LA BELLA ADDORMENTATA

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Frustrazione, rabbia, queste le emozioni che si provano davanti a un tale scenario operativo. Sono mesi che lavoriamo così. Vorrei urlare la mia rabbia. Non mi sento impotente, questo mi toglierebbe la grinta e la forza di provarci, almeno provarci. Vorrei urlare si, a voi che con arroganza, ignoranza, superbia e prepotenza avete lasciato il nostro PAESE in balia di criminali che stanno riducendo in cenere immensi e meravigliosi territori. A voi che dovreste governare per migliorare il paese, non per ridurre la spesa pubblica ma per fare in modo che sia “ben spesa”. Quanto è costata questa estate? Quanta prevenzione si sarebbe potuta fare con questi soldi?

Domani, quando non ci sarà più neanche un albero da bruciare, mandate l’esercito, a guerra finita mandate l’esercito. Vi detesto, dal profondo del cuore.

“Ieri sera raggiungendo Campo Imperatore ci siamo ritrovati nel grande incendio che si è sviluppato di fronte Fonte Vetica, sembrava di essere sull’Etna. È stato uno scenario apocalittico, i focolai sono ancora purtroppo accesi. Passando ora di giorno rimani scioccato nel vedere che è tutto completamente bruciato, non ci sono più alberi ma solo persone che lì di fronte continuano a fare barbecue, selfie davanti a quello scenario e Fonte Vetica zeppa di bancarelle oscene, gente che non merita la generosità della natura, rombi di moto e potrei continuare all’infinito. Per concludere il mio rientro, passando per Rigopiano, ho visto per la prima volta il disastro della valanga e vi assicuro che non è paragonabile alle immagini viste in TV e con gli occhi lucidi vedere persone godersi picnic proprio lì davanti con i loro maledetti autoscatti. Lo spettacolo ed il silenzio dell’alba di stamattina a quasi 3000 s.l.m. sul Corno Piccolo e poco dopo lo scempio di chi si definisce “umano”.
Mi vergogno.”

Antonella Giordanelli – Fiera degli ovini di imprenditori/allevatori giunti con i loro TIR nel cuore del Parco nazionale e successo di presenze con 30mila persone, tra cui i 10 ragazzi che cucinando con carbonella hanno colposamente provocato l’incendio all’interno del Parco Naz. del Gran Sasso e dei monti della Laga…Modernità per modernità propongo d’impiantare faggete millenarie negli enormi padiglioni fieristici di Rimini, così noi appassionati di montagna, attrezzati di zaini e scarponi, potremo godere delle bellezze naturali incontaminate! Intanto acrobatismi di Canader lanciano inutile e dannoso ritardante in luoghi impervi dove le squadre a terra non possono arrivare e il bagliore degli incendi invano ha messo in risalto i monti il cui profilo mostra LA BELLA ADDORMENTATA: l’ Italia vacuamente balneare in tutte le stagioni.

Alberto Colazilli – Un fatto gravissimo che poteva diventare una strage mettendo a rischio la vita di 30 mila persone. Un paesaggio unico al mondo devastato. Una baracconata mal organizzata e con controlli superficiali che viene vista come un alto momento turistico e che in realtà a portato a Campo Imperatore la feccia dell’Abruzzo. Ecco come siamo ridotti. Ma non era parco nazionale????

Giulio De Collibus – MALEDETTI INCAPACI CON IL FUOCO COME CON LA NEVE ( ma non sempre).
Il più importante patrimonio ambientale e paesaggistico d’Abruzzo va a fuoco per incapacità, ottusità, menefreghismo , disorganizzazione di tutte le istituzioni. Peccato che tutto ciò non sia coinciso con qualche edizione inutile e costosa di ” Abruzzo open day”.
Eppure, quando il presidente D’Alfonso presentò il piano regionale antincendi, il sindacato del Vigili del Fuoco, lo dichiarò subito inadeguato.
D’altra parte, lo smantellamento criminale della struttura nazionale di protezione civile realizzato in odio a Bertolaso, ha dato i suoi luciferi effetti. Aggiungiamo pure il modo dilettantesco in cui è stato sciolto il Corpo Forestale dello Stato.
Eppure questa classe dirigente dimostra ancora alcune notevoli capacità: quella, ad esempio,di l far costare un tratto di superstrada ben 36 milioni di euro a chilometro o nel progettare porti faraonici destinati all’insabbiamento.

Giampaolo Concas‎ – ho visto un servizio sulla 7 dove venivano mostrati i militari che a Roma presidiavano la pineta bruciata, vederli mi ha strappato un sorriso (da Forestale è sicuramente molto amaro e a denti stretti) la giornalista diceva che l’esercito era lì a presidiare ed estinguere gli incendi, ma davvero esiste gente convinta che il fuoco si spegne con il mitra? (quello avevano in mano i soldati) o che la presenza degli stessi in una pineta già bruciata impedisca altri roghi? e anche quanto poco costa l’impiego (utilissimo!) dell’esercito di fronte all’enorme risparmio ottenuto sopprimendo il CFS? (non parlatemi di accorpamento che mi fa male al cuore).
Roberto Scipioni Rimini – Ma possibile che in Italia non possa funzionare nulla se non inserito nelle forze armate, ma avete mai visto come funziona nei paesi che funzionano?

Le cose dei civili si lasciano fare ai civili, la polizia forestale è civile in tutto il mondo e una forza armata come i carabinieri non esiste da nessuna parte del mondo civile, per fare un esempio e come se negli USA i marines invadessero tutti i campi della vita civile, compresi gli uffici del lavoro, da noi è militare anche la polizia tributaria è infatti abbiamo un evasione fiscale vicina allo zero.

Rossano Viscogliosi – La piromania è una patologia, i piromani quasi non esistono in natura. Esistono i delinquenti ed i criminali che d’estate fanno anche gli incendiari. Nell’eterna lotta tra guardie e ladri, se tu sopprimi le guardie specifiche ed addestrate in una determinata materia, dai come segnale che quella materia non ti interessa e il criminale lo coglie appieno quel segnale. Risultato: incendi più che raddoppiati rispetto al 2016 (e siamo ancora ad agosto). Cmq i forestali ci sono sempre sotto altre vesti, fanno tutto ciò che facevano prima meno la direzione operazioni di spegnimento (tranne i pochissimi passati nei vvf). È l’input dato dal governo ai criminali l’errore tragico.
Viva la mia grande Forestale…. che tristezza….Un paese in ginocchio Grazie a scelte scellerate e senza un minimo di confronto con chi a suo tempo queste cose le diceva ma tutti erano sordi!!!

Simone Angelucci  (Sindaco di Caramanico Terme)

Fuoco e fiamme sulla Majella
Non ce la fate.
Dovesse ogni albero annerire,
ogni cespuglio diventare carbone, ogni pietra rovente, ogni fiore incenerire.
Non ce la fate. Soldati dell’ignoranza. Profeti del nulla.
Questa TERRA NON VI SARÀ CONSEGNATA!

Angelo Vaccaro 

LA GRANDE MADRE SILA
La Grande Madre Sila, era una straordinaria foresta del Pianeta Terra nel cuore del Mare Mediterraneo, e fu la culla di fiorenti civiltà antiche. Grazie al suo legname pregiato, alla sua resina e alle sue acque vi prosperarono popoli straordinari come gli Enotri e i Bretti e fu la culla della Magna Grecia. I Romani e i Normanni vi abbeverarono le loro mandrie e vi costruirono le loro navi possenti. La grande madre sopravvisse al dominio dei popoli e accolse e fece prosperare la biodiversità più imponente di quel pianeta. Nel XXI secolo d.C. sotto il dominio dell’ultimo popolo che vi dimorò fu distrutta dalle fiamme per profitto di pochi, e per incapacità e indifferenza di molti.

(Da un file rinvenuto su un pianeta di Alfa Centauri nell’anno 6017)

TUTTO DA RICOSTRUIRE 24 agosto 2016/17

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La CROCE ROSSA non c’è più dal 19 agosto 2016 perché è stata smilitarizzata e il personale (17mila riservisti e 780 effettivi) è stato posto in congedo con effetto retroattivo a valere dal 21 luglio.
Tuttavia uomini ex militari con mezzi ex militari sono inviati nelle zone terremotatele già dopo poche ore per prestare soccorsi come personale Croce Rossa, senza però indossare l’uniforme, ma con abiti borghesi, in attesa di essere vestiti con le tute rosse dei volontari. Questi ex militari, ex “volontari” del Corpo militare della Croce Rossa (per una settimana) il successivo 1 settembre si sono dovuti presentare nei loro nuovi posti di lavoro, presso le amministrazioni civili dello Stato. 


Nel luglio 2017 il Tar del Lazio, rimette al vaglio della Corte costituzionale l’intero decreto legislativo 178/2012 di riorganizzazione della Croce rossa, ritenendo “non manifestamente infondate questioni di costituzionalità, riferibili ai seguenti articoli della Costituzione: 1 (per adozione, da parte del Governo, di iniziative di rilievo politico, non riconducibili al legislatore delegante), 76 (per eccesso di delega, sotto gli specifici profili evidenziati), 3 e 97 (per l’irrazionalità di scelte, destinate ad incidere su servizi di assoluta valenza per la salute, l’incolumità e l’ordine pubblico, senza adeguato bilanciamento fra le esigenze sottostanti a tali servizi e le contrapposte ragioni di contenimento della spesa), art. 117, anche per quanto attiene alle modalità di tutela dei lavoratori, con riferimento agli aspetti patrimoniali del rapporto di lavoro.”.

Il CORPO FORESTALE DELLO STATO è ancora operativo nel 2016 e si prodiga per primo nel terremoto, destando ammirazione e gratitudine tanto che la stampa straniera gli dedica le sue prime pagine, ma in Italia financo il suo nome è sottaciuto da ministri e giornalisti perché è già stata fissata improrogabilmente la data del 1 gennaio 2017 per il suo smembramento tra VVF, CC, GdF, PS e Minpaaf. Mentre tutto crolla e rovina, gli agenti sono attivi e rimangono fedeli al motto della Forestale attendendo, operosi e silenti, la pubblicazione del Dlgs del 28 luglio 2016 in Gazzetta ufficiale e i decreti del Capo del Corpo. Esemplari le parole riferite alla Croce Rossa di uno di loro,Goffredo Capua • Lavora presso Corpo Forestale dello Stato: Anche Noi CFS siamo stati cancellati in attesa si sapere il Ns Futuro Ma da ITALIANI Facciamo Sempre e Cmq il Ns Dovere. 


Nell’agosto 2017 il TAR di Pescara trasmette alla Consulta il Dlgs 177/2016 per dubbi sulla sua costituzionalità così argomentando:
<Il diritto alla tutela e salvaguardia dell’ambiente rientra nell’ambito di tutela del diritto alla salute, deve ritenersi che anch’esso sia un diritto incomprimibile, e perciò non sacrificabile per mere esigenze di bilancio e risparmio di spesa. Proprio perché l’obiettivo della delega era quello di mantenere gli attuali livelli di presidio ambientale e salvaguardare le professionalità esistenti, con essa si riconosceva implicitamente che il Corpo aveva garantito adeguati livelli di professionalità e funzionalità .
Quindi l’unico obiettivo dell’accorpamento desumibile dalla legge delega è l’esigenza di “razionalizzare i costi”, che sostanzialmente in termini aziendalistici vuol dire attuare dei risparmi di spesa, mantenendo gli stessi livelli di efficienza e produttività.
Con riferimento alla “militarizzazione” coattiva della maggior parte del personale del disciolto Corpo Forestale, il giudizio del TAR non rinviene argomenti a favore della legittimità costituzionale della scelta del Governo neanche nel parere del Consiglio di Stato in cui si espongono alcune giustificazioni in merito alla presunta razionalità alla scelta discrezionale del Governo, considerando ad esempio che “le stazioni del Corpo forestale vanno ad affiancarsi al già capillare reticolo dei presidi dei Carabinieri con prevedibili riflessi postivi sulla qualità e sull’intensità del controllo del territorio”.
Proprio perché la capillarità era già presente nel Corpo Forestale così come nell’Arma dei Carabinieri, non si comprende infatti cosa abbia aggiunto tale incorporazione all’una o all’altra Forza di Polizia;
la lotta alla criminalità organizzata (e quindi anche a quella dedita a reati di tipo ambientale), poi, come noto, tra le altre Forze di Polizia, non è appannaggio esclusivo dei Carabinieri; nulla nella legge delega consentiva al Governo di ritenersi espressamente autorizzato a “militarizzare” il personale del disciolto Corpo Forestale dello Stato, quindi a mutare la condizione di quanti vogliono continuare a svolgere le pregresse funzioni e a esercitare tali professionalità. Non appare affatto una dato di comune esperienza o logica ritenere che la mera “militarizzazione” comporti una maggior efficienza ed efficacia organizzativa. La scelta del Governo non si presenta neanche razionale, atteso che la scelta della militarizzazione, a fronte del notevole sacrificio imposto al personale, non appare proporzionale allo scopo del mantenimento dell’efficienza che al Corpo è sempre stata riconosciuta.
Se così fosse, del resto, si sarebbe viceversa proceduto nel tempo alla militarizzazione di tutte le Forze di Polizia ad ordinamento civile, e specie quelle con maggior sovrapposizione funzionale con altre a ordinamento militare, quindi principalmente la Polizia di Stato.
Appare del tutto contraddittorio voler razionalizzare i costi – vale a dire perseguire un risparmio di spesa mantenendo gli attuali livelli di presidio dell’ambiente e la salvaguardia delle professionalità esistenti, delle specialità e dell’unitarietà delle funzioni da attribuire – smembrando un Corpo di Polizia a competenza specialistica che non ha significative sovrapposizioni di funzioni e professionalità con le altre esistenti (tanto è vero che, per mantenere i medesimi livelli funzionali e professionali è necessario trasferire tutti i mezzi e le funzioni ad altra Forza di polizia).
A meno che non si voglia ritenere che la semplice riduzione numerica delle Forze di polizia possa condurre a un risparmio di spesa, a parità di mezzi e personale impiegato, e ciò pur senza eliminare significative sovrapposizioni di funzioni (che non si rinvenivano tra il Corpo Forestale e l’Arma dei Carabinieri), ma viceversa disperdendo un patrimonio culturale specialistico in complesse operazioni di riorganizzazione, quindi non semplificando un collaudato sistema di protezione ambientale ma disciogliendolo in vari rivoli, così ponendo semmai nuovi problemi di riorganizzazione e riconsolidamento di meccanismi e dinamiche operative e addestrative maturate negli anni, che richiederanno evidentemente del tempo per ricomporsi nell’esercizio quotidiano delle funzioni.

I BORGHI DELL’ APPENNINO  da ben prima dell’estate 2016  temono per la loro sopravvivenza e NO TUBO riunisce decine di associazioni impegnate, alcune da 13 anni, nei territori di Marche, Umbria, Abruzzo, Lazio e Toscana, a combattere il progetto SNAM metanodotto “Rete Adriatica”, che devasterebbe territori ad alto rischio sismico con un’opera assolutamente inutile per la collettività italiana che trasformerebbe la penisola in un hub del gas. Infatti nel progetto il metanodotto, attraversando l’intera penisola da Brindisi a Minerbio per circa 700km, intercetta e si sovrappone all’intero sistema di faglie attive dell’Appennino Centrale. Ogni comune attraversato è un epicentro a tutti tristemente noto: L’Aquila, Norcia, Foligno, Visso, Cascia, Preci… tanto per citare i più ‘famosi’. Un’opera che porterebbe solo utili alla multinazionale e utilizzerebbe i territori esclusivamente come ‘servitù di passaggio’. Centrali e cabine di decompressione/ripressurizzazione verrebbero realizzate in zone ad alto rischio sismico come la Valle Peligna, Cittareale a pochissimi km da Norcia, Accumuli…
Il tubo di 1,2 mt, posto a 5 mt di profondità con 75 bar di pressione ( i terremoti si attestano su ipocentri di 8 – 11 km e spaccano strade e montagne…), necessita di una servitù di cica 40 mt per la posa del tubo, e la costruzione di strade per consentire l’accesso dei mezzi ai cantieri.
Intere aree naturali verrebbero devastate, corsi d’acqua attraversati più e più volte con lavori di scavo in alveo.

Nel 2017 la cittadinanza attiva di NO TUBO in raccordo con NOTAP del Salento protesta contro l’opera nella sua interezza  sia contro la deportazione delle popolazioni terremotate, per le quali rivendica il diritto alla ricostruzione dei borghi e dei paesi di montagna devastati dal sisma, garantendone la storia, lo stile e l’urbanistica, sia contro la distruzione dell’ecosistema con estinzione di specie endemiche, chiedendo:< Boschi sull’Appennino>. …E infatti Maria Elena Boschi è nominata commissario per le zone terremotate, allo scadere nell’ agosto 2017 del mandato di Errani. Errori Errani non ha fatto e nessun danno, ché anzi gli si può attribuire il nulla fatto. Previdente, ha risparmiato la spesa di provvisorie casette in finto legno e i costi per lo sgombro delle macerie perché comunque saranno spianate insieme a tutto l’Appennino per far posto ai giganteschi cantieri necessari per interrare nelle colate di cemento gli enormi tubi dei tre gasdotti snam, tap, poseidon provenienti da Azerbaijan, Israele, Algeria a cui il ministro Galletti ha dato entusiastico V.I.A.

Antonella Giordanelli

FERRAGOSTO A FERRO E FUOCO

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CARTOLINE dall’ITALIA

Roma – Rottamazione
operatori ecologici a Consulta per recuperare quanto è Stato nei CCassonetti generalisti.

Abruzzo Marche Umbria – Tecnologia da dio!
il tracciato dei tre gasdotti snam tap, poseidon da Argebaijan, Israele, Algeria potrà risalire tutta la dorsale appenninica senza dover attenersi a distanza di sicurezza da rete viaria terremotata e centri rurali spopolati: manufatti dovranno essere solo cantieri e strade per il trasporto eccezionale degli enormi tubi, previa spianatura macerie, abbattimento boschi, deviazione fiumi.

Salento – pizzica e tipTAP
estirpazione e insabbiatura delle mitiche praterie di poseidonia nei fondali marini; capitozzatura, eradicazione, impacchettamento, invasamento e rinterramento (tra qualche anno) nei millenari uliveti.

Sicilia – Fuochi pirotecnici h24
con niente finanziamenti in bilancio per il Corpo Forestale regionale, con 600 Agenti forestali (a breve dimezzati), con un elicottero dei VVF (diminuizione in 3 anni da 9 elicotteri privati a 4 CFS), con 3000 operai idraulico-forestali stagionali con contratti a termine (senza alcuna assunzione o indennità legata a incendi)

Trentino – PATchetto turistico 1×4 (bersaglio 1orsa+3cuccioli)
zona orsi in grandi cartelli pubblicitari dove i turisti possono vedere orsetti-logo comportarsi da orsi-testimonial.

Italia – Ferragosto a ferro e fuoco
riformato l’antico grigio Forestale in razionale grigio cenere.

TERRORISMO e SOLUZIONI FINALI

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Vi racconto una storia .(assolutamente di fantasia e priva di connessioni con la cronaca di questi giorni) 

Viviamo in un ricco paese , dove si spaccia per natura ogni peto che vi passa . Tutto è assolutamente naturale , dalle mele all’ azzurro dei laghi quando non virano al rosso , dai magnifici castelli fino al misticismo delle piccole chiesette . Tutto è naturale , anche i prati falciati che diventano stupende pista da sci d’inverno , tutto è natura anche gli orsi , i cervi , il lupo , la lince , la marmotta e l’aquila che alta vola su questa terra benedetta da Dio . Tutto ti porta a considerare felice ed armoniosa questa terra dove il laborioso uomo convive in pace e in simbiosi con ciò che lo circonda .
Però si può fare di più ! Si può aumentare la superficie dei prati , si possono fare altri alloggi temporanei per gli uomini così che possano godere della natura in pace , tranquilli . Come possiamo aumentare la felicità degli uomini ? Pensandoci bene anche se una marmotta sparisce , se un aquila s’impaglia , se una lince s’impelliccia o un orsa si impallina cosa cambia ? La natura resta tale , le mele continuano ad irrorarsi , l’azzurro- rosso lago s’infogna i castelli e le chiesette non si mutano ma soprattutto i bei verdi prati che virano al candido in inverno saranno pieni di umani paganti invece che orsi terrificanti . In fin dei conti una 9,3 x 62 costa così poco e in compenso di dà così tanto .Tra un paio di mesi nessuno ricorderà di come abbiamo progettato e portato a termine questi bellissimi prati ! Nessuno ricorderà più il 9,3×62 , sarà bellissimo dormire in nuovi alberghi e salire al vertice del bianco prato con una splendida cabinovia !
Sì , questa magica e naturale terra esiste , ed è vicina lontana da noi . Anzi , sarà per sempre lontana , troppo lontana dalla mia idea di natura .
Massimo Mersecchi

 

Tra qualche giorno, per la precisione il 23 agosto, sarà di nuovo messo in calendario il piano lupo che ne prevede gli abbattimenti. Già, perché nel frattempo hanno lavorato sulle bufale per diffamare ancora i lupi. E prepariamoci all’ennesima scarica di bufale mediatiche!! Finte uccisioni di bestiame, ibridi fotografati e Legali (perché purtroppo ancora lo sono) fatti passare per lupi, finti allarmi di ibridi con annessi fantomatici lupi neri (scenario già visto e risalente agli anni 80 e 90!)….e nel frattempo, chi organizza e mette su questo teatrino, continua in Abruzzo a viziare ed adescare con esche olfattive gli orsi marsicani nei centri abitati….per creare disordini, incidenti e magari, tra lupi ed orsi, si possono mettere tante recinzioni elettrificate, per cui questi soggetti si spartiscono i soldi elargiti per risolvere il problema creato da loro, soggetti inseriti qui e lì nei parchi, pagati con soldi pubblici per fare Anche questo, ovvero creare problemi! Insomma, una bella associazione a delinquere, che dire….e una gran bella truffa! E se poi si esportasse anche altrove questo modello? Finti mastini abruzzesi, recinzioni elettrificate, ….no problem! Ci stanno già provando!
Carla La Barbera

 

L’Umbria dovrebbe continuare a impegnarsi a preservare il suo patrimonio di biodiversità costituito dal lupo appenninico che è bene ricordare pesa solo 25 kg se femmina e non supera i 35 kg se maschio e contemporaneamente la sua ricchezza storica costituita dal possente mastino abruzzese della stazza di 50 kg che ancora si riproduce liberamente sui Sibillini, garantendo la purezza della discendenza per linea naturale. Infatti dal 1971, grazie all’Operazione san Francesco e al progetto Arma Bianca l’Italia è modello europeo per il successo ottenuto nel salvare il lupo italiano dall’estinzione tramite la tradizionale guardiania del mastino abruzzese, riuscendo a preservare e valorizzare contemporaneamente le peculiarità sia biologiche che culturali dell’Appennino. Tuttavia il lupo pur non essendo più in pericolo d’estinzione è ancora classificato come vulnerabile e pertanto la specie necessita di essere ancora particolarmente protetta. Inoltre sempre più la selezione cinofila del pastore maremmano-abruzzese va privilegiando per motivi commerciali invece che le attitudini caratteriali alcuni canoni estetici del tutto inutili alla funzione di difesa delle greggi. L’introduzione incontrollata di razze canine estranee al nostro habitat come il cane lupo cecoslovacco ha ingenerato uno strumentale pressappochismo nell’allarmare rispetto ad un pericolo ibridazione e aggressività, senza che biologi ed etologi possano diffondere informazioni scientifiche tramite mass media. Legalizzare da parte dello Stato di diritto una qualsivoglia forma di abbattimento dei lupi e dei cani vaganti, costituirebbe alibi per ogni cittadino che si ritenesse, a torto o a ragione, legittimato a “selecontrollare” canidi tramite propri criteri soggettivi. Nelle Regioni ordinarie si prevede una fase estramamente critica per le zone agrosilvopastorali, perché è venuto improvvisamente meno l’unico corpo tecnico con funzioni di polizia in grado di vigilare sia sulla fauna che su cacciatori e allevatori, prevenendo e componendo le conflittualità con specifiche conoscenze e competenze. La popolazione ha perso col Corpo Forestale, oltre che colla polizia provinciale, ogni punto di riferimento e ormai sul territorio, non solo montano, nessuno, albero o animale o umano, è più tutelato come l’anno scorso. Togliere, con una deroga vaga quanto pericolosa, protezione e diritti consolidati in norme e prassi attuate da 30 anni destabilizzerebbe l’opinione pubblica e l’etica civica maturata nelle ultime generazioni di italiani e di europei. Lo Stato deve assolvere i propri compiti tramite le istituzioni pubbliche preposte all’uopo, come, ad esempio far censire i lupi dall’ ISPRA, per garantire unitarietà ed omogeneità nella gestione e fruizione del patrimonio nazionale e demaniale, senza scaricare le proprie inettitudini e inadempienze sugli enti locali che poi subiscono il malcontento della cittadinanza che è costantemente depauperata di servizi e discriminata in base alla regione di residenza.
Senza contare la ricaduta negativa che proprio l’Umbria patirebbe perché non solo la comunità scientifica ma anche la società civile di tutto il mondo s’è mobilitata in difesa del lupo; l’immagine internazionale di Assisi e Gubbio sarebbe gravemente compromessa con danni economici per quell’indotto già duramente penalizzato dal terremoto. Non sono state certo predazioni a decimare il bestiame senza più stalle, ma la neve e la cessazione dell’assistenza fornita dalla Forestale sino al 31 dicembre.
Antonella Giordanelli

 

QUANDO I PARCHI CADONO IN GESTIONE DELLA FALSA-ECOLOGIA SPECULATIVA
assomigliano sempre più a speculativi a mega-centri Ospedalieri!
Qualche anno fa finìi in visita ad un piccolo Parco naturale del sud Italia.
Biglietto di ingresso! BIGLIETTO DI INGRESSO! E già un’ eresia immonda!
E dentro incontrai la segnalazione di strani interventi con cartellonistica relativamente al fiume, non ricordo ora perché, forse sui gamberi, o su virus di gamberi o di anfibi, non ricordo di preciso, forse interventi a base di chimica? O interventi volti a uccidere degli animali reputati alieni?
La cosa però oggi la rileggo come falsa-ecologia speculativa!!!
All’ epoca solo il senso di fastidio provato alla vista di quello stupro interventista terrorista sul paesaggio.
Nel percorso obbligato persino brutte ringhiere in metallo industriale e cemento.
Poi per un bel alveare non vi dico che schifo di cartellonistica pure, neppure fosse chissà quale pericolo! Zona transennata nel parco neppure ci fosse dietro un incidente automobilistico.
Son parchi che cadono nelle mani di falsi-ecologisti malo-politici, ecco perché bene sempre invocare la gestione a
“RISERVA INTEGRALE” o quasi, con piantumazioni e reintroduzioni permesse, e idem lasciando che si svolgano con criterio le antiche attività silvo-agro-pastorali!
Ma occorre impedire ai terroristi fossilizzatori di ogni cosa, che non sanno o furbescamente con disonestà intellettuale non vogliono leggere il respiro e le dinamiche della Terra, della Natura, ad esempio attraverso i fenomeni rappresentati dalle periodiche parassitosi di parassiti specie viventi anche loro, a volte anche di bellissimi insetti, o rappresentati dall’ arrivo di nuove specie, di far allarmismo strumentale per piani speculativi di vario tipo, come se la vita si fermerebbe senza il loro intervento a base di pesticidi, farmaci coatti, rastrellamenti e allontanamenti con segregazione di specie, biocidi, sterilizzazioni, ed altre manomissioni ed imposizioni … costose, pagate dal pubblico e da cittadini cui si son strappate le lacrime artatamente.
E al senso di Meraviglia che dovrebbe lì infondere ogni cosa, meraviglia e curiosità per una viva Natura dinamicissima, attiva e all’ opera sempre, che anche nel rapporto preda-predatore, su cui agire, ritrova vecchi o ricostruisce nuovi e più ricchi equilibri di specie, che si adattano evolutivamente al contesto e che modificano il contesto al contempo alle loro esigenze,
si sostituisce con tanta propaganda un senso strumentale di morte nel visitatore o abitante dei luoghi, di indotto sconforto, di fine di ogni cosa, di degrado, di ribrezzo per quel territorio che si presenta volutamente come “malato” e bisognoso di costose cure, ed è la eco-speculazione nelle sue miriadi di forme, che giungono persino al disboscamento eradicativo forzato pro lucrose biomasse, al divieto di allevamento e coltivazione delle specie e varietà della tradizione e della Natura, fino al nullaosta alla mega industria detta strumentalmente “green” portata nel paesaggio del parco a sua devastazione, come soluzione(?), sì la “soluzione finale”!
Oreste Caroppo

IMPUNITI

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Ho incontrato un geco. Era davvero grande, bello, mai visto uno così… ma se ne stava immobile sul marciapiede appena fuori l’ingresso di un condominio. Strano posto per un geco. Osservandolo meglio, ho visto del sangue uscire da una zona che ritengo fosse l’orecchio. Lui cercava di muoversi poichè impaurito dalla mia presenza e quella delle mie cagnette. Ma si muoveva lento, troppo lento per un geco. Poi ho visto che anche dall’altro lato iniziava ad uscire del sangue. Ho capito, pochi istanti prima ho visto un uomo entrare in quel posto, per poi uscirne un attimo e rientrare subito dopo. Ho capito, quell’individuo molto probabilmente ha sorpreso il geco sul muro, mentre se ne stava in attesa vicino il lampioncino, come fanno solitamente i suoi simili e lo deve aver colpito, forse schiacciato e poi gettato sul marciapiede. Non ho potuto far altro che prendere quel corpicino morbido e fresco, che non ha opposto resistenza e posarlo con delicatezza tra le piante e la terra per lasciare che, almeno, morisse in pace. Nascosto dalle minacce di questo mondo infame. Non avevo mai visto un geco così grande e bello. Per me rappresentava qualcosa di meraviglioso ed unico, verso cui avere profondo e sincero rispetto. Per un altro, un uomo come tanti, rappresentava solamente qualcosa da schiacciare e gettare via. L’uomo, normalmente, considera ogni altro animale indegno di stare al mondo e di condividere con lui lo stesso habitat. Tranne quando gli fa comodo. Con arrogante disprezzo e presunzione, si sente forte… con i deboli. Uomo di merda, che tu possa passare una notte piena di incubi. Sarebbe troppo sperare in un risveglio stile Gregor Samsa, magari ritrovandoti nel corpo di un geco avresti una bella lezione di vita.

Ciao piccolo grande animale. Io non potevo fare di più. Mi spiace.

Alessandro Di Rienzo

 

 

Il ciclo di vita ursina è quarant’anni: in Trentino nessuno ne ha raggiunto nemmeno la metà,

nessuno dei capostipiti in Trentino dal 2000/2004 è vivo,

 nessun orso è morto di morte naturale in Trentino.

 Della prima generazione nata in Trentino da Kirka, in Trentino a 3 anni (2001) morta d’anestetico nel 2008, e da Joze, in Trentino a 6 anni (2004) sparato nel 2013,

MAMMA KJ2  GIA’ UCCISA IL

 

10 AGOSTO

San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.

Ritornava una rondine al tetto:
l’uccisero: cadde tra spini:
ella aveva nel becco un insetto:
la cena de’ suoi rondinini.

Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell’ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.

Anche un uomo tornava al suo nido:
l’uccisero: disse: Perdono;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono…

Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.

E tu, Cielo, dall’alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d’un pianto di stelle lo inondi
quest’atomo opaco del Male!

 

(da Myricae di Giovanni Pascoli)

Ex silvis ad gloriam !

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Come ex dirigente del cfs assegnato al mipaaf senza consenso alcuno a fare il dirigente del nulla senza incarico e con perdita economica sostanziosa, leggo tutti i vostri messaggi amari, pieni di sale e di legittima e condivisibile rabbia. Vi comprendo tutti, perché sto vivendo sulla mia pelle le stesse vostre ingiustizie e sofferenze.
 Ho lottato , insieme a molti di voi, fino al 31 dicembre 2016 per salvare il nostro amato Corpo forestale dello Stato, ma ho trovato sempre un muro politico più alto è più forte di noi. Ho provato, con alcuni di voi, in questi mesi a far inserire nel decreto correttivo al decreto legislativo n.177/2016 modifiche in favore del personale, ma ho sempre trovato un muro di gomma che ci ha schiacciato, facendoci sentire delle nullità.
Sto contattando alcuni movimenti e partiti politici per ricostruire nella prossima legislatura un servizio forestale nazionale ad ordinamento civile. Ma temo di ricevere solo promesse elettorali (tuttavia, con i 5 stelle il progetto è molto più serio e avanzato). Andrò avanti fino all’ultimo: ultimo tra gli ultimi, a mantenere viva la plurisecolare importanza del Corpo forestale in questo martoriato Paese. Lotterò con le unghie per ricostruire un amministrazione forestale dello Stato ad ordinamento civile. 
Presto, salvo modifiche dell’ultimo momento, andrò a ricoprire un incarico incisivo nella istituenda Direzione generale delle foreste e forse avrò finalmente qualche strumento in più per difendere il nostro ricchissimo patrimonio boschivo, le nostre bellissime foreste e i nostri numerosissimi alberi monumentali. Vi invito tutti da un lato a resistere e a non mollare mai e dall ‘ altro a restare tranquilli, a sedare la vostra comprensibile rabbia, a mettere da parte lo stress e soprattutto a non deprimervi e a controllare le vostre reazioni, senza scadere mai nel turpiloquio o peggio nel vilipendio. Accettate con serenità i nuovi incarichi, in qualunque amministrazione dello Stato siete transitati. Cogliete le nuove opportunità professionali. Siate ottimisti. Pensate sempre in positivo. Resistete a questi cambiamenti e non fatevi cambiare. Mantenere nei vostri cuori l’anima del forestale, nel vostro spirito i valori del forestale e nelle vostre menti la professionalità del forestale.
Trovate nei valori forestali più veri e autentici la forza per rialzarvi in piedi e tornare più forti di prima. E soprattutto siate sempre pronti a lottare per ricostituire presto una nostra nuova casa. Siamo nel giusto. Non abbiamo commesso alcun errore. Eravamo i migliori. Siamo rimasti brave persone, grandi lavoratori e persone altamente formate, qualificate e specializzate. Non abbiamo nulla di cui vergognarsi, ma solo tanti valori e principi di cui andare fieri. Dobbiamo solo recuperare fiducia in noi stessi, ritrovando quel sano orgoglio e spirito di corpo che ci ha sempre unito. Lo dobbiamo a noi stessi , al nostro glorioso Corpo forestale e alla parte migliore della nostra amata Italia. Ce la faremo. Insieme, uniti e resilienti. Con tanto affetto, da un vostro ex dirigente forestale 
Ex silvis ad gloriam!

 

Dal diario di un assistente:

Giorno 4 Agosto 2015, ore 5:30.
La notte è stata lunga. Da casa di un mio fraterno collega che mi ha ospitato, guardo e osservo il Monte Terminillo sotto un meraviglioso cielo stellato. E’ quasi l’alba: le montagne e i boschi circostanti sono baciati dai primi raggi del sole, il cinguettio degli uccelli incomincia a farsi sentire; la brezza fresca mattutina mi penetra negli occhi; inevitabilmente mi affiorano dei pensieri. Penso al mio lavoro, alla mia cara ed amata divisa, ai miei colleghi predecessori in vita ed in cielo che hanno conservato e protetto questo patrimonio naturale per me e per tutti gli Italiani, e purtroppo, senza volerlo scoppio in lacrime. Mi è capitato rare volte di piangere nella vita, ma in questo periodo della vita sono davvero tanto triste ed affranto. Finora, l’Amministrazione mi ha regalato più dissapori che gioie, ma sono ugualmente e perdutamente innamorato. Tante sono ed erano le cose che non funzionavano, ma non per questo meritavamo la soppressione. Sapevo che la politica fosse marcia e schifosa, ma non pensavo mai arrivasse al punto di cancellare ben 193 di storia al servizio della natura per il Paese.
Stamattina scendo in piazza a Roma convinto più che mai, contro le lobby politiche di ogni colore(soprattutto rosse), contro il “bullo fiorentino” ed il suo governo di “non eletti”, contro quei colleghi che hanno sempre sperato in una nostra chiusura e contro quei Superiori che con discorsi “perbenisti e moralisti” (alla Renzi) accettano il passaggio nei CC , senza aver mai indossato una divisa.
Messaggio per il Presidente scout Renzi : se Anziché andare a giocare da Mike Buongiorno alla Ruota della Fortuna, avessi marciato (io ti avrei fatto marcire) indossando le stellette qualcosa di meglio di certo riuscivi a fare… PDiota!!! ……
ed ora LEGGI, CHINATI, BACIALA, MEDITA e poi POMPA…..ALLIEVO RENZI!!!
Le decorazioni e le onorificenze alla bandiera del Corpo forestale dello Stato sono:
1.Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia: Guerra Italo-Etiopica (1935-1936)
Conferita dal Re come Capo e Gran Maestro dell’Ordine Militare di Savoia.
Motivazione: “Sempre magnifica nelle più aspre battaglie, seppe credere, obbedire, combattere, dando il più generoso contributo di valore e di sangue per la gloria e le insegne di Roma”. Roma 27 gennaio 1937

  1. Medaglia d’Argento al Valor Militare: Guerra Italo-Etiopica (1935-1936)
    Conferita dal Re su proposta del Capo del Governo.
    Motivazione: “In sei mesi di aspra campagna sia nella difesa, che nell’offesa, si prodigava in fatica, valore e coraggio, oltre ogni limite di sacrificio. In violenti combattimenti ha inflitto al nemico fortissime perdite, spianando la via alla vittoriosa avanzata bagnando con sangue generoso delle sue camicie nere il terreno conquistato dal valore dei figli della nuova Italia”. Somalia, dicembre 1935 – maggio 1936
  2. Medaglia d’Oro al Valor Civile: Per le avversità atmosferiche (1956)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “Sotto l’imperversare delle eccezionali nevicate dell’inverno scorso, il Corpo forestale dello Stato si prodigava con alto senso del dovere, dedizione assoluta e spirito di umana solidarietà, nell’opera di soccorso alle popolazioni duramente colpite.
    In nobile gara di altruismo i forestali portavano nelle località impervie il loro aiuto fraterno, concorrendo con operante slancio ed anche con il tributo di sangue di uno dei loro ad alleviare i disagi causati alle popolazioni dalle avversità atmosferiche. Al Corpo forestale dello Stato va pertanto la memore riconoscenza della Nazione”. Febbraio-marzo 1956.
  3. Medaglia di Bronzo al Merito Civile: Disastro del Vajont (1964)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “In occasione dell’immane disastro del Vajont, subito accorreva con i propri uomini e mezzi, efficacemente collaborando nell’opera di soccorso ai superstiti, nel recupero delle salme e nello sgombero delle macerie, con grande abnegazione e spirito di sacrificio”. Ottobre 1964.
  4. Medaglia d’Oro al Valor Civile: Terremoto Campania e Basilicata (1980-1981)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “In occasione del violento sisma abbattutosi sull’Irpinia e la Lucania, il Corpo forestale dello Stato impegnava fin dal primo momento, con encomiabile slancio e generoso altruismo, ogni energia nelle operazioni di soccorso. Presente con uomini e mezzi, malgrado le innumerevoli difficoltà e le incombenti situazioni di pericolo, si prodigava infaticabilmente con perizia non comune in un’opera generosa e instancabile, offrendo luminosa testimonianza di valore ed altissimo senso di abnegazione”. Sisma del novembre 1980.
  5. Medaglia d’Oro al Valor Civile: Alluvione del Piemonte (1994-1995)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “In occasione della violenta alluvione abbattutasi su Piemonte e Emilia Romagna, che causava vittime e ingentissimi danni, il personale del Corpo forestale dello Stato, dando prova ancora una volta di elevatissima professionalità, di encomiabile spirito, di sacrificio e di incondizionato impegno, interveniva in soccorso delle popolazioni colpite e, prodigandosi con immediatezza, efficacia e sensibilità in un’opera generosa e instancabile, garantiva il graduale ritorno alla normalità”. Novembre 1994.
  6. Medaglia d’Oro al Merito Ambientale: Per l’opera svolta dal Corpo forestale dello Stato a favore dell’ambiente (1994). Conferita dal Ministro dell’Ambiente.
    Motivazione: “Per aver sviluppato una insostituibile azione di tutela capillare di educazione ai valori della natura e di gestione attenta del patrimonio naturale del paese, svolgendo importanti operazioni di controllo, prevenzione e repressione di numerose violazioni di norme in materia ambientale, mantenendo sempre un dialogo sereno e positivo con l’opinione pubblica. Il Corpo, costante espressione di aderenza alle reali esigenze del paese, ha mantenuto intatto ed ha rafforzato nel tempo, superando notevoli difficoltà organizzative, lo spirito di incondizionato servizio verso il patrimonio naturale comune a tutti i cittadini e fondamento dei valori di convivenza civile”
  7. Medaglia d’Argento della Croce Rossa Italiana: Per l’opera svolta dal Corpo forestale dello Stato nel soccorso delle popolazioni colpite dalle calamità naturali (1996). Conferita dal Presidente della Croce Rossa Italiana.
  8. Medaglia d’Oro al Valor Civile: Terremoto Umbria e Marche (1997)
    Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “In occasione del violento terremoto che interessava vaste zone dell’Umbria e delle Marche, causando vittime e ingentissimi danni, il Corpo forestale dello Stato si prodigava sin dalle prime ore con uomini e mezzi in soccorso delle popolazioni colpite e contribuiva, con perizia non comune ed altissimo senso del dovere, a porre in salvo numerose vite umane e ad alleviare le sofferenze e i disagi delle comunità provate dal tragico evento. Nonostante l’incessante ripetersi delle scosse telluriche di elevata intensità, proseguiva poi instancabilmente a prestare, in ogni momento e in ogni circostanza, incondizionata ed efficiente assistenza, suscitando l’ammirazione e la gratitudine della Nazione”. Autunno -inverno 1997
  9. Medaglia d’Oro al Valor Civile: 180° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato (2002). Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni
    Motivazione: “Sempre fedele alle sue gloriose tradizioni di presidio del territorio montano e rurale, costante espressione di aderenza ai diritti dei cittadini ed alle reali esigenze del Paese, il Corpo Forestale dello Stato ha difeso il patrimonio naturalistico della Nazione, bene comune e fondamento dei valori di civile convivenza. Con la sua insostituibile ed efficiente opera che ha comportato impegno, capacità professionali e conoscenze tecniche non comuni, oltre ad assoluta abnegazione, come dimostrano le numerose vittime cadute nell’adempimento del loro dovere nello svolgimento delle varie attività istituzionali, ha concorso al rafforzamento della coscienza civica ed alla nascita ed allo sviluppo della cultura dell’ambiente”.
  10. Medaglia d’oro al Merito Civile: 183° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato (7 ottobre 2005). Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “Nel corso dell’ultimo triennio il Corpo Forestale dello Stato, fedele ad una lunga e gloriosa tradizione a difesa del patrimonio naturalistico della nazione, svolgeva con encomiabile impegno, elevate capacità professionali e incondizionata abnegazione una capillare azione di controllo del territorio, nonché di presidio di punti sensibili del Paese, prevenendo e contrastando efficacemente deleteri fenomeni di inquinamenti, abusi edilizi, incendi boschivi, bracconaggio e contribuendo fattivamente al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica”. Territorio nazionale 2003-2005.
  11. Medaglia d’Oro al Merito Civile: Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “Nel corso del triennio 2004-2006 il Corpo forestale dello Stato svolgeva, con encomiabile dedizione e spiccata professionalità, numerose azioni di contrasto alle violazioni in materia agroalimentare rivolte alla tutela del consumatore e alla protezione della salute dei cittadini, contribuendo fattivamente a garantire la sicurezza ed il rispetto della normativa comunitaria in materia. Gli interventi compiuti, con estrema abnegazione, rara perizia ed altissimo senso del dovere hanno arricchito la mirabile tradizione di valore ed efficienza del Corpo, suscitando, ancora una volta, la riconoscenza della Nazione tutta”. Territorio nazionale 2004-2006.
  12. Medaglia di Bronzo al Merito Civile: 186° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato (17 ottobre 2008). Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “Al verificarsi di una vera e propria emergenza in relazione al fenomeno degli incendi boschivi che nella primavera – estate del 2007 interessavano la gran parte del territorio nazionale, il Corpo forestale dello Stato si prodigava con dedizione, professionalità e spirito di sacrificio nella relativa attività di contrasto. La spiccata competenza, l’abnegazione e l’altissimo senso del dovere dimostrati dal personale del Corpo nel coordinamento delle forze terrestri ed aeree utilizzate nell’opera di spegnimento, nell’investigazione finalizzata ad individuare i responsabili degli incendi e nella rilevazione sistematica delle superfici percorse dal fuoco risultavano determinanti per il contenimento del fenomeno e la limitazione dei danni, suscitando l’unanime sentimento di gratitudine e riconoscenza per la salvaguardia della pubblica incolumità e la difesa del patrimonio ambientale del Paese”. Territorio nazionale primavera – estate 2007.
  13. Medaglia d’Oro al Merito Civile: 187° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato (14 ottobre 2009). Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “Nel corso dell’ultimo triennio il Corpo forestale dello Stato, fedele alla propria storia professionale dedicata alla tutela del patrimonio naturale, ha svolto, con encomiabile zelo, un determinato ruolo di attiva presenza sul territorio, contrastando condotte illecite nei settori della gestione dei rifiuti, dell’utilizzo delle risorse idriche e dell’ambiente. Gli innumerevoli interventi compiuti, con incondizionata dedizione ed altissimo senso del dovere, hanno contribuito ad arginare episodi di forte allarme sociale, confermando l’impegno del Corpo contro il degrado del patrimonio della Nazione a difesa della salute pubblica”. Territorio nazionale 2007-2009.
  14. Medaglia d’Oro al Merito Civile: 188° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato (8 ottobre 2010) Conferita dal Presidente della Repubblica su proposta del Ministero degli Interni.
    Motivazione: “In occasione del disastroso sisma che sconvolgeva la Regione Abruzzo provocando molte vittime e danni inestimabili, le donne e gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, sin dalle prime ore, si prodigavano con encomiabile dedizione e grande spirito di solidarietà al servizio della collettività, contribuendo a salvare molte vite umane e ad alleviare le sofferenze e i disagi della popolazione duramente provata dal terremoto. La presenza costante sul territorio e i numerosi interventi, effettuati con assoluta abnegazione, hanno suscitato ancora una volta il plauso e la riconoscenza della comunità locale e della Nazione tutta”. 6 aprile 2009 – L’Aquila

 

Aggiornamento di una terremotata:

  1. Cancellazione su Gazzetta Ufficiale: 194° Anniversario della fondazione del Corpo forestale dello Stato Firmata dal Presidente della Repubblica su proposta del Consiglio dei Ministri (13 settembre 2016). Motivazione: “In occasione del disastroso sisma che sconvolgeva le Regioni Marche,Umbria, Lazio provocando vittime e danni inestimabili, le donne e gli uomini del Corpo Forestale dello Stato, sin dalle prime ore, si prodigavano con encomiabile dedizione e grande spirito di solidarietà al servizio della collettività, contribuendo a salvare molte vite umane e ad alleviare le sofferenze e i disagi della popolazione duramente provata dal terremoto. La presenza costante sul territorio e i numerosi interventi, effettuati con assoluta abnegazione, hanno suscitato ancora una volta il plauso internazionale e la riconoscenza della comunità locale e della Nazione tutta”. 24 agosto 2016 – Roma

 

ESERCITAZIONI MILITARI A FUOCO

Esercitazioni a fuoco.jpg

ai Ministri della coesione territoriale, dell’ambiente, dell’agricoltura

PREMESSO CHE
1)-Fino al 2016 in estate il CFS aveva aperte fino a 14 basi elicotteri dislocate in Emilia Romagna (Rimini), Umbria (Foligno), Marche (Falconara), Lazio 5, Abruzzo (Pescara), Basilicata 2 oltre alle 4 in Sicilia benché Regione a statuto speciale con un proprio Corpo forestale.
-Con il frazionamento del CFS è stato smembrato anche il relativo COA (Centro Operativo Aereo) con personale di piloti e specialisti, basi e mezzi aerei di appartenenza; quindi attualmente volano per l’anticendio boschivo: 3 Erickison, (due di questi con una ditta privata e 1 con personale ex cfs passato ai VVF) e gli elicotteri Ab412 passati ai VVF (1 su Ciampino, 1 su Cecina e 1 su Pescara) con turni per 2 piloti e 2 specialisti che coprono 12 ore (ma che possono arrivare anche a 14-15 ore), a gravissimo discapito della sicurezza di volo e dell’efficacia degli interventi ed anzi con il rischio che i soccorritori debbano a loro volta essere soccorsi.

2)-Fino al 2016 tutte le funzioni AIB-antincendio boschivo (prevenzione, spegnimento, indagine) erano unitariamente svolte dal CFS che disponeva di una capillare rete di agenti forestali sul territorio che grazie alla profonda conoscenza della specifica zona sia riferita alle specie arboree che alla morfologia del terreno, in sinergia con i VVF e la Protezione civile e gli eventuali mezzi aerei poteva assumere prontamente il compito di DOS-direzione operazioni spegnimento, riuscendo ad intervenire con rapidità sull’incendio prima che si estendesse bruciando per lunghi periodi.
-Con il frazionamento del CFS sono stati assegnati ai VVF insieme alle funzioni di antincendio boschivo, un numero irrisorio di agenti Forestali, già ridotto a 360 unità a causa dei pensionamenti, per cui nel giro di pochi anni il 90% del personale con cui i VVF dovrebbero svolgere servizio d’anti incendio boschivo sarà in congedo per sopraggiunti limiti d’età .
3)-Fino al 2016 tutte le Regioni a statuto ordinario, ad esclusione del Veneto (unica istituzione locale ad essersi organizzata per il servizio), e la Regione Sicilia avevano stipulato convenzioni con il CFS per l’AIB;
Con la cancellazione del CFS, le Regioni, essendo l’antincendio boschivo loro competenza, avrebbero tutte dovuto necessariamente essersi dotate di mezzi e aver formato il personale in base al proprio Piano.
CONSIDERATO CHE
– già nel mese di gennaio 2017 gli incendi alpini in Liguria e nel bresciano avevano assunto proporzioni gigantesche proprio perché era venuta a mancare la pronta azione di spegnimento che caratterizzava il CFS ed era evidente la necessità di organizzare piani e protocolli per affrontare una stagione estiva difficile preannunciata dall’ inverno siccitoso;
-a fine luglio 2017 ben otto Regioni non si sono ancora dotate di un Piano antincendio boschivo attivo:
-l’emergenza incendi nei mesi di giugno e luglio ha richiesto addirittura l’eccezionale intervento dei Chinook d’esercito, elicotteri utilizzati per il trasporto di truppe, mezzi blindati etc.

SI CHIEDE
1)-La revoca della competenza sull’ antincendio boschivo a quelle Regioni che hanno omesso di dotarsi di un Piano.
2)-Una sollecita mappatura da parte dei Comuni delle aree percorse dal fuoco ad applicazione della Legge che vi interdice le attività venatorie e pastorali, nonché il cambio d’uso.
3)-Il divieto di calendarizzare giornate di preapertura della stagione di caccia in considerazione dei gravissimi squilibri ecologici derivati dagli incendi.
4)-L’interdizione dell’attività venatoria non solo nelle zone limitrofe alle aree percorse dal fuoco ma nell’intero ATC(ambito territoriale di caccia) per consentire alla fauna sfuggita agli incendi di sopravvivere in nuovi habitat e ricostituire il patrimonio indisponibile dello Stato.
5)-Un piano precauzionale di monitoraggio ed evacuazione per i prevedibili smottamenti, frane e alluvioni che probabilmente si verificheranno con le piogge autunnali e le nevicate invernali a causa della distruzione del manto arboreo e il conseguente dissesto idrogeologico.
6)-L’immediata istituzione come d’obbligo di legge della Direzione generale forestale nazionale presso il Minpaaf (ministero per le politiche agroalimentari e forestali) per aggiornare il censimento degli alberi e degli uliveti monumentali e attuare politiche nazionali collegate agli incendi boschivi.

Comitato ForestaForesta

prof. Antonella Giordanelli

Fine della PATchia ?

Scuola Vallombrosa.png

 

Entrando in Ispettorato a Roma ho una piacevole sorpresa: è sparito il fondale con la carica carabinieri di Pastrengo con cui a gennaio avevano occultato il suggestivo bosco di conifere! Al suo posto un più pertinente mosaico di pannelli: italici animali protetti (lupo, orso) con in basso un’esotica tigre (mah) e Forestali in grigioverde con e senza aquila tra cui al centro giganteggia Furlan (mah)… seppur rispecchia appieno le mie predilezioni (la borghesiana tigre e il vicentino Furlan! ) trovo obbiettivamente confutabile la soggettività della scelta.

Vi leggo, comunque, un’inversione tattica rispetto all’affrettata rimozione dei vecchi pannelli posizionati a sinistra in cui comparivano operativi agenti Forestali. Tanto valeva lasciarli, senza dispendio di tempo, denaro e sgarbi, tanto più che su entrambe le pareti laterali ora è stata montata la medesima antica immagine aerea dell’Abbazia di Vallombrosa. 

Forse l’immagine è replicata per ricordare la ripetizione dell’ exproprio? Infatti, storicamente, dopo l’Unità d’Italia i Savoia, estendendo a tutta Italia la tutela dell’ambiente del Regio Corpo Forestale che avevano istituito nel 1822 per il piccolo Regno di Sardegna, sottrassero la foresta di Vallombrosa alla cura dei Monaci benedettini dell’ordine di san Giovanni Gualberto. Mondani corsi e ricorsi ! Ora un governo laico non eletto va decretando… cosicché otto secoli di mani benedette e due secoli di mani sapienti consegnano all’Arma un patrimonio fisico e metafisico.

Sotto i quadri in bianco e nero di Vallombrosa c’è la novità di una sorta di aiuole e mi colpiscono tristemente gli aghi tutti già secchi di quella che da lontano non distinguo se essere una cuppressacea o una pinacea, ma ho fretta di salire perché suppongo che il gen.Ricciardi mi dedicherà non più di 20 minuti/mezz’ora; per questo, tra le tante criticità che da cittadina ho rilevato, ho selezionato le poche e urgenti che possono essere corrette.

Percorro i corridoi dove come non mai l’Ispettorato fa mostra di rigogliose piante d’appartamento (alberi tropicali mortificati nel travaso) e di pannelli d’orgoglio forestale (spirito di Corpo irreggimentato nella coercizione): simboli identitari che ora si rende necessario ostentare. Così come m’è necessario distinguere nelle uniformi nere i cari volti noti tra gli sconosciuti, quando m’avvedo che nel CUTFAA si sono preparati a ricevermi e inaspettatamente vengo invitata con grande cordialità e considerazione a sedermi ad un tavolo rotondo per confrontarmi con vari veterani e neofiti, tutti alti comandanti della Forestale, i quali hanno programmato un impegno di un paio d’ore.

Credo che se a me è parso d’intuire un volenteroso animo buono nel gen. Ricciardi, lui abbia percepito la mia leale onestà; da qui la franchezza del rapporto instaurato col suo incipit <ma cos’hanno i carabinieri che non va?> e la mia risposta <il ministero della difesa>.

In coda alla lunga riunione (se l’avessi anche lontanamente prevista, non avrei dovuto improvvisare e sarei stata più efficace! Mi scuso con tutti), ormai siamo in piedi, tiro fuori un dossier che dal 2015 non sono ancora riuscita a inoltrare all’Arma, a causa di comandi e nuclei che sono gli uni a chiusura stagna agli altri, per territorialità e gerarchia. Chiedo solo un protocollo, ma il gen. Ricciardi s’interessa personalmente, si sofferma e apprende così d’orsi bruni, di ordinanze della PAT (Provincia Autonoma Trentina) e ode per la prima volta il nome di Daniza … ma probabilmente, al contrario dell’opinione pubblica, memorizzerà più agevolmente i nomi di KJ2 e DJ3 perché, fortunatamente è un ufficiale e non agisce spinto dall’emotività, ma da ragion di stato, contemperate ad opportunità d’immagine ed efficienza, applicando regolamenti militari (malgrado le autorità civili) e convenzioni internazionali nelle situazioni di extraterritorialità; è un generale che prima d’essere a capo della Forestale è stato vicecomandante dell’Arma, uso a dare ordini dall’alto annullanti qualsivoglia maresciallo di provincia, seppur autonoma, dotatasi a capo del tribunale di un procuratore, amato per la sicura garanzia più di protezione che di Diritto. Potrà un generale dei carabinieri ottenere rapporti ed accesso agli atti laddove si andava compiacentemente archiviando ogni indagine ed esposto e denuncia?

E’ un’anomala repubblica quella nata dalla resistenza: ha avuto come presidenti i terroristi di via Rasella e i sostenitori dei carri armati a Budapest, ma ha negato financo sepoltura a tutti i reali esiliati; arruola coattivamente le donne in tempo di pace, de facto rinnegando più la sua Costituzione che la guerra; è divisa in Regioni che hanno competenze sull’antincendio boschivo, ma omettono di prevederne il relativo piano, per poi, nel mentre vanno a fuoco, invocare l’intervento dell’esercito, senza che nessun ministro ritenga di dover revocar loro le competenze, per l’inettitudine dimostrata; la prima guerra mondiale ha riunito il triveneto e tuttavia i trentini, che non vi hanno preso parte né su un fronte né sull’altro, sono stati affibbiati alla zona dei tirolesi che, altresì, non vogliono nulla spartirvi: da qui l’istituzione della PAT, Provincia Autonoma di Trento, che prende fondi e finanziamenti dall’Italia e dall’Europa ma pretende di gestire il patrimonio dello Stato come se fosse suo, arrogantemente separatista più dei tedeschi irredentisti.
Una PAT, che usurpando la teutonica nomea d’efficienza, permette impunemente cementificazione, inquinamento e corruzione come non appartenesse alla Nazione Italiana e, nella sua piccolezza valligiana, s’avvale prepotentemente della più alta densità di mafiosità di tutta la penisola a causa di un sistema omertoso e colluso che coinvolge indigeni ed immigrati a cominciare da ogni statale che, pur non risiedendo in zona di confine come altoatesini, valdostani e friulani, gode d’uno stipendio maggiore dei suoi colleghi lombardi e veneti.

Un’autonoma istituzione locale che nomina il comandante della sua forestale al contempo dirigente provinciale per agricoltura, ambiente, caccia e fauna, nonché responsabile dell’Agenzia di protezione ambientale, determinando l’assoluta faziosità in ogni operazione con l’aggiunta personale di una sempre più articolata rete di parentele poste in ruoli che più che conflittuali sono strategici al proprio tornaconto famigliare, ulteriormente incrementato ad ogni matrimonio nel mentre i figli crescono ben posizionandosi e i solidali amici vanno a sedersi in parlamento.

Saprà l’Arma rivolgere in positivo la sua appartenenza al ministero della difesa, offrendo un’immagine cavallerescamente garante d’equanimità da Stato unitario e fondatore d’Europa almeno verso i trentini rispetto ai marsicani, seppur orsi?

Nell’uscire dall’Ispettorato dopo ben tre ore, lancio uno sguardo appenato alle povere piante che invece che nella macchia boschiva sono sotto il soffitto d’un passo carrabile (< Sì le hanno innaffiate anche oggi, ma non basta mettere un po’ di terra sui sanpietrini … noi glielo avevamo detto ai carabinieri…>). Di cosa sarà foriera questa diaspora del Corpo Forestale dello Stato e questa sua militarizzazione? Rifletto riguardando preoccupata l’orso, il lupo … e la tigre: CAVALCARE LA TIGRE !

prof. Antonella Giordanelli