Sabotaggio

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SABOTAGGIO
Antonella Giordanelli – Hanno separato i piloti della Forestale dai loro specialisti, e a terra dirigono le operazioni di spegnimento persone sconosciute con cui non c’è affiatamento, e che non hanno specifica esperienza ovvero vigili del fuoco appena fatti DOS in un tardivo accorrere alla bisogna dei vertici dei VVFF, deleteri moltiplicatori di rischi di volo e di pericolose inadeguatezze . Con lo smantellamento del CFS, i suoi piloti e specialisti sono stati tutti divisi al 50%: i giovani sono diventati tutti carabinieri, gli anziani tutti nei VVFF come fosse una sorta di prepensionamento, infatti già una buona parte dei neo pompieri ha scelto la quiescenza ed entro meno di 10 anni il 90% avrà superato l’età pensionabile! Il gruppo del Centro Operativo Aereo forestale, molto coeso e solidale, è stato distrutto senza che le squadre fossero associate alla loro base aerea: chi voleva andare nei VVF è stato mandato nei CC e viceversa, per di più senza neanche conservare la propria sede lavorativa. In verità queste liste stilate col criterio “ambarabàciccìcoccò” le hanno partorite i responsabili CFS ( Ortolani, comandante del servizio aereo, era andato in pensione ed era reggente del COA Pontani). Da annotare che i dirigenti forestali critici rispetto alla linea del capo del CFS sono stati dirottati verso i VVFF, forse perché possano mantenere il loro status civile e relative libertà d’espressione democratica, giacché non si vuol ravvisare alcun intento punitivo nell’estrometterli dal Comparto Sicurezza con conseguente penalizzazione sia sul piano della carriera che della retribuzione. Ben più preoccupante è che hanno diviso il personale elicotteristi piloti e specialisti al 50%, quando delle 7 basi fisse solo tre sono andate ai VVF, senza peraltro essere ripartite con il relativo personale. Quindi nel caso di Cecina e Lamezia, basi assegnate ai VVF, metà del personale essendo stato mandato nell’Arma ha dovuto scegliere in quale base acquisita dai militari spostarsi. Contestualmente le basi, deprivate del personale non riescono ad essere operative specie per l’antincendio boschivo. Quello che i VVF non dicono è appunto che oltre ad avere acquisito solo tre basi le hanno avute senza elicotteristi. Ugualmente la stessa situazione s’è creata nelle 4 basi andate ai CC a cui hanno sottratto il personale mandato ai VVF. Una situazione emblematica è quella della base fissa reatina dove l’Arma e il Corpo dei pompieri coabitano nell’hangar che era del CFS: nella parte gestita dai Carabinieri l’ordine regna a Rieti (la forma è tutto per i militari !), mentre al contrario i piloti ex forestali divenuti Vigili del fuoco, vestiti “casual” o “vintage” (non hanno ancora ricevuto le nuove divise), si aggirano con evidenza anche visiva nella più totale disorganizzazione. Gli uni ingessati nella solida disciplina e inscalfibile burocrazia militare, gli altri impastoiati al brado nell’approssimazione ondivaga e cronicità emergenziale dell’amministrazione statale. In sostanza hanno distrutto il servizio aereo rendendolo inoperativo. Un correttivo onesto nei confronti dei doveri istituzionali di garanzia di un servizio pubblico essenziale sarebbe quanto meno assegnare il personale in funzione di dove sono transitate le basi. Certo meglio sarebbe che il servizio aereo andasse compatto ai VVF mantenendo l’autonomia che aveva per l’antincendio, il soccorso etc. e ancor meglio sarebbe tornare al pur perfettibile ma ben collaudato Corpo Forestale dello Stato. Invece quando i vertici dei VVF furono invitati al tavolo al quale i carabinieri erano seduti alla destra del Patrone pare che quest’ultimo facendo gli onori del padrone di casa offrì sorridente la scelta ai VVF:” Volete un passeroton o un turdinin?”, e ignari di boschivo gli sventurati risposero condannando ad arrostire vivi tutti.

<Volano 3 erickison, due di questi con una ditta privata e 1 con personale ex cfs passato ai VVF. Per quanto riguarda gli elicotteri 412 passati ai VVF ne volano 1 su Ciampino, 1 Cecina e 1 Pescara. Per quelli passati ai cc forse volano ma non fanno antincendio. Fino al 2016 in estate il cfs aveva aperte fino a 14 basi elicotteri dislocate su alcune regioni come Sicilia 4, Basilicata 2, Lazio o 4 o 5 , Abruzzo 1, Falconara 1, Rimini 1, Foligno 1. Insomma lavoravamo parecchio. Quest’anno visto come hanno diviso il reparto volo forse apriamo 2 basi una in Sicilia e 1 in Basilicata dal 15 luglio.>
Un collega ex cfs…un professionista e non certo un saccente tuttologo – Per fortuna che sono fermi, il personale è demotivato, non si possono fare turni di antincendio per 12 ore al giorno per sette giorni di fila! La sicurezza volo non li contempla in forestale ne facevamo al massimo 9 ore al giorno con 4 piloti e 4 specialisti che si alternativo mattina e pomeriggio. Adesso i VVF vogliono che 2 piloti e 2 specialisti coprono per almeno 12 ore che possono arrivare anche a 14 -15 ore e dove sta la sicurezza? Dobbiamo aiutare o dobbiamo essere aiutati da qualcuno che ci venga a recuperare spiaccicati chissà su quale montagna!! Sinceramente quest’anno ci manderei al Sig. Renzi e alla madia a spegnerlo gli incendi!

Michele Cosola – Tutti gli ex cfs devono continuare a fare il loro dovere, esclusivamente il loro dovere, non devono assolutamente immolarsi per sopperire alle minchiate commesse dagli intelligentoni che comandano. Se fare il proprio dovere non dovesse bastare per fronteggiare gli incendi, che bruci tutta l’Italia e tutti coloro che non hanno mosso un dito per salvare il cfs
Rosa Caterina Tocci – Il dramma e’ che dove hanno messo mani hanno causato disastri , e cio’ che piu’ dovrebbe rammaricarci , addolorarci e soprattutto impaurirci e’ che tutto e’ voluto! Fare male agli Italiani per sottometterli …
Pietro Lazzaro – Altro tassello dello squallore e della cialtroneria sociale….personale che deve salvare gli altri costretto a turni che sicuro abbassano il livello di sicurezza degli interventi……tanto nel peggiore dei casi, scatta lo scaricabarile del direttivo…
Marino Francesco – La verità è che alle poche basi transitate ai vvf per l’antincendio boschivo hanno levato la metà del personale mandandolo cc e viceversa, così facendo hanno reso inoperative le basi costringendo il personale a trasferirsi.
Francesca Subrizi – …….sai che gli elicotteri che sono passati ai VVF e sono in ditta per manutenzione non vengono consegnati perché ancora non ci sono i decreti e devono essere pagati tramite i cc?
(Non metto i nomi per privacy….ma è vero)
Evelina Cornelii – Parlo da pilota del disciolto CFS che ha passato le ultime estati in Sicilia: la Regione Siciliana disponeva, in seguito ad appalto,di una flotta di elicotteri in servizio AIB. le compagnie,3 se non ricordo male, finirono sotto indagine e la Sicilia fece una convenzione con il CFS per avere 4 elicotteri nel periodo estivo E 2 tutto l’anno. Il resto della flotta e del personale era impegnata in altre regioni, Lazio, Basilicata, Umbria, Molise, Emilia Romagna. La nostra, CFS,flotta di elicotteri lavorava ammortizzando quindi i costi e il personale era motivato. Abbiamo lavorato al meglio fino al 2016, fino alla soppressione del CFS. Poi il reparto volo è stato smembrato assegnando senza al alcun criterio, personale elicotteri e strutture, in parte ai VVF e in parte ai CC. La regione Siciliana ha, da novembre scorso, iniziato a chiedere, per iscritto, la disponibilità dei mezzi aerei, elicotteri. Il Corpo Forestale regione Siciliana conta poche unità e i ”forestali” sono OPERAI della regione che fanno spegnimento ma nessuna prevenzione, e nessun controllo o attività di polizia giudiziaria. Da quando è iniziato lo spot del governo Renzi sullo scioglimento del CFS noi assistiamo impotenti alle conseguenze nefaste di uno scioglimento del CFS fatto in fretta, senza criterio, vissuto sulla mia pelle come un animale in fin di vita sbranato dagli sciacalli.

Emanuele Cabriolu Ma nessun PM che indaghi gli artefatti della mancanza del CFS, dei mezzi aerei fermi ,delle mancate convenzioni, della dispersione del personale competente , ma non e che ci sia più di una decisione politica??? Vedi terra dei fuochi e ora incendi sul Vesuvio , viene da sospettare..

Marco Iron Maui – L’incendio è un atto fatto dall’uomo…ora si possono fare tutte le indagini che volete, ma il fuoco non si ferma con una indagine o con un arresto…si ferma con il controllo del territorio…che già di per se…vedere pattuglie in ricognizione intimano il reo alle sue azioni. Se ora gli ex forestali si limitano solo alle indagini, viene a mancare il DOS…ovvero l’anello di congiunzione tra l’attività di allarme incendio e la gestione dei primi interventi, che sono quelli più importanti per evitare l’estensione del fuoco. Faccio esempio….un forestale che conosce il suo territorio, già in lontananza capisce la zona del focolare e già può avvisare i VV.FF…se essi operano altrove…attiverà la protezione civile e autobotti comunali….oppure…con l’assistenza dei locali…può intervenire facendo roste o barriere frangifuoco con i mezzi agricoli…
Con questo non voglio sminuire il lavoro delle indagini (io stesso ne faccio in quanto finanziere), ma penso che i forestali…ora carabinieri forestali debbano continuare con il lavoro principalmente sul territorio e ora con l’aiuto dei colleghi nuovi a fare poi indagini e denunce…
Delle denunce il criminale ha veramente pochissima paura, ma arrestato in flagranza di reato…bhe è di altro conto. Ecco perché continuerò a dire che la forestale deve essere in primis sul territorio….ed ora io la vedo poco in giro…..

Giuseppe Graziano – L’Italia è il paese con la più grande ed importante flotta aerea antincendio. Eppure, per la beffa della Legge Madia, la maggior parte dei mezzi, quest’anno, è rimasta chiusa negli hangar mentre molte regioni d’Italia sono in preda alle fiamme. E questo perché con la riforma di riorganizzazione della pubblica amministrazione, insieme alla dispersione del personale forestale in parte nei Vigili del Fuoco parte nell’Arma dei carabinieri parte in altri organi ed enti, c’è stata anche la parcellizzazione dei mezzi e delle competenze in forza al Corpo. Creando, di fatto, un pauroso buco organizzativo. Infatti dagli incendi delle ultime settimane emerge un dato che certifica il fallimento delle politiche dell’ex Governo Renzi. Non è aumentato, infatti, il numero degli incendi rispetto alla media degli altri anni. Viceversa, si sono estese le aree dei fuochi e la durata degli stessi. E questo perché mancano, oltre ai mezzi aerei, anche le figure di chi dirige le operazioni di spegnimento (l’ex DOS) e perché è stato assegnato ai Vigili del Fuoco, formati da sempre per domare i roghi di prossimità, anche le funzioni dell’antincendio boschivo dapprima di competenza proprio del Corpo forestale dello Stato. Ne è venuta fuori una babele. E non per mancanza di capacità dei Vvf, del cui lavoro siamo estremamente grati, bensì per l’assenza di quel coordinamento in cui spiccavano i forestali. Che oggi non ci sono più! Ma a preoccupare è il futuro. Infatti, una volta chiuso questo particolare momento di emergenza – che tra l’altro stiamo affrontando con il supporto dei canadair francesi mentre i nostri restano a terra! – rimarrà da affrontare il vero problema legato alla criminalità dei boschi. Gli incendi sono solo alcuni effetti eclatanti dell’opera delinquenziale e malavitosa che prolifera attorno al patrimonio boschivo. Chi porrà un freno a questo fenomeno se Renzi ha cancellato l’unico corpo di polizia specializzato ad arginare il crimine ambientale? Purtroppo nessuno. Perché i carabinieri forestali sono in numero minore rispetto agli ex agenti CfS e i vigili del fuoco non hanno competenze in materia. Oltre al fatto che è stato, appunto, cancellato in blocco il coordinamento del Corpo forestale che fino allo scorso anno coordinava le operazioni di intervento, in casi di emergenza, e le attività di indagine per risalire agli autori dei reati contro il patrimonio ambientale e forestale.

Valter Reali – …dico solo che distruggendo il cfs é stata tagliata la testa pensante dell’impianto antincendi boschivi!!!…nei fatti era il Forestale del posto (D.O.S.) ad assumersi oneri ed onori degli i interventi sia a terra che dal cielo….
Se lasciavate in pace il glorioso CORPO FORESTALE dello STATO e la sua flotta aerea, la migliore in assoluto in aib, forse qualche bosco in più si sarebbe salvato….come ogni anno é avvenuto prima delle vostre mirabili decisioni. …sabotaggio?….se si indebolisce una istituzione pubblica di vitale importanza come i vvf sottraendole risorse mezzi uomini etc e in uno caricandola con nuovi e pesanti carichi di lavoro….e’ definibile sabotaggio.?…come quello che si studia nelle scuole di guerra ?…….

 

 

 

GENERAZIONI

Giovane Forestale.jpgGiovane Forestale

 

Che mondo è quello in cui il nero prevale sul verde e un acronimo sulla musicalità ancestrale?

Flavio Di Lascio – La storica sede della Scuola del Corpo Forestale dello Stato, nel cuore di Sabaudia, ha compiuto i suoi 55 anni di attività. Era infatti il 5 luglio 1962 quando con un decreto del ministro dell’agricoltura, copia del quale si trova incorniciato all’ingresso dello stabile, fu istituita la Scuola Allievi Sottufficiali e Guardie forestali – distaccamento di Sabaudia. E’ giusto ricordare ed omaggiare la storia di questa gloriosa struttura, che trovò ospitalità nella sede dell’ex Marina Militare già Opera nazionale Balilla poi ampliata dall’architetto Oriolo Frezzotti, la quale ha anche contribuito, in parte, alla crescita del tessuto sociale ed economico della nostra città. Sabaudia è sempre stata per l’amministrazione forestale un centro di estrema rilevanza con le sue diverse articolazioni che ancora oggi, pur se con una veste diversa, operano per la tutela del territorio. La certezza è che tutti i colleghi continueranno sempre e comunque a lavorare con quello ‘spirito forestale’ fatto di abnegazione, professionalità, senso del dovere e solidarietà, che ancora oggi si respira nell’ampio cortile d’onore.
Roberto Lorenzoni – Questa per me al pari di quella di Cittaducale, se non anche di più, non è solo una Scuola è parte della mia vita
Alberto Berti – La prima volta che ci sono entrato c’era ancora la Marina Militare ed i marinai si addestravano sul brigantino. Tanti nomi di persone meravigliose che in essa hanno dato sempre il meglio di se. Chissà se le persone che si prodigarono per averla per il CFS, tra cui mio Padre, avrebbero mai immaginato che i progetti di un Corpo sempre più efficiente e specializzato sarebbero stati cancellati da un governo che, di tutto quello che ha promesso, non ne ha azzeccata neanche una.
Claudio Dassié – Non è più la nostra scuola svenduta all’arma per quattro denari. Vergogna istituzionale

Angela Fracassi – Sono stanca di brancolare nel buio. Sono stufa di tutta questa incertezza. Chi fa, chi disfa, chi dispone, chi impone … questo caos inizia a stancarmi sul serio. Vado avanti solo perché ancora in me è presente una passione enorme per questo lavoro che ho scelto solo per amore. Un amore che mi è stato trasmesso fin da bambina da mio padre che ha indossato per anni la mia stessa uniforme fiero e orgoglioso della sua bella aquila dorata! Ora sinceramente … vorrei vedere un barlume di luce in fondo al tunnel

<Il mio sogno è nato 37 anni fa.
Abruzzo 1978 una bambina viveva in un piccolo borgo incastonato nell’attuale Parco Nazionale. 800 anime per lo più anziani, in classe eravamo in 7, 5 maschi e 2 femmine. Le maestre d’inverno spesso non riuscivano a raggiungere il paese bloccato dalla neve per settimane intere. E noi bambini animavamo il paese con i nostri slittini di legno per passare le giornate. Al calar del sole si rientrava in casa bagnati e vicino alla stufa a legna le mamme ci facevano leggere un po’ per non farci rimanere indietro con gli studi! L’estate invece si viveva la montagna, la prateria i pascoli dei pastori tornati per la transumanza con i loro figli…nuovi e vecchi amici ritrovati!
È lì che è nato il mio sogno, vicino ad una divisa grigia sempre presente 24 ore su 24! Per ogni esigenza c’era la casa del “Forestale”…allora non esisteva una Stazione vera e propria, solo due stanze adibite ad ufficio nella casa comunale. Essere al servizio della comunità in un territorio selvaggio, aspro, costituito per lo più da anziani, ricchi di memorie, di un sapere leggendario, che ti accoglievano come un figlio ritrovato a cui appoggiarsi nella loro vecchiaia vissuta in una natura spesso irruenta nei suoi fenomeni! Questo è stato il mio esempio, voluto e sognato con tutto l’amore di una figlia orgogliosa. Entrare in una famiglia al servizio del creato è stato un grande traguardo! Fatto di sacrifici tra lavoro e studio per qualificarmi, nel poter solo accedere a dei quiz, che mi avrebbero fatto raggiungere quel sogno. E una volta arrivata, promettere di essergli sempre fedele e donare tutta me stessa per esserne all’altezza. Mai un giorno in ufficio. Sempre sul territorio, fango, roccia, mare e monti, sole e pioggia… Insomma un Forestale che nel tempo si è saputo evolvere nei tempi. Un ambiente da tutelare dai nuovi reati, perché si sa il crimine esplora sempre nuove frontiere e noi sempre lì con il nostro fiato sul loro collo!
Poi un giorno ti guardi intorno e non trovi più la tua famiglia, ti dicono che ne avrai un’altra, più grande, più importante, più potente ma…non è la tua!>

 

TUTTO FUSO

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Giacomo Saragosa – L’art 55 prevede che tra i compiti della pg oltre a prendere notizia di reato ci sia anche quello di IMPEDIRE CHE I REATI VENGANO PORTATI AD ULTERIORI CONSEGUENZE. Nel 98% dei casi gli incendi boschivi sono dolosi o colposi quindi REATI . IMPEDIRE le ulteriori conseguenze di un reato di incendio boschivo significa necessariamente spegnerlo o tentare di spegnerlo. Chiunque ha qualifiche di polizia giudiziaria DEVE intervenire e se non lo fa si configura la omissione di atti di ufficio

Alfonso Pecoraro Scanio – Dall’agosto 2000, esiste una norma penale che condanna chi dà fuoco ai boschi, con un’aggravante per i roghi appiccati in aree protette. Dal 2000 in poi, il Corpo Forestale dello Stato era stato potenziato con l’istituzione di un nucleo specifico (NIAB) per le indagini antincendi. Negli anni, sono stati fermati e denunciati tanti incendiari e piromani, ma le condanne sono ancora poche.
Dopo la cosiddetta “Riforma Madia” che ha previsto l’accorpamento del Corpo Forestale dello Stato con l’Arma dei Carabinieri, il dislocamento delle competenze di azione e coordinamento antincendi del CFS presso i Vigili del fuoco è avvenuto senza un’adeguata verifica degli impatti sull’efficacia della necessaria attività di contrasto degli incendi.binieri, il dislocamento delle competenze di azione e coordinamento antincendi del CFS presso i Vigili del fuoco è avvenuto senza un’adeguata verifica degli impatti sull’efficacia della necessaria attività di contrasto degli incendi.

Giacomo Corda – altro particolare importante:
con il transito in altri corpi di polizia e nella pubblica amministrazione, si registra l’assenza dal territorio di circa 1.500 unità, ed in più, anche se previsti da accordi e disposizioni, di fatto anche l’azione di prevenzione e repressione si è ridotta notevolmente per 2 motivi:
1) assenza di autonomia e indipendenza (dinamicità flessibile), in altre parole i comandi stazione non possono occuparsi “esclusivamente” di “incendi boschivi” come in passato;
2) mancanza del dato. Mi risulta che al momento solo le chiamate al 1515 ( circa il 20%) vengano annesse al fascicolo territoriale, per cui la stazione competente non ha contezza dell’evento immediato, ne verrà s conoscenza o per notizia o per verifica durante il controllo del territorio. Ne deriva che anche l’azione repressiva viene meno, in quanto, oltre alle forme indirette di indagine (es. telecamere) in questo tipo di reato è importante la tempestività d’intervento. Quanto detto sopra, compreso l’articolo in questione era prevedibile e preventivabile e con enorme dispiacere per quella natura che mi pregio di difendere, si è puntualmente verificato.

Giacinto Cundari – E certo, si sopprime un corpo, togliendo, di fatto, 7000 persone adeguatamente formate per lo spegnimento e si manda l’esercito. E meno male che si volevano evitare sovrapposizioni…
De Crignis Paolo – Ogni tot militari, un forestale per controllare che non si facessero male, questo è quello che succedeva una volta.
Fabio Tor – Militari? Bravi ragazzi.!!! ma bravi ragazzi non basta. Inadeguati e non attrezzati, la maggior parte delle volte sono stati messi a controllare gli accessi delle aree percorse dal fuoco per evitare che si facessero male…. sulla loro buona volontà nulla questio, ma andare a spegnere un incendio in un bosco non è questione di buona volontà. e se non vuoi rimanere li dentro devi sapere cosa fare.
E poi nella Regione autonoma di Sicilia dove i Forestali in divisa in Sicilia ad oggi sono 600 circa e si sono dovuti accorpare comandi stazione per mancanza assoluta di personale.
Ma come al solito il dato fuorviante che ha la prevalenza è quello di questi 24000 “forestali” che altro non sono che operai stagionali per max 101 giornate lavorative all’anno in carico al Dipartimento sviluppo rurale e territoriale, praticamente come l’ex asfd, che si occupano di manutenzione boschiva (quando ci sono i fondi e solo dal momento in cui essi vengono stanziati) .
Solo una aliquota di 5400 unità viene utilizzata per l’antincendio h 24.
Il calcolo è semplice. Basta dividere 5400 per nove province, per cinque turni, togliere i torrettisti che sono circa 240 per turno in tutta la regione, e si avrà uno scenario desolante : poche squadre antincendio disponibili per un territorio vasto e difficilmente raggiungibile nella stragrande maggioranza dei casi

Salvatore Parrino – Non so se ridere o piangere, ma sembra di assistere ad un film comico . Comico per le scene , tragico per i risultati. Una politica che prima commette la sciocchezza di sciogliere l’unico Corpo con un bagaglio di esperienza sul groppone veramente invidiabile. Poi annaspa sulle conseguenze di una riforma mistificata per ridurre le spese e che in realtà si sta assistendo all’effetto contrario. Per riparare ai guai combinati adesso mobilità l’esercito. Gente sicuramente volenterosa, ma impreparata e quasi certamente senza alcuna cognizione di incendi ed in probabile assenza di attrezzature ed equipaggiamenti . Farebbero più bella figura a dire , cari cittadini in buona fede abbiamo commesso un errore, cercheremo di ripartire dall’inizio rimettendo il tutto come era. Errare è umano perseverare diventa diabolico.
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Rossano Viscogliosi – Devo dire che se domani tornasse il cfs non è che si risolverebbe il problema degli incendi boschivi. Darebbe una mano, come ha sempre fatto. Il problema degli incendi è fuorviante. In realtà l’attività negli ultimi anni era molto diversificata. Il cfs non mancherà solo nella prevenzione e contributo allo spegnimento, ma mancherà in molti settori. Il tutto ovviamente rapportato ad una struttura numericamente limitata ma che era snella e poco ingessata con gente che, essendo capace, si faceva carico di risolvere anche problemi che non gli competevano.
Sonia Torresan – E avevano conoscenza diretta del territorio

Luciano Cassetta – Come e’ cambiato tutto, con la panda in servizio e nel baule il flabello, con la campagnola fiat con il bliz e 500 litri d’acqua.

Luciano Marini – Ma questa benedetta riforma non potevano inventarsela molti anni fa?…Mi sarei risparmiato una fatica enorme e vari problemi polmonari!…Battuta poco felice a parte ,è con grande tristezza che ora vedo angoli di bosco, salvati più volte dalle fiamme con grande sacrificio,andare in fumo! A che punto si dovrà arrivare perchè questa politica così insensibile all’ambiente realizzi che quello che ha eliminato andava invece potenziato?

Moina – In un dibattito si chiedevano soluzioni e non lamentele sulla questione emergenza incendi boschivi. All’inizio ho sorriso, fiera dell’appartenenza all’unica forza di polizia che avrebbe saputo contrastare il fenomeno e che un governo inadeguato ha spazzato via con una riforma.. poi, ho pensato “perché no? Perché non dare lo spunto per una soluzione emergenziale? Magari temporanea, nella speranza di un correttivo normativo.. perché il patrimonio naturalistico è più importante dei conflitti personali. Così, intanto, analizziamo il problema: la riforma Madia (patetica) ha distribuito male funzioni e personale. Funzioni da una parte, personale dall’altra. La direzione delle operazioni di spegnimento (DOS), garantita a livello convenzionale dal CFS veniva svolta capillarmente da personale che conosceva il territorio di giurisdizione come le proprie tasche. Interveniva nell’immediatezza (condizione fondamentale per la riuscita dell’intervento) e coordinava da una posizione dominante tutte le forze che intervenivano sull’incendio (flotta aerea, squadre a terra, protezione civile). Gli incendi non assumevano dimensioni epocali e la loro durata era contenuta. Alla fine dell’intervento, il sito era monitorato per scongiurare eventuali riprese. I VVF svolgevano brillantemente la loro opera concorsuale con le squadre dedicate alla boschiva, senza impoverire quelle dedicate al soccorso tecnico urgente. Il loro ROS (responsabile delle operazioni di soccorso, coincidente con la figura del caposquadra vf) gestiva in soccorso solo la parte relativa all’interfaccia. La situazione oggi è drammatica. I DOS sono diventati VVF e sono insufficienti. Si dividono i compiti con i ROS, che arrivano sull’incendio insieme alla squadra per lo spegnimento e dalla quale non possono staccarsi per avere un quadro generale della situazione. Dovrebbero, da una posizione sfavorevole, coordinare le squadre a terra (quali? La protezione civile viene allertata di rado, un po’ perché le procedure di richiesta sono farraginose, un po’ perché davvero il Ros – caposquadra – non ha la possibilità di staccarsi dalle operazioni di spegnimento quel tanto che basta per avere una visione di insieme) ed eventualmente attivare il DOS provinciale (figure disponibili in numeri irrisori, e spesso impegnati altrove) se ritiene sia necessario un intervento aereo. Il DOS arriva con tempi troppo lunghi per un contenimento efficace, non conosce il territorio, lavora in effemeridi e finito l’intervento se ne va. La ripresa dell’incendio diventa cronaca di una morte annunciata. Altro inciso va fatto sulla figura del ROS ( quel caposquadra che dovrebbe coordinare lo spegnimento a terra) la quale, assolutamente competente sullo scenario di interfaccia (incendio che lambisce le abitazioni), poco sa delle dinamiche del fuoco in relazione al combustibile vegetazione. Gli incendi, improvvisamente aumentano di numero, assumono proporzioni ciclopiche, durano giorni invece di ore. Intanto i carabinieri forestali vengono dotati di dispositivi di protezione individuale per intervenire su fuochi di piccole dimensioni. Siamo alla follia. Siamo allo sfruttamento mediatico delle buone intenzioni. Che ce ne facciamo di due ex cfs con un flabello sulle fiamme? 2 persone in più da tutelare per i VVF già piuttosto impegnati. E di responsabilità penali si parla. E allora, l’unica cosa da fare sarebbe restituire agli ex forestali quello che sanno fare bene. Non spegnere, ma dirigere le operazioni di spegnimento. Guardando lo scenario da una posizione panoramica sulla quale arrivare in tempo reale per conoscenza del territorio, perché i presidi sono rimasti, i comandi stazione sono attivi. E tutto tornerebbe alla normalità. Ex cfs coordina, vvf boschiva spegne, ros dirige in interfaccia, protezione civile sempre presente. Ma no, signori.. perché così facendo le Istituzioni sottotitolerebbero il fallimento politico che ha portato al disastro ambientale (e che non si esaurirà con la fine della stagione AIB -non spiegherò qui gli effetti degli incendi sulla stabilità idrogeologica). Le Istituzioni coinvolte dovrebbero dire: “scusa cara Madia, ma che me ne faccio di 7000 forestali se poi non posso intervenire nella direzione dell’antincendio, visto che (straccio di volpona) l’hai dato ai vvf (che non arrivano con i numeri)?” .. le Istituzioni e la politica (non tutta grazie al cielo) bloccano soluzioni ovvie per non dover ammettere le proprie colpe e la propria ignoranza. Ma una parte di politica, quella sana, sta combattendo contro questo scempio. L’uomo che sussurrava ai cavalli riusciva a curare quello che i benpensanti avrebbero ucciso..

Sergio Costa – Non ero a Vallombrosa… qui S. Giovanni Gualberto è stato duro sul fronte del fuoco forgiandoci nella fede e nell’amore per la natura.

LA SCELTA CRIMINALE

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Luca Rossi Domanda… Se nel Corpo Forestale dello Stato, a fronteggiare il problema degli incendi boschivi erano impegnati circa 7000 persone, come fanno i circa 300/400 uomini e donne fatte transitare per forza nei Vigili del Fuoco a garantire lo stesso servizio?? A voi la logica risposta
<Sembra…ma, NON è una BARZELLETTA sui CARABINIERI, Riassumendo: un ex CORPO FORESTALE, diventato per forza Carabiniere con un decreto assurdo, non deve intervenire su un incendio ma chiamare i pompieri ! Chiama e trova un pompiere ex Corpo Forestale che non può intervenire in quanto ha perso la qualifica di DOS, allora il pompiere ex forestale chiama gli elicotteri dello smembrato per decreto CORPO FORESTALE ma gli dicono che ormai sono elicotteri dei Carabinieri, magari scorazzano generali o politici vip, e non spengono incendi o sono fermi. Mentre la politica nazionale e regionale ( incapace e dannosa ) fa disastri, l’ ITALIA BRUCIA IL SUO PATRIMONIO FORESTALE.>
Carmine Forcina Al 1515 dell’ex Corpo Forestale dello Stato,rispondono che non hanno personale e di chiamare il 115 dei Vigili del Fuoco. Accertato questo da me alle ore 02,00 circa del 13-07-2017.
Vincenzo Vitiello Volevo da abitante della zona intorno al Vesuvio ringraziare chi ha eliminato il Corpo Forestale dello Stato rendendo così possibile un simile scempio. Ringrazio la RAi che a pag. 175 del televideo continua a segnalare il 1515 (chi risponde?) ed il sito del Corpo Forestale per gli incendi. Nella pagina del sito CFS, ai comunicati stampa il 6/6/2017 “Celebrazione dei 203 anni di fondazione dell’arma dei Carabinieri.
Emanuele Cabriolu Neppure aggiornato al 12 luglio san Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali, per non peccare di lesa maestà..
Alessandro Di Rienzo Hanno soppresso il Corpo Forestale e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti. La nostra penisola sta bruciando e ci sono sempre meno controlli ed interventi nel territorio, per la gioia dei bracconieri, imprenditori, speculatori, mafiosi e camorristi. E politici complici e collusi. L’Italia è un Paese dove regna la cultura del crimine e lo sfruttamento di ogni forma di vita, umana, animale e vegetale, senza alcun tipo di scrupolo. Gli interessi passano sopra a tutto, con un tale cinismo di uno squallore senza ritegno. Sostanzialmente non siamo proprio un bel Paese. Famo abbastanza schifo. Senza speranza.
Salvatore Parrino Non è emergenza , questi sono i frutti che amaramente gli italiani raccolgono a seguito di un decreto che ne n aveva motivo nemmeno ad essere pensato….. figuriamoci concepito ed attuato. Si parla di emergenza per tutto ciò che non è previsto ma prevedibile quale può essere un terremoto o un’alluvione…… Gli incendi sono stati sempre una delle piaghe che affliggono i nostri territori. È veramente allucinante sapere che c’è stata la spartizione di un bottino (CFS) dove c’è chi ha afferrato a più non posso anche di cose di cui ne poteva benissimo fare a meno (mania di potere) e chi invece è arrivato solo alle briciole nonostante per le sue necessità aveva tantissime bocche da sfamare. La cosa ancora più grave è che a questo banchetto hanno assistito chi aveva il dovere di tutelare gli della collettività.
Giovanni Di Blasio Purtroppo é così, abbiamo dovuto accettarlo per prima noi del CFS , dovranno accettarlo anche i cittadini che purtroppo se ne accorgono solo oggi. Purtroppo ci hanno smenbrato nell’indifferenza più totale
Pasquale Pasquarella nessuno può affermare che con il CFS in attività gli incendi non ci sarebbero stati ma l’abolizione del CFS ha portato uno squilibrio in quella fase di interventi coordinati in funzione da anni
Fulvio Mamone Capria Quando si scrivono le riforme sulla carta senza immaginare gli effetti futuri e senza prevedere tempi certi d’attuazione. I ritardi e le figuracce si accumulano mentre brucia tutto…
Antonella Giordanelli Purtroppo a bruciare vivi sono animali e piante innocenti e non i Renzi, i criminali, gli ignavi … non v’è maledizioni che salvi dal tormento le creature dei boschi ….. quanto agli umani, italiani e non, sono sempre conresponsabili del proprio destino !
Giampaolo Concas Vi rendete conto che siamo appena al sette di luglio? L’estate è appena cominciata
Francesco Bennardo Mi dispiace dirlo ma ancora non si è visto niente. Continuando di questo passo a fine agosto non ci sarà più niente da bruciare. E bravo il governo Renzi oltre a distruggere il Corpo Forestale che a pater mio funzionava benissimo sta distruggendo l’ambiente. Un applausi al governo
Marta Frigo SOPRESSIONE CORPO FORESTALE DELLO STATO: SCELTA CRIMINALE DEL GOVERNO RENZI Chissà se in questi giorni in cui l’Italia è devastata dagli incendi, tutti coloro che hanno difeso la riforma Renzi-Madia sono ancora convinti che lo smembramento del Corpo Forestale dello Stato sia cosa buona e giusta!.
Qualsiasi persona di buon senso si rende conto che in realtà è stata una scelta miope e scellerata e quello che sta succedendo sul fronte degli incendi in questi giorni ne è la prova provata.
Ciò che resta del CFS è ora conteso tra Carabinieri e Vigili del Fuoco che pur avendo una grande professionalità non hanno competenza diretta e specifica sugli incendi boschivi, nè i mezzi adeguati e i presidi capillari di cui era dotato il CFS , e i Carabinieri non ne hanno proprio nessuna, visto che si occupano di ordine pubblico!
E’ pazzesco sapere che, come riportato da vari articoli di stampa (vedi ad es. Il Fatto Quotidiano del 13 e 14 luglio) e interrogazioni parlamentari, numerosi elicotteri dell’ex CFS, con personale addestrato specificatamente per l’antincendio boschivo sono a terra e non volano, mentre i pochi Canadair della Protezione Civile sono poco adatti ad operare nelle zone impervie oltre ad avere costi altissimi.
Anche uno sprovveduto si rende conto che quando non c’è un unico coordinamento per l’emergenza viene meno l’operatività e l’efficacia degli interventi. Con la legge Madia, insieme alla Forestale è sparita la funzione di coordinamento del Dos (Direttore operativo spegnimento) e i 360 forestali passati ai Vigili del Fuoco non possono più svolgerne funzione e attività a causa della burocrazia!. Roba da non credere….
Ma che razza di stato è questo che invece di investire nella tutela dei beni comuni, per vergognose logiche partitiche da il paese in mano a mafiosi, speculatori, piromani? Uno stato che antepone gli interessi di pochi al bene di tutti non è degno di considerarsi civile.
L’Europa ci chiedeva di istituire un grande corpo di polizia ambientale, efficace ed efficiente e il CFS sarebbe potuto diventare il fiore all’occhiello per la tutela del nostro patrimonio naturale, potenziandone l’organico e l’operatività, facendo confluire in esso tutti i soggetti che si occupano di tutela dell’ambiente.
E invece si è deciso di distruggere, con un colpo di mano, 200 anni di storia del CFS, in cui esso ha operato con grande professionalità e competenza in materia di difesa e salvaguardia del territorio e del patrimonio ambientale e faunistico del nostro paese.
Intanto le ecomafie e tutti coloro che minacciano il territorio, le sue bellezze naturali e la biodiversità ringraziano per il regalo ricevuto…
Credo che sia assolutamente necessario fare un passo indietro, prima che sia troppo tardi
Luca Marco Comellini “Spiace vedere il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, generale Tullio Del Sette, apparire su un Tg nazionale, all’ora di pranzo, per tentare di giustificare un fallimento annunciato mentre l’Italia continua bruciare. Prima ci ha provato senza successo il suo Cocer poi lui stesso. I fatti e le immagini degli incendi di questi giorni li hanno smentiti entrambi. Chi sarà il prossimo dover mettere in gioco la propria reputazione per obbedire all’ordine di dover difendere ad ogni costo la scellerata decisione del Governo Renzi di sopprimere il Corpo forestale dello Stato? Del Sette avrebbe fatto meglio ad andare in pensione quando poteva e doveva perché ora rischia di ritrovarsi ad essere il solo responsabile del fallimento di una riforma che solo noi e pochi altri abbiamo avuto il coraggio di contestare e contrastare apertamente e con ogni possibile mezzo al fianco delle sigle sindacali del CfS per tentare di far comprendere al alla Madia, al Governo e poi al Parlamento il terribile errore che stavano commettendo e gli incalcolabili danni che ne sarebbero derivati. l’Errore è stato fatto, i danni ci sono e sono evidenti. A adesso chi paga?
E pensare che tutto ciò si sarebbe potuto evitare con un po di buon senso e un minimo di intelligenza.”
Paolo Mennuni A che vale aver studiato botanica, biologia, idraulica, idrologia e chi più ne ha più ne metta, insomma avere una preparazione di tipo ambientalistica, quando poi sei comandato da uno che ha fatto la scuola di guerra?????
Mirko Revoyera Piromane? I giornalisti conoscono le parole che usano e i danni culturali che provocano spargendo cazzate? Già non si riesce a fargli capire che gli incendi alle nostre latitudini sono o dolosi o colposi (dunque per mano umana) ma mai e poi mai sono causati dalle temperature torride (che sono semmai condizioni favorevoli per il diffondersi delle fiamme, assieme al vento. Ora bisognerà spiegargli pure il significato della espressione “piromane”. Gli incendi procurati quando sono dolosi sono procurati o per speculazione edilizia mafiosa, o per minaccia mafiosa, o per vendetta. La piromania cosa cazzo c’entra? Si fanno chiamare pure giornalisti.
Rullo Salvatore quel che resta del parco e dei boschi del Vesuvio. Paesaggio lunare e di distruzione GRAZIE ad un mix fatto da : legge RENZI MADIA su militarizzazione Corpo Forestale + inefficienze e incapacita’ politiche nazionali e regionali + tagli ai bilanci su sicurezza e ambiente + organici carenti e carenza di mezzi + direttive mancanti o inadeguate…. +…..+…..
Rosaria Guarino ….e non meravigliatevi poi!
Certo, non meravigliatevi poi quando pioverà, forte, quando ci saranno i temporali, quelli potenti, le “bombe d’acqua”, non meravigliatevi se poi ci saranno frane, smottamenti.
Grazie a chi ha deciso che il CORPO FORESTALE era un qualcosa in più, di inutile e l’ha eliminato!
Non è il primo incendio doloso, si sa che sopratutto in questo periodo questi criminali si mettono in azione, chi doveva controllare dov’era, o meglio, aveva gli strumenti per farlo?
La natura ha il suo equilibrio, se distruggi un elemento, l’equilibrio cessa, quegli alberi erano le braccia che tenevano forte la sua terra, erano il legame che proteggeva tutti dalla sua discesa.
È stata una notte di fuoco, di cenere, di puzza, di orrore, di morte, morti che forse per qualcuno hanno poco peso, che nemmeno erano presi in considerazione, la nostra fauna selvatica, tanto erano solo animali!
La nostra terra ora è molto più povera.

Militarizzazione di san Gualberto

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Il 12 luglio 1072 moriva san Giovanni Gualberto, come nobil uomo graziò l’assassino del fratello, come monaco denunciò la corruzione delle gerarchie ecclesiastiche, come eremita piantò alberi (faggi,abeti,castagni,aceri,tigli,frassini), come patrono dei Forestali viene celebrato ogni anno nell’Abbazia di Vallombrosa.

Quest’anno tanti generali nerovestiti, di cui l’unico il cui abito non era fuor di luogo era l’abate generale, il quale nel suo saluto di benvenuto “alle autorità civili e militari e ai Forestali”  e poi nell’omelia nonché appellando i comandanti non ha mai pronunciato le parole  “arma/carabinieri”. Eppure le sagge parole della predica sembravano rivolte proprio a loro: l’abate vallombrosiano è pescatore d’anime e c’era da fare una retata, data la presenza in chiesa di significativi alti gradi come il gen Del Sette e il gen. Saltalamacchia !

Anche con le doti epistemologiche e comunicative di un colto monaco benedettino, nessun nesso si poteva agganciare tra accademie militari e la cura delle foreste casentinesi (ad opera dell’ordine di san G.Gualberto per otto secoli!) affidata dall’unità d’Italia in poi ad un Corpo nazionale mediante la fondazione nel 1869 del Regio Istituto Forestale di Vallombrosa; mentre al contrario la figura storica di Gualberto ”whistleblower” in Toscana (tra Firenze e Arezzo!) è apprezzabile da ogni cittadino che si trovi  in una società corrotta specie all’interno di una struttura gerarchizzata e tanto più dai carabinieri forestali.

Quindi le parole dell’abate generale quest’anno erano perfettamente calibrate, mirate e selettive nell’analizzare i pericoli insiti in chi cade vittima dell’amore per il potere, raccomandando coloro che hanno responsabilità di guida ad essere umili e flessibili, consigliando parole chiave ed atteggiamenti.

Tuttavia Del Sette nel suo successivo eloquio non ha modificato alcuno dei reiterati termini; in particolare sembrava non consapevole di quanto fosse inappropriato in quel luogo ripetere che l’Arma “accoglie” la Forestale: i Carabinieri non sono anfitrioni e neanche ospiti in quanto sono entrati NON invitati, e si comportano da invasori.

Hanno spadroneggiato ancor prima dell’emanazione del Decreto legislativo: ben un anno prima hanno subito preso possesso del Museo della Scuola Forestale di Cittaducale e subito hanno fatto irruzione anche del più piccolo comando stazione alpino per prendere le misure dei locali per poi farsi consegnare perfino i martelli forestali !

Alla scadenza del 1 gennaio hanno apposto il loro simbolo di latta su ogni edificio della Forestale senza avvedersi dell’aquila incisa sulla pietra e sulla roccia! Pattugliando automuniti hanno cambiato con  la granata accesa ogni indicazione stradale, ma calzati con suole lisce mai eradicheranno nei boschi gl’innumerevoli pannelli educativi di legno, che se portassero incisa la fiamma dell’Arma sembrerebbero invito agl’incendiari!

Roccia e legno sono Natura che si rigenera, latta e vernice tossica arrugginiscono.

Ben più in tema col santo patrono la “orazion picciola” del generale Ricciardi, l’unico ad avere l’habitus consono al luogo e alla truppa desolata.

La nota più stonata nel gesto tutt’altro che da “ufficiale e gentiluomo” (nessuna parità di genere nel dicastero della difesa, acciocché dic la ministra Pinotti !): sciogliersi dall’abbraccio con l’ex collega in divisa VVF per accorrere in prima fila a cantare a voce spiegata Virgo Fidelis nella puerile ostentazione della assecondante memoria di una bimbetta bionda che sale sulla sedia a recitare la poesiola natalizia.

E a proposito di musica: il coro (agile ed intenso specie nella chiusura delle note lunghe) è rimasto quello del Corpo Forestale dello Stato, mentre la banda è stata smantellata perché gli strumentisti non avevano studiato in Conservatorio. Giusto, non si può esercitare un’attività se non si è conseguito il relativo titolo accademico!

Ma allora perché alti ufficiali possono vantare attribuzioni di un corpo tecnico e il comando del CUTFAA se, formatisi alla Scuola di Guerra, non hanno  alcuna laurea attinente le Scienze  Naturali e Forestali ?

MONITORAGGI

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Ven 30 giugno esce sul blog  https://salviamolaforestale.wordpress.com/../istruzioni-del…// l’articolo in cui ripropongo, tra l’altro, la cronaca della valanga di Rigopiano prevista dal bollettino meteomont a cura dell’ Arma. Ebbene 3 giorni dopo Del Sette, dalla Calabria, parlando liberamente dell’accorpamento del CFS, si giustifica: <Abbiamo approntato l’impatto a gennaio, in realtà preparato da lunghissimo tempo, in una situazione che si è resa veramente difficile per il tempo inclemente per LA NEVICATA assolutamente straordinaria per le diverse problematiche seguite al terremoto>. È un lapsus il termine al singolare, visto che in Italia numerose nevicate (invernali) s’erano verificate a gennaio? … ho notato che al comandante generale, uomo della cui onestà nulla si può dire, s’imbroglia la favella quando la linea comunicativa che vuol trasmettere non è semplice. 

A me normale cittadina (ma lo ha ribadito anche quest’anno la relazione della Corte dei Conti) sembrano più disservizi che logiche di efficienza e risparmio quelle attuate, e i tormentone di Renzi “da 5 a 4 polizie” annunciava al popolo che il governo andava per sottrazione. 

Porto un esempio di razionalizzazione in Puglia a cui calza lo slogan TOGLI 3 e METTI 1!  Un agente del CFS, vinto un concorso e terminato il corso (29 dicembre 2016) assegnato a 200 km dalla precedente sede, arruolato automaticamente carabiniere (1 gennaio 2017) trova il suo nuovo comando stazione deserto. Nessun passaggio di consegne perché i colleghi che da anni vi prestavano servizio sono appena stati trasferiti nelle caserme cittadine: 2 in Polizia di Stato (letteralmente snaturati a fare Ordine Pubblico !) e l’altro nei Vigili del fuoco senza più arma d’ordinanza e tesserino.
Ovvero al comando stazione prima c’erano 3 Forestali, ora un unico carabiniere forestale. Siccome, secondo gli standard propagandistici dell’Arma, un carabiniere vale doppio, il carabiniere forestale fa per 3 forestali?
Per quanto riguarda la sua professionalità è mortificata perché non ha ancora nessuna conoscenza del nuovo territorio e nessun collega che possa trasmettergli la sua esperienza. Per quanto riguarda la sua motivazione personale non può socializzare la sua nuova situazione di militarizzato che opera nel quotidiano totalmente isolato: nessuno con cui interfacciarsi nell’ambiente di lavoro, famiglia con figli piccoli e casa con mutuo lontane.
C’è una logica di servizio al cittadino e risparmio di spesa pubblica? una stazione tenuta aperta con una solo carabiniere forestale che non ha più competenza sull’antincendio boschivo; un Forestale che conosceva il territorio trasferito nella caserma cittadina dei vigili del fuoco dove presta servizio tutto l’anno demansionato a fare solo antincendio boschivo senza tuttavia esercitare le direzioni di spegnimento; due Forestali che lo Stato aveva formato per tutelare natura e salubrità di cibo e ambiente a cui col cambio divisa hanno dato casco, scudo e manganello con compiti esclusivamente d’ordine pubblico.

Riassumendo la miracolosa moltiplicazione da Legge Madia: 1 carabiniere forestale (che sta in montagna ma non fa antincendio boschivo) + 2 poliziotti per l’ordine pubblico + 1 vigile del fuoco (che fa antincendio boschivo ma sta in città) col resto di zero: azzerato il presidio antincendio locale, frazionando prevenzione, spegnimento, indagine.
Risultato: FAUNA e BOSCO di monte Croce in meno.
Fuori conteggio il tormento d’animali e piante bruciati vivi.


Tuttavia ho scelto con malizia questo tra i milluni casi emblematici perché c’è un’unità di luogo, tempo e azione come nelle tragedie classiche: il “luogo” è la terra di Puglia con la sua millenaria coltura/cultura greca, funestata da eventi innaturali. Proprio nel medesimo “tempo” tra giugno e luglio, in “azione” alla masseria del Capitano, forse, sono proprio quei due Forestali costretti a far ordine pubblico; forse uno di loro è proprio quello che, schierato in tenuta antisommossa, sorride guardando un cagnetto. 

Magari i Forestali fossero potuti rimanere nel loro comando stazione per precipitarsi su sentieri a loro noti a raggiungere il fronte dell’incendio per coordinare da terra i lanci d’acqua degli elicotteri verdi CFS, dirigendo, consapevoli dei rischi del terreno, i volontari della Protezione Civile e tutti i Corpi che in montagna danno supporto, e rimanendo poi a vegliare l’incendio domato, armati di flabello!
Ora devono avere in mano, al contrario, il manganello!

Serena Fiorentino:< Nonostante tutto e nonostante l’ormai completa mancanza di fiducia verso governo e forze del disordine, non potevo credere che a pochi giorni dalle rassicurazioni di TAP circa il rispetto del fermo estivo (peraltro contemplato nella stessa VIA), ci sarebbe stata ancora un’altra inammissibile forzatura.
Eppure sono arrivati in forze, ovunque. Vernole, Melendugno, San foca… al presidio, alla masseria del Capitano.
Lo stato contro il popolo. Una multinazionale contro le sue stesse carte bollate e le istituzioni locali.
Anziani, donne e ragazzini accerchiati in ogni dove, gli sguardi determinati nonostante l’inevitabile smarrimento.
Ho avuto ancora una volta paura. La sana paura di chi sa di non essere nelle condizioni di vincere sul piano della forza. La vittoriosa paura di chi, giorno dopo giorno, nella lotta, prende coscienza di essere dalla parte del giusto e sa che sta combattendo per qualcosa di più alto. Io continuerò ad esserci e continuerò a VINCERE, per il futuro di questa terra e dei nostri figli….sia dei miei che dei vostri e di quelli dei poliziotti che, nascosti dietro caschi e scudi , gli occhi bassi che non riescono a sostenere gli sguardi dei cittadini che dovrebbero difendere, brandiscono i manganelli contro il loro stesso futuro.
Stiamo difendendo anche i vostri figli, nonostante tutto e nonostante voi.>

Antonella Giordanelli

AUTOCTONICITA’ POLITICA

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Tommaso Gigante La cosa che non capisco è perchè spesso e volentieri non si faccia mai menzione al fatto che, in natura, come ovunque del resto, vi possono essere cambiamenti ed evoluzioni. Per tanto, l’arrivo di nuove specie di flora e fauna credo non sia per niente in contraddizione con i ritmi della natura.
Un po’ di tempo fa, visto che ci siamo, feci l’esempio del venerato leccio: tipica essenza dell’area mediterranea.
Per quanto si voglia accettare che il leccio sia una pianta autoctona e tipica del nostro territorio (visto che lo è), non possiamo non renderci conto che un tempo remoto, questo benedetto leccio sarà pur arrivato da qualche parte no? Non credo che sia spuntano in tutto il bacino del mediterraneo nello stesso momento. Inoltre, osservando il suo vigore e la puntuale azione di colonizzazione che ha nei confronti degli ambienti mediterranei, se fossimo vissuti migliaia di anni fa, avremmo reputato la pianta invasiva e alloctona? Sembra che il bioma mediterraneo, come tanti altri biomi, debbano rimanere statici ed inamovibili. Credo sia naturale che dopo migliaia di anni qualcosa cambi.
Prendiamo ad esempio una specie di quercia tipica di Spagna e Francia: la quercia dei Pirenei. Sebbene la suddetta sia presente in Italia solo e soltanto in Val di Susa, all’estremo nord Italia, la pianta è reputata “indigena”, ossia autoctona dell’Italia per quella sola ed unica stazione. Nonostante tutto, piante più vicine alla nostra terra di Puglia, quali l’ippocastano, pianta che si trova tanto in Albania quanto in Grecia, è alloctona. 
Dovremmo creare una nuova branca: l’autoctonicità politica

Emanuele Cabriolu E TAGLIAMO IL LECCIO PERCHE NON DA SUGHERO E SE NON BASTA RIMBOSCHIAMO A SUGHERA ANZI PRIMA A PINO COSI SI SPENDE DI PIU’ E SI PREPARA …A BRUCIARE
 
David Diani  Manca il Cfs ed i piromani, agenti dei peggiori interessi Speculativi, si scatenano : meglio Riforestare con Sughere, Allori (che dopo gli incendi sono recuperabili con la ceduazione dei tronchi morti) etc. Ma, in ogni caso, ci rivuole il Cfs….  o Sarebbe anche il caso di prendere in considerazione la possibilità di Reintrodurre il Castoro nel centro-nord Italia
 
 
 Davide Celli  Partiamo dalle parole, eccole: “pugno duro”, “vanno eliminate”, “le trappole (e cioè i metodi meno cruenti) non servono”, “io ne ho uccise più o meno 9 mila”. Mi sembra innegabile che la violenza verbale della Regione Emilia Romagna e dei suoi sicari sia preceduta dalla violenza reale. Loro uccidono, se ne vantano e vorrebbero uccidere ancora di più (la legge va migliorata). Io credo che la “mia” regione stia dando un pessimo esempio in fatto di rispetto e amore nei confronti degli animali.
Mi preme poi sottolineare due cose.
La prima: il business. Per ogni nutria vengono sborsati 3 euro. Un cacciatore intervistato  dice che sono pochi? Deve non aver mai lavorato per un’agenzia interinale, è possibile, vista l’età immagino disponga di una buona pensione. Ma poi: facciamoci due conti, se la matematica non è un opinione 52 mila nutrie uccise in un anno fanno 156 mila euro. Mica noccioline. Ai quali si aggiunge il costo delle gabbie (ndr 600 euro a gabbia). Gabbie queste che, come ci viene precisato dal cacciatore stesso, non servono a niente. Scommetto che se un politico di opposizione si prende la briga di mettere insieme tutte le delibere, ente per ente, salta fuori un bel gruzzoletto destinato agli amici cacciatori e allora, finalmente, si capirà il perchè di tante cose (ndr il cacciatore dichiara che per il suo ATC hanno messo a disposizione 47 mila euro, gli ATC in Emilia Romagna sono 50, magari non danno lo stesso contributo a tutti, ma se così fosse la cifra superebbe i 2 milioni di euro).
Ma passiamo alla seconda cosa di cui vorrei parlare. Lo stesso cacciatore ci concede due dati e come tali li consideriamo attendibili. Lui – da solo – ha ucciso 9 mila nutrie nel 1992 e cioè 25 anni fa. (…non male, un vero Adolf Eichmann della nutria, c’è da andarne fieri) E’ verosimile che altri “amanti degli animali”, i suoi amici, (i vari Himmler, i Goring, gli Hess della nutria) ne abbiano uccise altrettante. Quindi chiedo al Presidente della Regione Emilia Romagna: “ma è davvero sicuro che il metodo di eradicazione della nutria che si fonda sullo sterminio funziona?”. Discutiamo di questo e cioè di tutti i soldi che avete erogato ai vostri amici cacciatori fino ad oggi, da più di vent’anni a questa parte, e dei risultati ottenuti, direi fin troppo modesti se il vostro odiato nemico è ancora lì a gironzolare sugli argini. Non avete mai pensato che sterilizzare le nutrie potrebbe essere un metodo più efficace? Non sia mai. In un mondo dove a votare non ci va più nessuno e il malessere verso i governanti è in crescita esponenziale, con qualcuno, da qualche parte della regione, bisognerà pur prendersela, già perchè bisogna dimostrare di avere il “pugno di ferro”, ci vuole un “anello debole” da spezzare …e chi meglio di una nutria si presta a vestire i panni del nuovo “ebreo” il cui sterminio renderà più coeso un partito debole e indifferente alle forme viventi, alla ragione e ai fatti.