci tutti da libri … per un mondo migliore

Enzo – La morte della bandiera della Forestale, atto indegno vergognoso fatto da gente presuntuosa, le bandiere si conquistano sul campo di battaglia no con lerce manovre da sottobosco governativo, penso che il generale che ha preteso che gli venisse consegnata la bandiera ha fatto un atto abominevole, il pseudo forestale rappresentato nelle immagini spero che non sia uno dei veri forestali altrimenti andrebbe preso a calci nel culo, come si permette di consegnare un bandiera senza l’approvazione di tutti, soprattutto quelli come me che hanno indossato la divisa per quarantanni, quella è una bandiera che appartiene a tutti no a singole persone, è il simbolo del nostro lavoro della nostra dedizione e rappresenta sopratutto quelli che sono morti in servizio,vergognatevi, meriterete tutti di essere presi a calci nel fondo schiena. Abile mossa Renziana eliminiamo il simbolo così si vanificano tutte le richieste di giustizia che sono state fatte ormai sono morti. Vergogna vergogna vergogna vergogna se avete un po’ di pudore andatevi a nascondere.
Santo – Fra poco cambieranno anche il nome alla caserma De gregori, per far dimenticare completamente il cfs…….

Mauro – i vertici dell’Arma vorrebbero acquisire la Polizia Penitenziaria (magari con un bel nucleo traduzioni fatto ad hoc), ma se possibile anche il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, così da detenere l’assoluta supremazia delle funzioni di spegnimento in aree metropolitane e boschive. La scusa come sempre è quella della razionalizzazione, ed intanto si è militarizzato il personale e a chi non stava bene ha potuto optare per la mobilità, per il pensionamento anticipato oppure per il licenziamento. Insomma il futuro quale dovrebbe essere? Poi ci mancheranno soltanto i fiorai carabinieri, i tabaccai carabinieri, i nuovi carabinieri pizzaioli e la nuova qualifica di cameriere di quartiere. Scherzi a parte e con tutto rispetto per i Carabinieri, considerando anche che lo sono stato ed io assieme ai miei ex-colleghi tutt’ora amici non ce la siamo di certo passata bene, ma la vera domanda è un’altra: non staremo un attimino esagerando? Il servizio militare di leva è stato “abolito”, ma a quanto pare per ‘comodo’ e per altri interessi si militarizza eccome e senza alcun problema, con il più totale disprezzo per i diritti del singolo individuo, peraltro costituzionalmente garantiti.
Ecco il motivo per il quale bisognava ricorrere in Tribunale, ognuno di noi avrebbe dovuto farlo e non soltanto 3000 persone (che sono comunque tante, ma in considerazione che ognuno la pensa in maniera differente, probabilmente è proprio questo quello che ci ha fregato).
Viva il #corpoforestaledellostato, sempre e comunque. Siamo dalla parte della ragione e lo sanno anche i sassi… abbiamo sempre creduto nella tutela dell’ambiente e degli animali e siamo sempre stati dalla parte del cittadino bisognoso di aiuto; come noi la pensa anche la parte sana di questa Italia. Il 5 giugno si pronuncerà la Corte nel merito (che per una strana ‘coincidenza’ verrà discussa proprio il giorno della festa dell’Arma) e finalmente il fato ci renderà la giustizia che meritiamo.

Antonella Giordanelli – la Legge tagliaboschi è alla firma di Mattarella (a cui non è mai venuto il crampo dello scrivano per via del fiorentino!) ma io intanto ho saputo che nel sottobosco Ciccarese ha incontrato la Gerardis e le ha chiesto che ne pensasse delle questioni sollevate sulla legge; lei è scattata su tutte le furie dicendo che la stanno accusando di colpe non sue, che ha scritto tutto Raoul. Il tale Raoul Romano è il medesimo che negli scorsi giorni risulti abbia chiamato, sentendosi sotto accusa, Hermanin quasi piagnucolando che lui non c’entra nulla, ha scritto sotto dettatura di Corona e Marchetti. Insomma, si uccideranno tra di loro.

Alessandro Ghezzer – Orsi, quel che resta dell’orrore.
Quando sento il governatore Rossi (stra)parlare di orsi, con la sua sicumera fasulla, provo ogni volta un senso di nausea. Anche ieri a Radio24 ha sproloquiato su quanto siamo fighi noi trentini nella cura dell’ambiente e degli animali, vantando il fatto che il Trentino è l’unica provincia alpina italiana dove ci sono gli orsi.
Ma siamo davvero così fighi? Eravamo l’unica regione dove gli orsi autoctoni erano faticosamente sopravvissuti, nonostante lo sterminio e la persecuzione non tanto differenti che altrove, eppure li abbiamo lasciati tranquillamente estinguere. Un tardivo ripopolamento è stato affrontato sostanzialmente come una operazione di marketing. Finita male. Anzi malissimo: un disastro di immagine che sarà molto difficile da recuperare.
Se andiamo indietro nel tempo, la sensibilità ambientale era anche peggio. Fino al 1977 in Piazza Dante a Trento viveva rinchiusa in un gabbione di pochi metri un’aquila, la tristemente famosa “Bepina”. In città sono stati reclusi orsi fino al 1994. Nel sobborgo di Sardagna altri due orsi sono rimasti rinchiusi in una fossa di cemento armato fino al 1996 (non nell’Ottocento!).
Ora la “Busa degli Orsi” è stata ristrutturata spendendo quasi centomila euro come sede di “eventi” e concerti, recitano entusiasti i comunicati stampa: ovviamente non una parola sugli animali che hanno vissuto in quel luogo anni di prigionia e sofferenza. Uno fu anche fucilato in gabbia perché era divenuto troppo aggressivo col compagno (1965). Oggi si direbbe che era problematico, ma la soluzione del problema allora è stata la stessa di oggi: una bella pallottola.
Altri orsi in gabbia erano a Riva del Garda e a Rovereto. Quest’ultimo morì nel 1977 e dall’autopsia fu individuata la causa della morte: un’ulcera perforata provocata da un grumo di carta stagnola nello stomaco, formatosi dagli involucri delle caramelle che i visitatori gli buttavano e di cui era ghiotto.
Alcuni esperti targati Pat hanno sostenuto che è stato giusto uccidere KJ2 perché imprigionarla sarebbe stato come torturarla. Eppure abbiamo a tutt’oggi un orso recluso nella buca malsana del Santuario di San Romedio per il sollazzo dei turisti, e altri nelle cosiddette aree faunistiche (Spormaggiore), che sono aree più grandi di una gabbia, ma pur sempre di prigioni si tratta. Per un animale che in natura si sposta decine di km al giorno, dev’essere un’esperienza terribile.
Altri orsi sono rinchiusi nel lager di Casteller, una specie di Guantanamo per orsi in salsa trentina, alle porte del capoluogo. Questi orsi dunque possono essere torturati, con la scusa magari che sono nati in cattività o che dove stavano prima stavano peggio. Come siamo generosi noi trentini. Nessun esperto spende una parola, neppure di pietà, per lo sfruttamento della sofferenza degli animali ad uso turistico.
Col passare degli anni tuttavia, grazie a dio, la coscienza ambientale collettiva è migliorata: oggi non sarebbe più possibile tenere un’aquila o degli orsi in gabbia in città. Buona parte dei trentini reagirebbero con sdegno a questo orrore.
Mi piace pensare, anche se non mi illudo troppo, che tra 20 o 30 anni si proverà lo stesso orrore per l’assassinio deliberato di un’orsa che ha avuto il solo torto di difendere i suoi cuccioli.

GESTIONE

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Alessandro Bottacci – Le foreste sono ecosistemi complessi, ricchi di biodiversità, e rappresentano habitat fondamentali anche per la sopravvivenza di molte specie di uccelli.
Anche la Lipu ha espresso contrarietà a questa norma ammazzaforeste che il governo Gentiloni dovrebbe varare come “faccenda ordinaria”.
Chiediamo che questo Decreto, parziale, fumoso e pericoloso per le foreste, non sia approvato.

Susanna Camerlengo – Questa legge nasce già con serie ombre alle spalle. E non lo dicono dei pincopallo qualsiasi, ma esponenti altrettanto autorevoli del mondo scientifico nazionale, come alcuni membri della SIRF, Società Italiana di Restauro Forestale.

Raoul Romano – il mio personale parere conta poco quando per costruire questa norma hanno lavorato 3 ministeri, le rappresentanze di 21 regioni, del mondo accademico e scientifico, delle principali associazioni ambientaliste e di categoria. Io credo comunque che se un proprietario, pubblico o privato che sia, vuole lasciare la sua proprietà “abbandonata” ovvero ad una successione naturale che non preveda nessun intervento colturale lo può benissimo fare. non glielo vieta nessuno, tantomeno questa norma (anche se da più parti si dice il contrario)… Questa norma prevede che il proprietario lo dichiari assumendosene la responsabilità con un piano di gestione o uno strumento equivalente (anche una dichiarazione). In questo modo in caso, e solamente in caso di un intervento per la salvaguardare l’incolumità pubblica (che oggi non riguarda più solo il dissesto idrogeologico, ma anche la propagazioni incendi, diffusioni fitopatologie e patologie varie, ecc), che dovrà essere comunque previsto da uno strumento di pianificazione di area vasta, si saprà dove poter intervenire e no. Se io sono il proprietario di un bene (forestale, agricolo, immobiliare ecc) ne sono responsabile nel caso possano essere coinvolti soggetti terzi (persone, o altri beni e servizi di pubblico interesse). L’abbandono può anche essere una scelta colturale ma solamente se codificata e dichiarata.
Mevio Filano Calpurnio – O forse come solitamente accade, si dicono delle cose per fare in modo che poi ne accadano delle altre? Già oggi si taglia tutto e con ogni scusa senza mai dire ce si tratta di tagli di sfruttamento. Ci mancava solo una legge che renda i tagli più possibili e coatti. E chi decide se quei terreni volutamente abbandonati siano pericolosi? e perché? Chi decide che quello che accade sia legittimo o illegittimo, dannoso o no? E dannoso per chi? Dannoso solo perché lede il diritto di altri che vogliono poter tagliare? Chi dice ad esempio se una fitopatologia sia un evento naturale e quindi una dinamica ecologica da accettare o no? Quindi comanderebbe sempre solo chi taglia. E perché i boschi vanno tagliati per essere mantenuti? Queste logiche hanno portato alle deforestazione e alla perdita delle specie più rare del nostro territorio. In favore di specie e cenosi più sin-antropiche. Certo che se le le leggi potessero farle i ladri e gli assassini, seppure in seno di ministeri ed enti locali, sarebbero diverse. Ma non so quanto siano legittime, fatte bene e nell’interesse della collettiva ed obbiettive. Se una legge forestale e’ fatta da chi pensa ai boschi come per le coltivazioni di mais e’ chiaro che si allargano solo le maglie; e non e’ un discorso protezionistico, visto che lo ammettono anche i taglialegna. Poi ormai tutti e tutto sono conservazionisti, specie quelli che tagliano. Ah questa e’ la famosa legge tagliaboschi salva tagliaboschi di stampo pseudo-sovietico dove non si lascia neanche la liberta’ ai proprietari dei boschi di farne quel che vogliono? Solo per alimentare glia appetiti dei taglialegna e dei tecnici che li strumentalizzano per campare? Prossimo passo? se non hai una attività economica in casa te le espropriamo cosi la diamo a chi possa farne attivita’ economiche? Cosa c’e’ da festeggiare?


Cristina Gerardis – Nello schema di decreto, il tema del terreno abbandonato è trattato con estrema prudenza e entro confini ben delineati giuridicamente nonché nel rispetto delle competenze regionali sul proprio territorio. L’ipotesi prevista dall’articolo 12 “forme di sostituzione della gestione e di conferimento delle superfici forestali” riguarda casi in cui il terreno abbandonato crei una situazione di rischio per l’incolumità pubblica e l’instabilità ecologica dei boschi, al fine del recupero produttivo delle proprietà fondiarie. Questa competenza è posta in capo alle Regioni che però devono rispettare la definizione del concetto di stato di abbandono. Chi ha davvero letto il provvedimento, sa che questa definizione è demandata ad un successivo decreto interministeriale da adottarsi di intesa con le regioni. In sede di redazione di questo provvedimento saranno ascoltati i portatori di interesse e il mondo delle associazioni come si fa sempre.
Mevio Filano Calpurnio – Beh diciamo che allora neanche voi avete le idee chiare sulla proposta di legge che avete fatto?Forse lei ha una idea sua di conservazione ed esproprio, e lo si vede dalla proposta di legge 😀 Chi può definire se un fondo e’ abbandonato o volutamente tenuto cosi? E chi può dire che il proprietario non abbia il diritto di tenerlo come e’ anche se a lei non piace? O le cose devono rispettare i suoi gusti le sue necessità per essere lecite?. Si vede bene che e’ una legge fatta per far tagliare ancora dippiù i boschi; espropriandoli forzosamente ai proprietari che non volessero tagliarli. Cioè come al solito sulla pelle dei piccoli per favorire i grandi e gli intessi dei tagliatori. Cosa c’e’ che tuteli la proprietà privata, la gente del posto e la conservazione delle foreste in questa legge più di quel che non ci sia oggi? Sicuramente le persone che tanto si sono adoperate verranno ricordate in futuro, ma non positivamente. Questo decreto e’ fatto solo per far tagliare peggio di oggi. Ove già tutto e’ tagliabile con ogni bella scusa. E sarete ricordati per questo e le catastrofi che ne deriveranno. Anche i taglialegna sanno che e’ un legge per favorire i tagli e allargare le maglie che possano renderli più difficili. E la attendono per quello. Quindi forse e’ un problema che non avete calcolato bene gli effetti della legge o forse c’e’ poca etica deontologica in chi la giustifica e non vuol sentire i lati deboli della stessa? o forse vi siete basati su basi erronee e sul lupo per gestire le pecore? E’ chiaro che poi e’ facile dire che gli altri non leggono, non sanno o non sono competenti per screditarli e non sapendo rispondere a dovere. Ma chi lo dice che quelli che han scritto questa legge siano più competenti di altri? Loro stessi? Qualche dio? qualche testo sacro? Il presidente della repubblica? i tagliaboschi? chi?
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Pasquale Pasquarella – Come al solito ogni provvedimento legislativo nuovo si aggiunge ad altri già in vigore e ne determina confusione. In materia di gestione di boschi e foreste le competenze sono passate alle Regioni le quali pretendono però che le spese per la sistemazione dei terreni e per i rimboschimenti siano attuati dallo Stato.

Antonella Giordanelli – “ misure di gestione volte all’eradicazione, al controllo demografico o al contenimento delle popolazioni” è interessante il significato che si attribuisce al termine “gestione”, che si ritrova anche nella Legge TagliaBoschi…..per assonanza mi viene in mente il fratello che, uscendo dall’obitorio dove aveva riconosciuto le tre salme, criticatando velatamente la cognata, ha garantito come il carabiniere suicida fosse ottimo padre, aggiungerei, nella GESTIONE della famiglia: non sembri arbitrario il parallelismo perché anche nel diritto è citata “la cura del buon padre di famiglia” che esercita ogni diritto/dovere sui beni (cose, animali, persone). Con la cancellazione del Corpo Forestale, la cura della Natura ora è affidata al ministero della difesa, ovvero a quel dicastero nel cui bilancio è preponderante la spesa per armi ed armamenti. E’ quindi vincente a livello governativo la mentalità di gestione ed amore per la natura di cui sono portavoce pescatori e cacciatori: motoseghe, fiocine e fucili come strumenti di gestione.

Mauro Malossini – Con queste iniziative il cerchio si chiude, già abbiamo i giovani sempre più violenti con i loro simili, ora insegnando nelle scuole anche la pratica venatoria si incentiva un’attività, o almeno è un modo per recuperare numeri sempre più in calo, per formare giovani già problematici all’uso anche delle armi. La nostra società ha bisogno di cultura ambientale e faunistica, quella cultura che stiamo perdendo, con sempre più persone che non conoscono e non difendono l’ecosistema essenziale alla vita sul nostro pianeta.

Gildo Nurra – Signori della BREDA – A scuola andateci per insegnare ai bambini e ragazzi che le armi sono pericolose – che la caccia deve essere esercitata secondo i canoni delle leggi che la permettono – Per il resto lasciate agli americani che continuino a farsi i danni che stanno facendo per NON contrastare la LOBBY che li FORAGGIA – 

Letizia Antonello – “Il cacciatore crea dei giardini in montagna, pulisce sentieri e fossi, tiene in ordine i boschi. E’ una figura positiva. Non siamo né vecchi, né imbecilli.” … ma che film avete visto? Magari che non siate vecchi ci può stare e forse nemmeno imbecilli o almeno non tutti ma che facciate giardinaggio o che pulite i sentieri (forse quelli dove i vostri 4×4 non riescono a percorrere) è più che un’idiozia è uno schiaffo all’intelligenza.
Gianni Fratarcangeli – Brescia Bergamo, vogliamo parlare delle trappole, del bracconaggio, e delle volte (moltissime) che avete danneggiato i nostri mezzi C.F.S. ? Cacciatori, ma fatemi il piacere!!
Franco Treglia – Quando c’era la forestale andavo nelle scuole a divulgare l’educazione ambientale. Questo invece è degrado sociale che si vive oggi.

Alessandro Ghezzer‎ – Branco di cacciatori avvistato in pieno giorno, la gente ha paura
“La situazione è fuori controllo” si lamenta un residente di Luponia, nel Canavese. Ci sono cacciatori ormai ovunque, girano armati vicino alle case. “Ieri mattina ho accompagnato mia figlia, come faccio tutti i giorni, a prendere lo scuolabus, e ho incontrato due cacciatori coi fucili spianati a pochi metri dalla fermata, in pieno giorno. Ho urlato ma non sembravano per nulla intimoriti, alla fine sono entrati in un bosco con tutta calma. Qui ci sono i bambini che vanno a scuola, aspettiamo che ci scappi il morto?
Due fungaioli hanno trovato nel bosco un cervo agonizzante, dilaniato dalle fucilate: sono accorsi poco dopo due cacciatori che hanno brutalmente ammazzato l’animale per divorarlo. “Ho protestato ma mi hanno ringhiato contro” dice uno dei fungaioli, residente a pochi chilometri: “Ormai fanno quello che vogliono. Eppure basterebbe ammazzarne uno ogni tanto per favorire l’accettazione sociale. E‘ vero che si sparano tra di loro, ma ci mettono troppo tempo. E intanto non siamo neanche più padroni dei nostri boschi!”.
“Portavo a spasso il cane vicino alla scuola” dice una maestra “ma si sono avvicinati due cacciatori intimandomi di allontanarmi che spaventavo la selvaggina. Non ne possiamo più, qualcuno deve prendere provvedimenti, una volta qui si passeggiava tranquillamente ma ora abbiamo paura ad uscire di casa”.
Il sindaco, Lupus Infabula, ha segnalato i fatti alle autorità: “Ma i cacciatori sono ultra-protetti e non si può prendere alcun provvedimento, noi siamo totalmente indifesi, siamo in balia di questi signori che spadroneggiano sul territorio. Solo la Forestale può dissuaderli sparando pallettoni di gomma, ma se ne guarda bene, non sappiamo perché. Bisogna prendere provvedimenti urgenti prima che si riproducano ulteriormente”.
Lo zoologo del Comune precisa: “Di solito non sono pericolosi, basta non infastidirli o non provocarli. Soprattutto non bisogna inseguirli in auto. Cani e gatti comunque vanno tenuti chiusi in casa, non si mai”.
I cacciatori provocano danni enormi alla fauna ma nessuno muove un dito. Nessuno sa neppure quanti siano: le stime parlano di milioni, ma sono sicuramente molti di più. Quasi certamente sono anche ibridi (metà cacciatore-metà coglione), e quindi ancora più pericolosi: sparano a tutto quello che si muove.

L’onda lunga dei decreti

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Laura Mattei – Lo sapete cos’è un Decreto Legge? Facciamo finta di no, ve lo dico io: è una Legge del Governo che entra immediatamente in vigore e che supera la discussione parlamentare. In una democrazia, infatti, l’iniziativa legislativa (il potere di fare le leggi) spetta al Parlamento, dove siedono i rappresentanti del Popolo (sì, con la p maiuscola). Ma allora, se le leggi le deve fare il popolo, perché il Governo può fare un Decreto Legge?
Risposta: il Governo può fare una Legge superando il Parlamento solo se esistono i presupposti della straordinaria necessità e dell’urgenza. Quando esistono i presupposti di straordinaria necessità e di urgenza per un Decreto Legge sui vaccini? Ma quando esiste un’epidemia, naturalmente!
Esiste un’epidemia in Italia, al momento – o esiste il rischio di una qualunque epidemia – tale per cui non si poteva aspettare una discussione parlamentare, dove a decidere sarebbero, perlomeno, stati i rappresentanti del popolo? Come dite? La meningite? No… quella era una fake news dei media per svuotare le scorte di magazzino delle farmacie, sconfessata dallo stesso Ministero della Salute (dopo che i magazzini si erano però svuotati) e dai media che l’avevano lanciata. Allora la polio? La parotite? Il prurito agli alluci dei piedi? Oppure… no, non ditelo… l’avete detto: il morbillo?
Tanto per stendere un velo pietoso sull’ennesima fake-news dei servi della carta stampata stipendiati da qualcuno, l’Istituto Superiore di Sanità ha appena certificato un calo del 600% dei casi di morbillo per maggio rispetto ad aprile, e dell’800% rispetto a marzo. E guardare i casi di morbillo dal 1970 vi farà capire che anche quelli del 2017 non sono niente di speciale. Ce n’erano più del doppio nel 2008, in piena copertura vaccinale.
Allora, in proporzione ad oggi, cos’avremmo dovuto fare? Organizzare dei lager per i genitori e i bimbi non vaccinati?
Evidentemente, visto che non è stato fatto, non rappresentava un problema. Ma forse la GlaxoSmithKline (quella della tangente da 600 milioni a De Lorenzo, che rese obbligatorio il loro vaccino dell’Epatite B) non aveva ancora scommesso 1 miliardo di euro nei prossimi 4 anni sui vaccini in Italia, partendo da un bel 60% dedicato al vaccino per la meningite (anche qui, lo sapete, vero, che la meningite ha tantissime cause, e che il vaccino ne copre solo una piccola parte? Certo, come no: questo la Lorenzin ve lo dice tutti i giorni).
Quindi non c’era nessuna condizione di straordinaria necessità ed urgenza per fare questo Decreto Legge.
E, dulcis in fundo, reo confesso è proprio Paolo Gentiloni, che va dicendo candidamente, in conferenza stampa, che non c’era nessuna emergenza.
Ma allora perché è stato fatto? E soprattutto, visto che è stato fatto in maniera incostituzionale, è valido? Scommetto che la Corte Costituzionale non se ne occuperà. Ma anche laddove lo facesse, visto che in passato ci ha messo anche otto anni a prendere una decisione, nel frattempo qualcuno potrà fregarsi le mani per bene, nel suo retrobottega.

Paolo Maddalena – Il governo approva un decreto legislativo che rende possibile la distruzione completa del nostro patrimonio boschivo per alimentare le centrali a biomassa di proprietà di privati. Si ricordi che il governo, sciolte le camere, non può approvare atti di straordinaria amministrazione e che questo decreto è contro la Costituzione e i diritti fondamentali dell’uomo

Alessandro Bottacci – Sarebbe bastato copiare la legge forestale svizzera o austriaca.Poi questa è una legge frettolosa e approssimativa. Cambiano le definizioni di cosa è bosco e di cosa non lo è, quindi una parte delle superfici forestali esce dalla tutela. Poi la norma è impostata esclusivamente sul valorizzare l’aspetto economico del rapporto col bosco, spingendo decisamente verso la gestione attiva (leggi tagli di utilizzazione). Una cosa pericolosissima è la possibilità di obbligare il proprietario a utilizzare il proprio bosco anche se lui non lo vuol fare e il potete di sostituzione da parte dell’ente pubblico in questa azione di taglio.
infine si apre la strada alla trasformazione delle fustaie in cedui, alla distruzione dei boschi di neoformazione, all’inglobamento ed utilizzazione dei boschi “silenti”, cioè di quelli dei quali sia difficile rintracciare il proprietario. Alla riduzione dei vincoli per il taglio dei boschi nelle aree protette. Alla possibilità di cedere i boschi pubblici ai privati. Il marcio di fondo è che questa norma non ha alla base la tutela del bosco ma il suo utilizzo a fini economici.
Si torna indietro di 50 anni e forse più e soprattutto ci si basa su un principio ormai universalmente ritenuto sbagliato, cioè che il bosco si migliori attraverso il taglio. Il taglio eventualmente è necessario per l’uomo. Il bosco ne fa volentieri a meno.
Se poi il taglio è un taglio semplificato come il cedui i danni sono ampi. Invece di limitare lo sfruttamento del bosco (portato avanti da quasi tutte le leggi regionali in modo già eccessivamente liberista) lo incentiva decisamente, dimenticando il valore fondamentale del bosco per il mantenimento della qualità della vita (aria, acqua, clima, erosione, paesaggio, ecc.) Non mette il bosco al centro, ma i prodotti economici che può fornire nel breve periodo.
Inoltre la legge è pericolosa perché mette in mano a Sovrintendenti la decisione sulla legittimità o meno di un taglio. La selvicoltura è morta, per questo. E’ un altro aspetto grave .Non si richiede neanche la professionalità forestale, tanto quello che interessa è cippare tutto.
Solo con boschi evoluti potremo avere una vera gestione sostenibile. Finché accettiamo che ci sia oltre il 60% di cedui in Italia non potremo mai fare una vera produzione di qualità, di quantità e sostenibile.
Lo Stato deve intervenire non per stimolare i tagli (gestione attiva) ma per spingere verso il passaggio a soprassuoli più ricchi ed evoluti.
Ma su tutto questo i cippatori (che hanno guidato la stesura della legge) non sono certo d’accordo.
Il cippatori ha bisogno di tagli intensi e concentrati, la sostenibilità ha bisogno di interventi poco incisivi e di tempi lunghi.
o scegliamo, come fece la Francia nell’Ottocento, di imboccare decisamente la via delle fustaie o la selvicoltura italiana resterà quella primitiva e impattante del ceduo.  

Deborah Stella – L’Industria del cippato è solo una copertura per interessi lobbistici sulla produzione di energia a danno dell’ambiente.

Leonardo Mastragostino – Se l’economia non fosse in mano agli speculatori (attraverso la politica), basterebbe la banalissima valutazione del cambiamento climatico, del riscaldamento globale, dei ritardi nel prendere provvedimenti concreti, nel fatto che la ratifica di accordi riguarda il contenimento del riscaldamento e non la soluzione, e sopratutto nel fatto che nonostante la ratifica si sta andando nella direzione opposta a quanto serve (gestione boschi, costruzione di arterie viarie stradali-autostradali e terze corsie, inceneritori, aeroporti e stadi, proposte di ponte sullo Stretto, ritardi nelle dismissione di produzioni usa e getta anche per diminuire rifiuti-sprecoenergia-risorse, mantenimento di spostamento emrci su gomma per lunghe distanze, eccetera), non saremmo ancora a discutere sull’argomento. Bisognerebbe che la magistratura iniziasse a incolpare chi di dovere, in quota parte relazionata a scelte non congrue alle necessità ambientali-sociali, di quanto accade come conseguenza economica/sociale dei disastri (come frequenza e rilevanza) obbiettivamente legati alle mutazioni in atto. c’è la assoluta necessità di immagazzinare carbonio e tenerlo immagazzinato il più possibile parallelamente alle funzioni delle coperture forestali diversificate: il resto sono speculazioni. Per avere legno da lavoro eccetera lo si deve coltivare a cominciare intanto dalle pianute invece di impermiabilizzarle con cemento e asfalto possiamo allargare il dibattito: c’è bisogno di contenimento della sovrappopolazione, aumento del modo di vita ecosostenibile per rientrare nell’adeguata impronta ecologica e l’aumento di cultura. Quello della necessità di gestione lo possiamo attuare in ecosistemi di impianto nuovo, per il resto gli ecosistemi naturali hanno bisogno di essere lasciati in pace e danno (come hanno dato) quello che serve senza che ci si inventi situazioni di circostanza appetibili e di comodo
Preferisco ed è necessario pensare ad arrestare i cambiamenti climatici e si fa spostando fortemente l’attenzione su tutto quello che la causa e non andando a tappare le falle in uno scafo marcescente quando ci sono personaggi che continuamente ne aprono di nuove e dicono che occorre poi spendere per tapparle: ci sono 2 modi di operare : prevenire o curare.
I tagliaboschi fanno pressioni da tempo e l’ho riportato in un mio ampio articolo in modo documentato e in riferimento a pubbliche conferenze io so solo che in Toscana è ripreso uno sfruttamento bestiale dei cedui maturi invece di trasformarli in fustaie e questi sono oltre il 70% della copertura. E si sta andando in modo evidentissimo contro le necessità ecologiche e sociali e si sta peggiorando la situazione.Cosi magari si fanno altre casse di espansione per contenere tutto quello che si perde dalla regimazione di coperture boschive minate alla base nelle loro funzioni e poi si deve contenere tutta la continua nuova impermiabilizzazione dei territori. Inoltre è cambiata la classificazione dei soprassuoli e si fa credere che i boschi siano aumentati per un colpo di bacchetta magica (vedi anche pubblicazione Clauser)….

Giorgio Matteucci – La legge non può aumentare i tagli perché vincolata dai trattati internazionali. Inoltre non dice esplicitamente. Non aumenteranno i cedui, è scritto esplicitamente. Invece sui boschi di neoformazione bisognerà vigilare è molto perché li i problemi nella legge ci sono. Però questo era già permesso, purtroppo, dalla legge precedente. Guardate che se tagliassimo le fustaie come fanno in Austria avremmo le folle di manifestanti nei cantieri forestali…. A loro mancano solamente i cedui perché le specie, gli ambienti e la storia sono diverse. Detto questo, è l’uomo che ha bisogno del bosco e non viceversa, in termini ecologici. Certo se poi l’uomo ha lavorato nel bosco e con il bosco per 3000 anni e con particolare intensità dopo le guerre del secolo scorso, allora bisogna capire come muoversi. Dato che non annulleremo l’uso del legno nel futuro dubito che la legge la abbiano scritta i cippatori, anche perché ci sono sicuramente ma non sono così organizzati ed il settore è povero. Non dicono che non ci siano pressioni, ma non è un settore organizzato. E abbiamo strumenti di pianificazione e controllo per evitare disastri. Invece, il passaggio a soprassuoli più ricchi ed evoluti é sicuramente gestione attiva, non assolutamente passiva, vista la situazione da cui si parte. Nella legge c’è la diversificazione, il legno morto ed anche le conversioni a fustaia. C’è il divieto del contrario.
Ripeto bisogna vigilare e stare attenti sulla questione dei boschi di neoformazione, la legge prescrive compensazioni, ma non è chiara in tal senso. Inoltre tranne pochissimi casi, non ha senso riportare alla situazione ex-ante Il nostro problema è che non abbiamo la struttura proprietaria della Francia dell’ottocento. Con il 50% dei boschi privati è molto piccoli, difficile una conversione a fustaia generalizzata.
E la legge non mette un euro, su nulla. Che forse è il problema maggiore Per il cambiamento climatico abbiamo bisogno di adattamento dei boschi. Come anche per una mitigazione di più lungo periodo.
L’uso di biomasse su questo non può fare praticamente nulla E l’adattamento ha bisogno di gestione (boschi più ricchi e complessi) Ricordo, fra l’altro, che anche decidere di mandare un bosco a protezione è un intervento di gestione attiva.Gli ecosistemi naturali hanno bisogno di essere lasciati in pace, i boschi, in gran parte semplificati, devono essere guidati verso complessità e variabilità, in particolare adesso nel quadro dei cambiamenti climatici in atto e previsti. Si chiama selvicoltura…..

Lazzaro Manlio Detti – Saranno guai seri se verrà sovvertita la legge 3267/1923. E’ datata ma attualissima!!!

Simonetta Peruzzi – Se il taglio necessario fosse fatto con criterio, poco male, il fatto è che verrà fatto in modo indiscriminato e senza una logica, perdipiu gestito dal solito amici degli amici e politici dove vige solo il dio quattrino!
Compresa la nostra Regione Toscana che si vanta tanto di progetti e di educazione ambientale, ma per la salvaguardia e la tutela non fa un bel niente…anzi!

Gianni Marucelli – Segue la logica di reificazione dell’ambiente naturale, di cui la Toscana è stata una delle portatrici con la Legge Remaschi sulla caccia. Puro renzismo…

Cristina Marcolin – Prima o poi diranno che ci sono pure troppi “branchi” di animalisti e ambientalisti che danno fastidio all’economia e all’interesse umano, per cui devono essere controllati nel numero. Così poi nessuno rompe più le scatole e loro possono tornare a fare i predatori artificiali indisturbati.

Silvio Montesini – Ci vuole poi coraggio e una bella faccia per dire, dopo :
– aver chiuso il Corpo Forestale dello Stato, accorpandolo ai carabinieri e lasciando vuoti normativi di cui alcuni hanno già dato i loro risultati con gli incendi dello scorso autunno.
– aver approvato nello “sblocca Italia” la costruzione di 12 nuovi inceneritori (il riciclo evidentemente lo fanno solo con i politici, vedi che candidano Casini, ex-DC, ex-NCD, ex-UDC, ex-Montiano e ora candidato PD).
– aver dato il via libera a nuove trivellazioni petrolifere, accentrando i poteri a Roma ed escludendo le comunità locali dai processi decisionali (sempre nello Sblocca Italia – loro sono i “democratici”). (per dire cosa pensano le associazioni ambientaliste “posizione netta quella di Legambiente, Greenpeace e Wwf Italia contro il decreto Sblocca Italia”, per dire…)
– esser il principale promotore di Grandi Opere Inutili ai cittadini ed utili solamente ai soliti grandi industriali come Gavio, Impregilo e CMC, e talmente eccitati dal propagandare queste grandi opere dannose per l’ambiente e la salute (stando agli stessi progetti!) da inserire norme per il TAV anche nel decreto sul femminicidio! (il fatto che mentre cerchi, in teoria, di tutelare le donne infili nel decreto una norma sul tav che non centra un tubo, dovrebbe far riflettere su molte cose)
“Scegli l’#ambiente, scegli il #PD
ci va coraggio, sicuramente non coerenza tra ciò che si fa e quello che si promette.
#4marzo #ricordarsicosahannofatto #CFS

 

La fierezza, la libertà, la natura

 

Era fuggita dal mattatoio e aveva raggiunto a nuoto un isolotto deserto dove ha vissuto per un mese (https://goo.gl/1NUJ1i).
La gente faceva il tifo per lei e tutti (beata incoerenza umana) la volevano libera, lei, che si era ripresa quel che le era stato tolto alla nascita.
Invece no, con l’ arroganza di chi vuole gestire le vite degli altri “per il loro bene”, qualcuno ha deciso che la mucca libera fuggita su un isolotto in Polonia doveva essere catturata per essere portata in una fattoria, dove le sarebbe stato concesso di morire di morte naturale.
Ma lei aveva una giustificata paura dell’ uomo, ha cercato in tutti i modi di fuggire e non farsi catturare.
E’ stata costretta a cedere dopo diverse ore di fuga e tre colpi di sedativo, ma lo stress e la paura hanno avuto il sopravvento ed è morta durante il trasporto sul camion.
Proviamo a pensare alla condizione emotiva di chi muore di paura, con il cuore che cede per lo spavento e l’ angoscia.
Una morte che deve far pensare, perchè questo animale era riuscito a fuggire grazie alla forza della disperazione e a vivere in pace lontano dall’ uomo. Ma la nostra specie troppo spesso non riesce a concepire l’ idea che altri animali possano vivere liberi e senza dipendere da noi, in una visione distorta che li vede inferiori e destinati a essere “gestiti per il loro bene”, mentre in realtà non hanno alcun bisogno dell’ ingerenza umana.
E la storia della mucca libera fuggita sull’ isola deserta e uccisa dall’ uomo ne è l’ ennesima dimostrazione.

Francesca – Quanto vorrei poter guardare in faccia il genio che sta ipotizzando il cambio delle divise da campagna dei forestali…

Magari non sa che se si chiamavano da campagna un motivo c’era
Ma forse questo illuminato non si è mai addentrato in un bosco
Non sa che nel bosco il colore blu non esiste e che il mimetismo in alcuni servizi è fondamentale
Non sa che le zecche si vedono solo sugli abiti di colore chiaro
Non sa che il fango quando si asciuga non è nero
Amici screenshottatori fate arrivare questo pensiero a questa mente illuminata che non ha pensato di confrontarsi con chi veste quella divisa quotidianamente
Perché per cambiare la foggia di un qualsiasi orpello della divisa di un servizio che conoscono predispongono sperimentazioni e per la nostra di cui nulla sanno intendono cambiare così alla cieca?
Non vorrete farmi pensare che l’obiettivo non è l’efficienza ma solo l’apparenza e la cancellazione di quanto è rimasto di forestale?


Federico  – La verità si concentra tutta nell’ultima frase visto che non hanno avuto nemmeno la compiacenza di assegnarci un basco verde come specialità, al pari delle loro che vengono differenziate proprio dal copricapo.
Lo avevamo detto in tutte le salse che ci avrebbero sciolto, ma eravamo stati accusati di terrorismo psicologico.

Pier – TAR. Uscita mia sentenza. Ordinanza al CfS di motivare “meglio” in 4 mesi di tempo. Poi altri 8 (!) per l’udienza. Che schifo…. Non ne uscirò vivo.

Marina Kodros – Io credo che quello che sta accadendo nel campo della questione animale sia fisiologico.
La maggiore attenzione che viene data o richiesta verso gli animali ha creato in soggetti fortemente coinvolti, collusi o disturbati l’esigenza di reagire, in tutti i modi; dall’allungare i periodi di caccia, all’uccidere più animali selvatici, all’avvelenare i cani randagi, impiccare i lupi, torturare volpi o altri animali.
L’umano disumano difende il proprio diritto di supremazia verso tutti gli altri animali. Allo stesso modo in cui il carnista risponde alle argomentazioni a favore di un’alimentazione vegetale dicendo “stasera mangio due bistecche invece di una” così rispondono tutti gli altri, ognuno a modo suo.
Vuoi proteggere i maiali e le mucche? Io ne mangio il doppio di prima.
Vuoi proteggere i lupi? Io li impicco.
Vuoi proteggere i cinghiali? Io ne uccido il doppio, anche illegalmente.
Vuoi proteggere l’orsa? No caro mio, io me ne frego perché devo difendere gli interessi umani.
Vuoi proteggere i cani? E io te li avveleno.
E si potrebbe andare ancora avanti.
È un periodo storico che dobbiamo attraversare ma dal quale non ci dobbiamo far abbattere, bisogna REAGIRE, essere più coinvolti, più presenti, fare più volontariato, pretendere di più e non solo sui social ma ovunque.
Loro sperano di farci disilludere, di farci chiudere in noi stessi, di farci abbandonare la lotta.
E questo è proprio quello che non dobbiamo fare, anzi dobbiamo lottare il doppio.
Quindi, forza e coraggio, non diamogliela vinta!

Michele – questa è l’ email che ste merde mi hanno mandato:
Ciao michele,
(…)Le forze politiche in campo sono state tutte chiamate a fare una dichiarazione rispetto alle proposte dei cittadini su Change.org.
QUESTA LA MIA RISPOSTA: sono le forze politiche che mi hanno tolto quello che mi piaceva fare mi hanno tolto quello per cui ho studiato a scuola (agraria) hanno dato un futuro diverso alla mia famiglia diverso da quello che con fatica !( anni di servizio) ho costruito….. con una legge hanno cancellato il mio futuro PER SEMPRE CORPO FORESTALE DELLO STATO sono un ex forestale che non ha accettato la legge fantoccio MADIA ed è andato in altra amministrazione!!!! sapete quale casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere!!!!!! dove aspetto molti dei lestofanti che mi hanno fatto ciò!!!! oggi protocollo le lettere dei detenuti!!!! e non solo!!!! quindi quale petizione mi chiedete oggi dopo quello che ho subito da uno stato servito e riverito per anni????? ho prestato servizio anche nell’ esercito 4 anni proprio per transitare nel Corpo Forestale dello Stato……. non vi permettete mai più di mandarmi email di questo genere…. perchè oltre ai vari ricorsi che ho fatto non ci metto molto a denunciare anche voi!!!!!!! VERGOGNA

Riccardo – Lo posso dire io, che non sono appartenente a corpi di polizia o militari e posso sbilanciarmi liberamente in opinioni di questo genere. L’unica forza politica che ci tiene a ripristinare il Corpo Forestale è il Movimento 5 Stelle, punto e basta!

Rocco Raiti – Insieme si vince, procediamo a passo da montagna lento e sicuro.

FLAGELLI e FLABELLI

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 Antonella Giordanelli – Dopo una legislaturaPD da incubo inaugurata consentendo la caccia sulla neve contro ogni storica deontologia venatoria e conclusa col decreto tagliaboschi nei Parchi contro ogni evidenza scientifica, in cui i Ministeri hanno favorito solo lobby economiche volte alla distruzione di biodiversità e salute, dando il VIA a ecomafie e abrogando tutele e libertà di scelta sottoposte allo strapotere di bigfarm, zootrafficanti e multinazionali in affari con ‘ndrangheta e massoneria per le grandi opere, con ipocrite leggi su ecoreati contestuali alla cancellazione del Corpo Forestale dello Stato che li perseguiva, che il M5S proponga per primo il MINISTRO dell’AMBIENTE persona dedita per vocazione e professione alla LEGALITA’ e alla NATURA, TOGLIE OGNI DUBBIO

Nicola Gozzoli – Ci siamo liberati di MARTINA. Olè ! #insiemeperlaterra

Dario – Martina,oh finalmente un impegno condivisibile! Al lavoro per la mia terra: la zappa è di la’
Fabio – Ah ah ah ci sono anche le stalle da rifare, quelle dopo il terremoto, ricordi ? Ancora andate avanti a slogan PAGLIACCI
Francesco – Hanno fatto bruciare mezza Italia senza far nulla ed ora si impegna!?!
Orlando – Hanno appena sfornato la legge tagliaboschi e parlano di ambiente! Senza vergogna da tempo!

DARIO – Mentre qualcuno critica la proposta di nominare all’ambiente un ufficiale Forestale (sperando ci vada un maniscalco) non profferisce parola su questo scempio programmato dagli “esperti” della LeggeTagliaboschi. Pratolini, mentre recitava in un teatro, era continuamente interrotto da uno spettatore del loggione. Si interruppe e disse guardando quello spettatore: “Io non me la prendo co te, ma co quello che te sta de fianco e nun te butta giù!”. Ecco, io non me la prendo con chi ci sgoverna ma con quelli che li applaudono.
Dunque, quei cialtroni dei pentastellati dicono di candidare al ministero per l’ambiente il generale Costa, uomo di grande esperienza e competenza in materia. Per la prima volta nella storia della Repubblica un dicastero chiave non assegnato a qualche anonimo nullafacente da quelli bravi ed esperti. Insomma l’ennesima prova che in un mondo di mezze cartucce anche i nani sembrano giganti.

MATTEO – La penso come te i 5 stelle sembrano tenerci in generale all’ambiente!

LEO – Dario, non mi entusiasma come scelta anche perché quell’indagine non mi sembra sia diventata un grande successo. In generale: i militari, facciano i militari. Specie i militari.

DARIO – Pure tu? Insomma le competenze non servono ? Ci teniamo gente come Galletti? Insomma magistrati, medici,avvocati, geometri, nullafacenti vari al governo, ma un militare (diventato tale un anno fa ex officio, non dimenticare il disastro della riforma Madia) no. In base a quale regola ? I pregiudicati si, i militari no. Questo Paese è completamente impazzito

LEO – Io parlo di militari.Non mi esaltano nel ruolo.

DARIO – Quindi contano le qualifiche non le competenze. E i risultati si vedono

LEO – Se un po’ ti conosco credo che non entusiasmi nemmeno te e la tua sensibilità una cosa del genere.

DARIO – Leo, conosco troppo bene i disastri ambientali fatti da gente come Galletti . La politica si prenda le proprie responsabilità una volta tanto. Magari una lettura dei titoli vantati da Costa sarebbe utile.

LEO – Però io non sto parlando di Galletti.
Sto parlando di un militare al governo e la cosa un po’ mi fa riflettere.Non sarebbe meglio lasciarlo nel suo ruolo e nelle sue indagini? Sarebbe più efficace. Quantomeno.
Galletti no, ma credo ci si possa sforzare per andare oltre Galletti.

DARIO – se fosse stato un farmacista avreste detto lo stesso. È un pregiudizio

LEO – Ammetto di averlo.Forse è come dici tu.
Un pregiudizio anche sui farmacisti…tollesi!

ALDO – Leggo che questo generale mise sotto sequestro qualche decina di pozzi e varie aziende agricole della cd. Terra dei fuochi accusate di usare acque inquinate. Ne derivò il crollo delle vendite dei prodotti di tutta la zona. Il Tribunale scopri, però, che il generale non aveva capito che i valori delle analisi delle acque, che lui aveva ritenuto inquinate, erano quelli tipici di terreni vulcanici che rendevano particolarmente pregiati i loro prodotti agricoli. Ovviamente la brillante operazione che aveva reso famoso il generale si concluse con un nulla di fatto e nessuno risarcì le aziende agricole della gravissimo danno subìto.
Non garantisco la rispondenza al vero di quello che ho letto, ma prima che qualcuno si entusiasmi troppo sarà bene che faccia una verifica su questo generale.

DARIO – Eh, magari facciamola pure sul rag. Galletti. Quel che si sa è che quando venne trasferito la camorra brindò.

ALDO – Sei sempre il solito fazioso. Non so se la camorra brindò o meno (e non so come fai a saperlo tu). So però che, non essendo un generale, il rag Galletti non poté sequestrare aziende sane a causa della sua ignoranza. Mi meraviglio comunque che tu sia entusiasta nel vedere i militari al potere.

DARIO – Cioè io sarei fazioso? Abbiamo avuto il peggior ministro dell’ambiente della storia e non avete detto mezza parola. Un ministro dell’istruzione che non sa i congiuntivi, una ministra della pubblica funzione che scopiazza le tesi, un ministro degli esteri che per dire vento in inglese pronuncia uaind e ve la prendete con qualcuno che ha laurea in agraria, master in diritto ambientale, che ha partecipato alle più grandi inchieste di ecomafia anche a livello internazionale ? E chi dobbiamo metterci all’ambiente, Ciupicche?

ALDO – Caro Dario, io, da solo e non con altri, non “me la prendo” con nessuno. Ti ho solo citato un caso di un gravissimo errore, per ignoranza e incompetenza, commesso dal tuo generale. Tu, anziché verificare…

DARIO – Caro Aldo,puoi girarla come vuoi, ma Costa è persona perbene ed accreditata, prima di prendertela con lui avresti una lunga lista davanti, ma preferisci glissare aggrappandoti ad un presunto errore fatto in un’indagine. Mettiamo pure sia così , embe’? Chi non fa non falla (peraltro i suoi rapporti, se leggi gli atti, erano basati su analisi dell’Arta campana). Io nel mio lavoro ne faccio tanti, sarei per questo un incapace? Ti segnalo, infine, che le stellette gliele ha appiccicate addosso un anno fa la mirabolante ministra Madia (si, quella arrivata in Parlamento perché futura nuora di Napolitano , laureatasi con tesi altrui ). Costa era ed è un uomo della società civile. Tutta questa polemica mi conferma quello che penso da tempo: questo è un Paese malato nel profondo e senza speranza.

ALBERTO – Voglio solo far notare a Dario che questo governo, oltre ad alcuni ministri certamente discutibili, menga proposto altri che si sono rivelati ottimi. Discutere l’operato di Minniti di Calenda di Franceschini è davvero difficile

DARIO – infatti, a riprova che io non ho pregiudizi, non ho difficoltà a riconoscerlo (per quanto a carico di Franceschini ho qualche riserva per la storia dei direttori dei musei)

FILIPPO – Io invece i pregiudizi c’è li ho: no ai militari nel governo, sempre e comunque.

DARIO – Gli incompetenti si…appunto: un paese malato

ANTONELLA Giordanelli – Qui sembra che tutti ignorino che il dott Sergio Costa, dirigente superiore del Corpo Forestale dello Stato, dipendente dal ministero delle politiche agroalimentari e forestali, a seguito della riforma della pubblica amministrazione (!) si è ritrovato arruolato a forza nei carabinieri dal 1 gennaio 2017. Qui sembra che tutti ignorino che a seguito di tale riforma Madia le riserve naturali italiane e la tutela di animali e ambiente sono ora gestite dal ministero della difesa con mentalità e burocrazia militare . Tutto il personale della Forestale, corpo tecnico con funzioni di polizia, uomini e donne, tecnici e amministrativi, giovani e vecchi, è stato militarizzato coattivamente. La riforma Madia è quella, per intenderci che ha posto le sovrintendenze ai beni culturali agli ordini della prefettura, responsabile dell’ordine pubblico.

DARIO – Ora capisci perché siamo ridotti come siamo ridotti?

ALDO – Il dirigente del Corpo Forestale di ieri, dirige oggi la sezione forestale dei CC con tutti i correlati poteri di polizia giudiziaria e con gli stessi mezzi e personale di prima. Ignoriamo solo quale danno avrebbe arrecato alla tutela dell’ambiente la riforma Madia.

DARIO – Non so dov’eri tu la scorsa estate: puoi chiedere in giro cosa è successo sul Morrone e sul Gran Sasso (per restare nel territorio), poi puoi chiedere in giro cosa ha comportato lo smembramento del CfS in termini di vigilanza sul territorio e di carenza di mezzi (elicotteri fermi negli hangar). Poi puoi fare 2+ 2

ALDO – Ma di quale smembramento parli? Il CFS è rimasto integro sia come personale che come mezzi a disposizione. Ha solo cambiato nome in sezione forestale dei CC.

DARIO – Aldo, non te ne faccio una colpa, ma è palese che sei lontano dalla tematica ambientale. Ti lascio alle riflessioni del professor Abrami dell’Università di Firenze (ma esiste una copiosa letteratura sugli sconquassi provocati dalla riforma Madia). Se poi vuoi una sintesi del tutto, ripeto, prova a chiedere in giro se le devastazioni del Morrone e del Gran Sasso siano in relazione a detta riforma (sono testimone diretto di quei fatti, ma non mi giudicheresti attendibile)
http://gognablog.com/la-soppressione-della-forestale/

David Diani – già Dino Buzzati in “Barnabo delle montagne” mostrò che disastro era stata la militarizzazione del Corpo delle Foreste con le Guardie Forestali messe a sorvegliare i depositi munizioni dell’esercito a scapito dei loro compiti istituzionali; senza il Cfs è venuto a mancare chi era in grado di Coordinare i soccorsi nelle zone Rurali…..

Alessandro Mastroianni – Leonardo Grande.
Sovrintendente Capo in pensione; Comandante della Stazione di Morino (AQ) entrato nel 67, Forestale di razza.
Non sopportava rifiuti, codice della strada ed ordine pubblico; amava i boschi e le martellate… e amava il buon vino e la carne rossa.
Con lui ho affrontato fronti di fuoco che non ce la facevano i Canadair, a pala, flabello, scarponi, sudore e bestemmie.
Non c’è mai stato un incendio che non siamo riusciti a spegnere a forza di fatica. Dava certe botte sulle fiamme che spaccava la terra e poi via di pane e salame e vino rosso.
Zozzo dal fuoco con l’uniforme bruciacchiata addentava pane e salsiccia ed era pronto a ripartire a spegnere qualsiasi fiamma.
GRANDE di cognome e di fatto!
Raffaele Angelini – Quando si andava sugli incendi, con il flagello faceva tremare la terra.

2017, LA TRAGEDIA

la stanza delle lacrime.png

 
Quante volte, durante la manifestazione contro una caccia in deroga o una campagna informativa sulla vivisezione che sensibilizzavano i cittadini, in cuor mio sorridevo sapendo che già il comando provinciale del CFS aveva depositato sul tavolo del magistrato giusto il mio esposto . Perché a lungo termine è essenziale coinvolgere l’opinione pubblica per operare il lento cambiamento di mentalità nella società, ma in tempi brevi è efficace ai fini della risoluzione del maltrattamento usufruire delle capacità investigative di una polizia come la Forestale. E cosi tra una segnalazione per uno stabulario o un allevamento, tra un’ordinanza di captivazione e un controllo cites, sono venuta in contatto in tante province italiane con una quantità di Forestali, con i quali a volte il rapporto è rimasto duraturo nel tempo.
Tramite loro ho cominciato ad addentrarmi all’interno del CFS. Ho notato che i funzionari romani nulla sapevano della realtà quotidiana di un comandante di stazione e che le persone in carriera erano patroniani o iscritti al sindacato giusto. Ho imparato a conoscere i dirigenti superiori specialmente osservando coloro che li circondavano, ad esempio i colleghi abbassavano gli occhi tollerando le nefandezze deontologiche del comandante regionale pugliese, ma d’altro lato i Forestali tutti accoglievano con entusiastica deferenza l’appoggio alla campagna #salviamolaforestale del comandante della Campania.
E individuai alcune note psicologiche: mancanza del coraggio nell’esporsi pubblicamente con parole e gesti eclatanti e bisogno di credere in un comandante carismatico.
Poi, quel 15 luglio 2015 in cui Martina. eccezionalmente presente in Minpaf era contestato come fantasma e Patrone come badoglio, qual fu il mio sospettoso disappunto scoprire che in quel momento entrambi i comandanti regionali erano nominati dirigenti superiori. Confidata la mia costernazione seppi la coincidente promozione essere casuale in quanto Silletti s’era asservito al piano frode xylella e ne riscuoteva ricompensa, ma Sergio Costa invece aveva dovuto far ricorso per ottenere l’avanzamento che gli spettava di diritto.
Intanto la vicenda delle donne e degli uomini della Forestale assumeva man mano contorni da letteratura d’ogni tempo: mentre il Nulla della Storia Infinita di Ende avanza, l’omerico Aiace, il Gano dell’Ariosto, il mercante di Venezia e il tolkiniano Vermilinguo interagiscono!
Nel 2017 Le Trojane d’Euripide.
Achei ed Ateniesi ed Arma non hanno in comune solo la A iniziale, quanto inconfessabili motivi legati alla loro volontà di dominio per distruggere la città di Troia, l’isola di Milo, il CFS; ma inoltre di tutti e tre nessuno osa parlarne sinceramente perché il politically correct li vuole campioni di storica eticità, benché ognuno di noi in cuor suo li giudica arroganti e prepotenti, forti solo grazie all’invulnerabilità attribuita in alto loco e vincitori solo grazie a sleali macchinazioni.
Ilio, dopo l’ennesimo assedio questa volta è stata espugnata dall’interno e distrutta. Le troiane sono state spartite come schiave insieme al bottino di guerra. Purtroppo Ecuba, la regina degli antichi fasti, non ha avuto in sorte di morir prima della vecchiaia e Cassandra continua a prevedere inascoltata poiché il destino si deve compiere. Non occorre il terzo occhio per intuire il doppio giochismo d’Elena nel tornare al primo con cui s’era coniugata, ma Menelao è freddo nel riaccogliere la fedifraga; agli antipodi ben più alta, oltre ogni retorica, per essere garante di purezza e forza della discendenza reale Andromaca che giurò consorte di Ettore.
Pochi sanno che, mentre al centro della scena erano le parole di Cassandra e la vuota bellezza di Elena, lei, Andromaca, in sintonia con l’eroismo d’Ettore, ha ucciso gli Achei con ogni arma, perfino con un pestello. Per questo se tutte andranno schiave con i loro figli, lei perderà il sangue del suo sangue quando scaglieranno dalle mura espugnate il piccolo Astianatte e dovrà subire il matrimonio col vincitore Pirro perché l’ostentazione del suo nobile lignaggio distrugga ogni memoria di quanto aveva scelto in eterno amore e fedeltà. Enea la ritroverà in veste di regina achea mentre reca offerte sul cenotafio di Ettore: non le fu concesso d’averlo vivo né di piangerne il corpo, né di proteggersi con quello scudo su cui avevano adagiato prima l’eroe e poi il suo bambino, ma null’altro che di pregare su un sepolcro vuoto.
Condivido con Omero lo strumento a corde e non mi manca il coraggio civile d’Euripide, ma è poco per mostrare ai miei contemporanei che nella nostra storia se c’è ancora chi, pieno del suo ridondante fascino, è vissuto e morto tra tradimenti e corna, c’è anche chi con lucidità s’è espresso con parole che hanno ridato dignità e consapevolezza degli avvenimenti, emarginato in primis dai suoi solidali infastiditi da essere rappresentativo di posizioni alte; ma c’è specialmente chi ha dovuto indossare l’uniforme imperante costretto ancora al ruolo di comando pur essendo schiavo. Solo tra i nemici col dolore d’essere separato ed additato dai suoi compatrioti ridotti ai più faticosi e servili lavori, perché ha dovuto dare figli al re vincitore, misconoscendo di aver già generato quello che è il frutto del suo seno e del suo amore. E non della violenza e dell’imbastardimento contro natura.
Regina per finta della patria invasa, creduta collaborazionista dal proprio popolo.
Nella Cappella Sistina, a sinistra dell’altare c’è una piccola sagrestia; lì appena avuta notizia dell’investitura il papa si ritira in solitudine per indossare i paramenti bianchi e pregare. E’ la stanza delle lacrime. Anch’io,nella mia piccola vita ho vissuto l’emozione inrefrenabile di una responsabilità per me enorme quando con semplicità la persona che ne ha il carisma m’ha appellato “affettuoso angelo custode della memoria forestale”.
Lo hanno detto di Omero, che s’era inventato tutto e che Troia non era mai esistita, figuriamoci che scherzo da caserma sabotarmi in credibilità… e poi sempre, chiunque sia nominato entra nella stanza delle lacrime.
Ma Troia fu ricostruita ben 10 volte e Andromaca con la sua tenace fedeltà al suo perduto amore logorò il suo violentatore acheo finché fu lasciata per tornare alla sua casa reale dove si sposò e generò un figlio con Eleno, fratello di Ettore.
Ad maiora semper
Antonella Giordanelli