Controriforma !

Con provvedimento del 23.4.2020 la prima sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha deciso di dare conoscenza al Governo italiano del ricorso presentato nel marzo 2017 attraverso l’avv. Ascanio Amenduni  del Foro di Bari da alcuni agenti del Corpo Forestale dello Stato, soppresso dal decreto legislativo n. 177 del 2016 in esecuzione della legge Madia n. 124 del 7.8.2015, invitandolo in via preliminare a esplorare con noi la possibilità di una regolamentazione amichevole.

Entro il 19.11.2020 sia noi che il Governo italiano dovremo far pervenire alla cancelleria della Corte le nostre proposte di soluzione amichevole,  in relazione all’ipotesi di violazione della convenzione europea individuata dalla Corte, e cioè: la privazione di alcuni diritti fondamentali, quali quello di piena libertà di partecipare ad associazioni sindacali e quello di sciopero, a seguito del passaggio ex lege dal Corpo Forestale al corpo dei Carabinieri e anche nel corpo dei Vigili del Fuoco, ove ciò abbia comportato le relative restrizioni.

La Corte europea non ravvisa la sua competenza su tutti gli aspetti sollevati nel ricorso. Purtuttavia, la decisione di imputare al Governo italiano l’ipotesi della violazione dei diritto allo sciopero in danno di chi è diventato, imperativamente, carabiniere, da forestale, ha un grande impatto politico e morale sulla scelta legislativa operata a tal riguardo per l’ indubbio rilievo nazionale.

Grazie alle capacità professionali dell’avv Amenduni prestate senza alcun corrispettivo che non fosse l’orgoglio di compiere il proprio dovere di cittadino e grazie alla determinazione di pochi Forestali, il Comitato ForestaForesta può legittimamente rivendicare che la battaglia  da altri intrapresa e persa nell’ordinamento interno, continua in quello europeo, in modo promettente!

Infatti la Corte europea chiede al Governo italiano di rispondere a una serie di contestazioni e quesiti  gettando nuove ombre sulla scelta legislativa fatta dal Governo Renzi, e potrebbe creare i presupposti per una controriforma riparatoria.

Infatti se è vero che la Corte Costituzionale italiana, con sentenza n. 170 del 2019, decidendo sulle questioni sollevate dai TAR di Abruzzo, Veneto e Molise, ha dichiarato legittimo l’assorbimento dei Forestali nell’Arma Carabinieri, perché si sarebbe tradotto solo in una discrezionale riorganizzazione legislativa a scopo di contenimento dei costi, ora la Corte Europea potrebbe dichiarare inconvenzionale la stessa legge, a riprova che i livelli di tutela europea dell’individuo secondo il diritto sovranazionale superano l’ordinamento interno.

Il pronunciamento della CEDU conferma quindi la validità della linea d’azione proposta dal Comitato “Foresta Foresta”, nella campagna #salviamolaForestale sostenuta da decina di migliaia di cittadini, tra cui personalità della cultura e rappresentanti delle istituzioni, contrarie allo spezzettamento delle funzioni del già esiguo organico del CFS (circa settemila persone disperse tra il ministero dell’agricoltura e quattro diversi Corpi).

Infatti se sono tragicamente inefficaci gli interventi anti incendio boschivo diretti dai Vigili del Fuoco, mancando loro prossimità con le popolazioni montane e conoscenza sia del territorio che di scienze forestali, si è anche persa organicità nella tutela ambientale affidata all’Arma dei Carabinieri la cui azione è esclusivamente repressiva senza alcuna opera di prevenzione del reato.

Inoltre non solo la rigida catena di comando e la complessa burocrazia dell’ordinamento militare, ma persino l’intralcio della pistola d’ordinanza e della divisa inappropriata obbligatorie per tutto il personale, sia femminile che maschile, sia amministrativo che tecnico, anche durante il servizio di gestione della fauna selvatica e delle riserve naturali, hanno determinato un grave scadimento d’operatività e cura pro patrimonio naturale e biodiversità che il ministero della difesa non è attrezzato nè strutturalmente né vocazionalmente a garantire.

Pertanto il Comitato “Foresta Foresta” che ha voluto condividere il nome dell’Inno forestale intende proseguire la sua azione di cittadinanza attiva fino al ripristino della piena autonomia del bicentenario Corpo Forestale dello Stato, che fino alla sua soppressione risultava essere il più amato dagli Italiani.

prof Antonella Giordanelli