Antonella Giordanelli – Piano Lupo? No Piano Mastino!
Il lupo italico è stato riconosciuto come sottospecie unica al mondo e pertanto ne va rafforzata la tutela, di contro vi è uno strumentale allarme lupo tra gli allevatori su presunti danni che questa specie, sull’orlo dell’estinzione negli anni ’80, potrebbe portare alle greggi lasciate incustodite al pascolo.
Storicamente la situazione di pericolo fu brillantemente superata nella zona che ha goduto senz a soluzione di continuità la presenza del lupo e dei cani da guardiania, attraverso appunto quella che con felice espressione fu definita da Franco Tassi, allora direttore del Parco d’Abruzzo, “arma bianca”.
La zona appenninica dove sono naturalmente endemici lupi e cani antilupo coincide con le zone colpite da eventi sismici negli ultimi anni che necessitano quindi di un rilancio economico-sociale da parte delle Regioni Abruzzo, Marche, Umbria anche tramite l’impegno a preservare il loro patrimonio di biodiversità costituito dal lupo appenninico (che è bene ricordare pesa solo 25 kg se femmina e non supera i 35 kg se maschio) e contemporaneamente la ricchezza storica costituita dal possente mastino abruzzese della stazza di 50 kg che ancora si riproduce liberamente sui Sibillini e sui monti della Laga, oltre che su Gran Sasso e Majella, garantendo la purezza della discendenza per linea naturale. Infatti dal 1971, grazie all’Operazione san Francesco e al progetto “Arma Bianca” l’Italia è modello europeo per il successo ottenuto nel salvare il lupo italiano dall’estinzione tramite la tradizionale guardiania del mastino abruzzese, riuscendo a preservare e valorizzare contemporaneamente le peculiarità sia biologiche che culturali dell’Appennino. Tuttavia il lupo pur non essendo più in pericolo d’estinzione è ancora classificato come vulnerabile e pertanto la specie necessita di essere ancora particolarmente protetta. Inoltre sempre più la selezione cinofila del pastore maremmano-abruzzese va privilegiando, per motivi commerciali, invece che le attitudini caratteriali, alcuni canoni estetici del tutto inutili alla funzione di difesa delle greggi. L’introduzione incontrollata di razze canine estranee al nostro habitat come il cane lupo cecoslovacco ha ingenerato uno strumentale pressappochismo nell’allarmare rispetto ad un pericolo ibridazione e aggressività, senza che zoologi ed etologi possano diffondere informazioni scientifiche tramite mass media. Inoltre nelle Regioni ordinarie siamo in una fase estramamente critica per le zone agrosilvopastorali, perché è venuto meno l’unico corpo tecnico con funzioni di polizia in grado di vigilare sia sulla fauna che su cacciatori e allevatori, prevenendo e componendo le conflittualità con specifiche conoscenze e competenze. La popolazione ha perso col Corpo Forestale, oltre che colla polizia provinciale, ogni punto di riferimento e insieme il servizio attivo a prevenzione del reato, educazione al rispetto ed alla convivenza, recupero della fauna ferita. Il Corpo Forestale si prendeva cura dei territori demaniali e del patrimonio faunistico, in un’ottica completatamente diversa dai Carabinieri che non hanno mai amministrato, con impegno di fondi, mezzi e personale propri, animali e tenute che non appartenessero all’Arma , ma che rimanessero nella disponibilità effettiva e giuridica della collettività nazionale. Lo Stato dovrebbe ripartire con più oculatezza le competenze ministeriali, distinguendo gli usi economicistici ed imprenditoriali di coloro che svolgono professioni come agronomi, agricoltori, allevatori, tagliaboschi, balneari (dei cui interessi si fa carico il ministero dell’agricoltura) e i cittadini che non hanno un rapporto utilitaristico con i beni ambientali e faunistici in modo che anche questi ultimi siano rappresentati da un proprio garante nelle vesti del ministro dell’ambiente in grado d’interloquire riguardo a caccia pesca e foreste. Lo Stato deve assolvere i propri compiti con maggior efficenza tramite le istituzioni pubbliche preposte all’uopo, ad esempio facendo censire i lupi dall’ ISPRA, per assicurare unitarietà ed omogeneità nella gestione e fruizione del patrimonio nazionale, senza scaricare le proprie inettitudini e inadempienze sugli enti locali che poi subiscono il malcontento della cittadinanza che è costantemente depauperata di servizi e discriminata in base alla regione di residenza. Così come purtroppo è avvenuto ed avviene in Salento dove ulivi millenari sono cancellati impunemente dal patrimonio dei beni comuni senza che ne rimanga traccia neanche nella memoria per le future generazioni perché mai censiti come alberi monumentali da ente nazionale super partes.
Storicamente la situazione di pericolo fu brillantemente superata nella zona che ha goduto senz a soluzione di continuità la presenza del lupo e dei cani da guardiania, attraverso appunto quella che con felice espressione fu definita da Franco Tassi, allora direttore del Parco d’Abruzzo, “arma bianca”.
La zona appenninica dove sono naturalmente endemici lupi e cani antilupo coincide con le zone colpite da eventi sismici negli ultimi anni che necessitano quindi di un rilancio economico-sociale da parte delle Regioni Abruzzo, Marche, Umbria anche tramite l’impegno a preservare il loro patrimonio di biodiversità costituito dal lupo appenninico (che è bene ricordare pesa solo 25 kg se femmina e non supera i 35 kg se maschio) e contemporaneamente la ricchezza storica costituita dal possente mastino abruzzese della stazza di 50 kg che ancora si riproduce liberamente sui Sibillini e sui monti della Laga, oltre che su Gran Sasso e Majella, garantendo la purezza della discendenza per linea naturale. Infatti dal 1971, grazie all’Operazione san Francesco e al progetto “Arma Bianca” l’Italia è modello europeo per il successo ottenuto nel salvare il lupo italiano dall’estinzione tramite la tradizionale guardiania del mastino abruzzese, riuscendo a preservare e valorizzare contemporaneamente le peculiarità sia biologiche che culturali dell’Appennino. Tuttavia il lupo pur non essendo più in pericolo d’estinzione è ancora classificato come vulnerabile e pertanto la specie necessita di essere ancora particolarmente protetta. Inoltre sempre più la selezione cinofila del pastore maremmano-abruzzese va privilegiando, per motivi commerciali, invece che le attitudini caratteriali, alcuni canoni estetici del tutto inutili alla funzione di difesa delle greggi. L’introduzione incontrollata di razze canine estranee al nostro habitat come il cane lupo cecoslovacco ha ingenerato uno strumentale pressappochismo nell’allarmare rispetto ad un pericolo ibridazione e aggressività, senza che zoologi ed etologi possano diffondere informazioni scientifiche tramite mass media. Inoltre nelle Regioni ordinarie siamo in una fase estramamente critica per le zone agrosilvopastorali, perché è venuto meno l’unico corpo tecnico con funzioni di polizia in grado di vigilare sia sulla fauna che su cacciatori e allevatori, prevenendo e componendo le conflittualità con specifiche conoscenze e competenze. La popolazione ha perso col Corpo Forestale, oltre che colla polizia provinciale, ogni punto di riferimento e insieme il servizio attivo a prevenzione del reato, educazione al rispetto ed alla convivenza, recupero della fauna ferita. Il Corpo Forestale si prendeva cura dei territori demaniali e del patrimonio faunistico, in un’ottica completatamente diversa dai Carabinieri che non hanno mai amministrato, con impegno di fondi, mezzi e personale propri, animali e tenute che non appartenessero all’Arma , ma che rimanessero nella disponibilità effettiva e giuridica della collettività nazionale. Lo Stato dovrebbe ripartire con più oculatezza le competenze ministeriali, distinguendo gli usi economicistici ed imprenditoriali di coloro che svolgono professioni come agronomi, agricoltori, allevatori, tagliaboschi, balneari (dei cui interessi si fa carico il ministero dell’agricoltura) e i cittadini che non hanno un rapporto utilitaristico con i beni ambientali e faunistici in modo che anche questi ultimi siano rappresentati da un proprio garante nelle vesti del ministro dell’ambiente in grado d’interloquire riguardo a caccia pesca e foreste. Lo Stato deve assolvere i propri compiti con maggior efficenza tramite le istituzioni pubbliche preposte all’uopo, ad esempio facendo censire i lupi dall’ ISPRA, per assicurare unitarietà ed omogeneità nella gestione e fruizione del patrimonio nazionale, senza scaricare le proprie inettitudini e inadempienze sugli enti locali che poi subiscono il malcontento della cittadinanza che è costantemente depauperata di servizi e discriminata in base alla regione di residenza. Così come purtroppo è avvenuto ed avviene in Salento dove ulivi millenari sono cancellati impunemente dal patrimonio dei beni comuni senza che ne rimanga traccia neanche nella memoria per le future generazioni perché mai censiti come alberi monumentali da ente nazionale super partes.
Arianna Stocola – potete gentilmente spiegare a tutti cosa ci fanno delle capre al pascolo a inizio Dicembre in 50 cm di neve ? Quando dovrebbero essere già ricoverate in pianura? Potete spiegarmi perché non ostante ci siano state nevicate abbondanti e previste per giunta da giorni nessuno si sia preoccupato già da un pezzo di recuperare le capre ? E in fine perché non ci sono cani da guardiania in località dove si conosce la presenza del lupo da un bel po’? Forse in tutto questo la vera drammaticità è la poca presa coscienza e la difesa a spada tratta di chi il proprio lavoro forse forse non lo fa poi tanto bene .. e non serve venire dalla città qui per capirlo
Pasquale Luciani – Noi abbiamo 16 branchi e mai persa una pecora …un gregge senza cani e come una scatola di cioccolatini ad un party…
Alberto Montagna – Un caro amico pastore abruzzese un giorno mi disse ” il lupo seleziona non solo i selvatici ma anche i pastori in chi lo sa fare e chi no “. Sante parole
Marco Congiu – il lupo fa il lupo! Ci sono i sistemi attivi o passivi per cercare di limitare i danni.
L’essere umano è il suo egocentrismo.
Siamo ingranaggi di uno stesso motore. Quando ce ne renderemo conto avremo ben chiaro tutto il tempo perso!
L’essere umano è il suo egocentrismo.
Siamo ingranaggi di uno stesso motore. Quando ce ne renderemo conto avremo ben chiaro tutto il tempo perso!
Paola Centofanti – il modo di disincentivare la fauna ad attraversare le strade è già stata inventata è sperimentata con successo! Dato che però i dissuasori stradali hanno un costo nessuno li vuole applicare!ma è stata sperimentata anche su strade italiane con una diminuzione del 99% dell’ incidenza di incidenti dovuti a fauna per cui i metodi ci sono basta renderli obbligatori
Ornella Dorigatti – SERATA SUI LUPI
Trentino, gennaio – abbiamo avuto il piacere di partecipare ad una serata informativa (probabilmente finalizzata ai fini per raggiungimento per eventuali voti per le prossime elezioni)
In caso contrario non si capisce perché tutta questa miriade di serate informative che per il passato non ne avevamo mai visto un’ombra.
“MIKY” allians dott. Michele Dallapiccola, ex. assessore alla caccia, pesca, agricoltura, ecc…. si sta rivelando proprio un simpatico ultimamente. Ha spiegato in maniera pulita ed esaustiva le vissecitudini degli orsi e dei lupi del Trentino.
L’ho ha fatto in maniera ironica, in alcuni passaggi, così tanto per stemperare un po gli animi e noi non conoscevamo certo questo suo stile burlone.
Nel caso si trovasse a piedi con il proprio lavoro potrebbe trovare sicuramente lavoro in una qualche compagnia filodrammatica.
Certo che non si è risparmiato di fare del terrorismo psicologico,tra le righe,e su questo ci ha marciato parecchio, vista l’aula colma di cacciatori, pastori, allevatori e qualche animalista presente da lui puntualmente notato.
Gli abitanti della Vigolana (dopo questa serata pseudo informativa) e la serata secondo “MIKY” hanno paura ha tornare a casa a piedi. Certo sarebbe utile che la stessa platea sentisse un’altra campana per poter avere una consona informazione.
Tumori, pesticidi,incidenti automobilisti, di caccia, fanno in realtà un bel numero di morti, ma questo non fa notizia. Il problema è che il lupo non mangia le pecore dell’amico …. dell’amico.
Nonostante questo sembra che i recinti e i dissuasori che la precedente giunta stava adottando continuano ad avere una certa efficacia, di conseguenza spiace per i poveri allevatori che perdono dei capi di bestiame a loro affezionati, anche se alla fine vanno tutti al macello e vengono tramutati in denaro.
Per concludere al di là della sottile ironia a modesto parere la convivenza appare possibile. Non era della stessa idea il dott. Dallapiccola come un buon camaleonte si plasma e costruisce la propria relazione in base alla platea che si trova di fronte.
Forse qualcuno nel settore, sta capendo che i possibili voti non vengono solo da una piccola minoranza collocata in Trentino, ma la gente è sempre più sensibile a fattori ambientali e potrebbe portare i propri voti anche da un’altra parte.
Ricordiamoci che il lupo e l’orso sono animali protetti.
MADDALENA DI TOLLA DEFLORIAN – PERCHÉ MAI SI DEVE FOCALIZZARE UN MESSAGGIO ALLARMISTICO SU IPOTETICI E RARISSIMI “CONTATTI” E PARLARE DI PRONTO INTERVENTO DEL 112 (MANCO IL LUPO FOSSE UN CRIMINALE). QUESTO È L’UNICO MESSAGGIO DIFFUSO DA PARTE DELLA LISTA DEL SINDACO (ALTOPIANO DELLA VIGOLANA), SENZA CHE FINORA IL COMUNE ABBIA FATTO LA BENCHÈ MINIMA INFORMAZIONE COMPLESSA SUL LUPO. NON C’È ALCUN MOTIVO DI DIFFONDERE MESSAGGI SIMILI. IL LUPO È UN TASSELLO PREZIOSO DELLA BIODIVERSITÀ. I LUPI SONO NATURALMENTE PRESENTI AL LORO POSTO,DENTRO IL NOSTRO ECOSISTEMA. UN COMUNE SAGGIO NE PARLA IN MODO CORRETTO E COMPLESSO, ILLUSTRANDONE LE CARATTERISTICHE BIOLOGICHE ED ETOLOGICHE, SUGGERENDO CORRETTI COMPORTAMENTI DI RISPETTO, (E ANCHE MAGARI DI IMPEGNO PER LE PREVENZIONE AGLI ALLEVATORI). NON HO MAI VISTO CONSIGLI SIMILI SUI RISCHI DELLA CACCIA, PER DIRE, DA PARTE DEI NOSTRI COMUNI. EPPURE LA CACCIA UCCIDE OGNI ANNO CIRCA TRENTA PERSONE IN ITALIA E NE FERISCE CENTINAIA, UCCIDENDO ANCHE CENTINAIA DI ANIMALI DOMESTICI.
I LUPI, INVECE, NON UCCIDONO LE PERSONE IN TRENTINO E IN ITALIA. “ALLA VISTA DEL LUPO” SI GUARDA E BASTA, NON SI CHIAMA IL 112. MALE, MALISSIMO. QUESTA COMUNICAZIONE È SBAGLIATA.
I MAGNIFICI LUPI SONO TORNATI A CASA LORO, CHE È ANCHE CASA NOSTRA… BEH: CHE CHI PROVA FASTIDIO ANZICHÈ RENDERE IL POVERO LUPO OGGETTO DI ASTIO E PAURE ASSURDE, INFORMI E FORMI LA POPOLAZIONE ALLA SERENA CONVIVENZA CON UN ANIMALE ALPINO FINO AL MIDOLLO, CHE HA DIRITTO DI VIVERE QUI.
AGGIUNGO: I “CONFINI DEL CENTRO ABITATO” COSA VORREBBE DIRE IN VIGOLANA? I PRATI A LATO DELLA STATALE ALLA ROTONDA FRA I PAESI, SONO “CENTRO ABITATO”? AH, SE RAGIONIAMO COSÌ NON VOGLIAMO NESSUN LUPO, IN PRATICA. DA LÀ I LUPI PASSANO PER CAMBIARE VERSANTE, SALGONO E SCENDONO DA E VERSO IL BOSCO. ABBIAMO FRAZIONI SPARSE OVUNQUE. QUI TUTTO È BOSCO E CENTRO ABITATO INSIEME.
MCristina Solza – Hanno dimenticato una postilla: mentre prendi il telefono e digiti 112, il lupo è già sparito.
ALESSANDRO GHEZZER – L’ALLARMISMO DEMENZIALE
QUEI TRE PUNTI SAREBBERO VALIDI PER CHI AVVISTASSE I CACCIATORI PIUTTOSTO, VISTO CHE FANNO 30 MORTI OGNI ANNO.
Davide Celli – Istruzioni per l’uso. Vi entrano i ladri in casa? Non sparate, vi arrestano, poi vi condannano e buttano via la chiave. Come salvarsi? Comprate una quaglia, una lepre, un piccione, un fagiano, e allevatelo nelle vicinanze di casa. Arriva un ladro, sparate. L’avete colpito. Pazienza. Dite di essere un cacciatore. Nessuno vi farà niente e ne uscirete più puliti del culo di un bambino.