SCIVOLATE DEMENZIALI

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Antonella Giordanelli– Come cittadina trovo eticamente inaccettabile che il MIPAAF abbia finanziato la campagna di Assocarni intitolata “la stellina della carne bovina”, inducendo il consumatore a credere che la carne (forse in quanto italiana) sia un alimento salutare prodotto nel rispetto dell’ambiente e del benessere animale, quando invece la carne rossa, è stata classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come probabile cancerogeno. Omettere d’ informare del rischio per la salute in una campagna finanziata con il denaro del contribuente, quando le malattie tumorali sono la seconda causa di morte in Italia con i conseguenti costi a carico della Sanità Pubblica, è contro l’interesse primario del consumatore in violazione dell’art.12 bis (Sicurezza) della edizione in vigore del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale:”[l]a comunicazione commerciale relativa a prodotti suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente, specie quando detti pericoli non sono facilmente riconoscibili, deve indicarli con chiarezza”. I dati scientifici concordano che la zootecnia ed in particolare gli allevamenti industriali sono ecologicamente insostenibili per consumo ed inquinamento di acqua e suolo, oltre che per emissioni di gas serra (metano e CO2). Lo sbilanciamento tra la produzione agricola finalizzata a foraggiare gli animali detenuti in condizioni etologicamente innaturali, e l’equivalente che potrebbe sfamare direttamente la popolazione umana è scandaloso esempio di inefficienza energetica.

Franco Tassi – NO ALLE MALEPOTATURE!!! BASTA ALBERI FOCOMELICI!!! RIPRISTINIAMO LE SCUOLE DI GIARDINAGGIO! Quando girando per l’Italia incontriamo alberi potati da operai delle ditte che hanno avuto dai comuni l’incarico di operare “in conto legna”, ci troviamo di fronte a vergognosi massacri, contrari a ogni buona regola, dannosissimi per la pianta e per la vita che poteva ospitare, antiestetici e frutto di una sola finalità: accaparrarsi quanta più legna possibile, per produrre pellet o per tamponare la fame insaziabile delle esecrabili centrali a biomasse. Un meccanismo diabolico, in cui qualcuno certamente guadagnerà, ma tutti gli altri, abitanti e passanti, temperatura e qualità dell’aria, clima e bene comune, perdono valore e dignità. Il risultato sono miserevoli eserciti di poveri alberi focomelici, uccellini scacciati dal nido, ombra e frescura perduta, paesaggio urbano violentato e atmosfera generale non certo entusiasmante. Quello che i cittadini dovrebbero fare, allora, è inondare i comuni di motivate proteste, aggiungendo immagini delle più mostruose potature italiche, raffrontate con quelle ben diverse di altre città d’Europa, o extraeuropee. E forse sarebbe opportuno suggerire ai solerti reggitori della cosa pubblica di seguire strategie ben diverse. Assicurandosi anzitutto di affidare il verde pubblico a competenze indiscusse. Corrono infatti voci strane … Sembra che in molti casi certi assessori all’ambiente si occupassero soprattutto di immondizie, e si dice che i servizi giardini fossero diretti da veterinari. Andrà raccomandato, comunque, di spendere in modo migliore il pubblico danaro. Organizzando e lanciando una scuola di giardinaggio, sull’esempio di quella di Monza, qualificando il personale e incoraggiando il volontariato che, soprattutto dal serbatoio immenso di giovani e anziani, disoccupati e immigrati (e persino carcerati, autorizzati per buona condotta), non mancherebbe certo. Abbiamo visto in altre città del mondo un solo giardiniere istruire e seguire legioni di volenterosi collaboratori, curando in modo esemplare enormi spazi verdi, assicurandone in modo implicito anche la pulizia, e offrendo salutare impegno a moltissime persone, oltre a garantire risparmi non indifferenti. E abbiamo constatato, in altre città, che a disoccupati e immigrati veniva offerta la possibilità di prestare periodi volontari, come primo passo per la qualificazione e l’inserimento in attività di manutenzione, arredo e rigenerazione del verde urbano … Chi sarà capace di imitare questi virtuosi esempi? Ma tornando ai nostri alberi, la vera sfida futura sarà conservare grandi viali di maestosa bellezza, anziché cimiteri di desolazione. Sarebbe ora di capire che, come affermava un grande esperto, “la miglior potatura è quella che non si vede”. Leggera, sicura, armoniosa. Concepita non per produrre abbondante legname, ma autentico benessere.

Michele FasanoL’Italia non è mai stata una Nazione con una visione Ambientalista,lo dimostrano anche i pochi successi dei Verdi e compagni. Solo Verdi di nome ma Rossi di mente. E tutta questa cecità, la stiamo pagando a caro prezzo,allagamenti frane,valanghe ecc. ecc. e dulcis in fundo la soppressione del CFS.

Alessandro Ghezzer Quelli che sciano sulle tristi “strisce di carta igienica” non provano un vago senso del ridicolo?

Un tempo la neve artificiale era un espediente circoscritto, per far fronte ad emergenze ben localizzate in certi tratti di pista. Oggi la neve artificiale è strutturale, praticamente tutte le piste sono ormai innevate artificialmente. Significa che la neve, una volta abbondante, oggi non c’è o ce n’è sempre meno. Significa insomma che è un fenomeno che dura ormai da alcuni decenni. Un periodo temporale troppo lungo per i politici, che di solito pensano alla propria rielezione, e così finanziano coi soldi di Pantalone altri impianti, altre piste, anche a bassissima quota, contro la logica e contro il buon senso. E quando il rosso dei bilanci diventa profondo rosso, ecco la Provincia munifica che interviene ancora con altre montagne di soldi per rilanci fasulli, utili soprattutto a ottenere la rielezione del politico di turno. E quando si arriva fatalmente alla canna del gas, ecco che si provincializzano addirittura gli impianti. L’esatto contrario di quanto avviene in economie sane. Ma non importa: il senso del limite, e del ridicolo, è ormai ampiamente superato. Si scia perfino di notte, si vuole sciare anche in novembre. Se facesse abbastanza freddo, qualcuno pretenderebbe di sciare in ottobre e, perché no, magari anche a settembre. Incurante del consumo di soldi, energia, acqua, ambiente. E Dio non voglia che qualcuno si inventi la neve artificiale che non si scioglie.

Nonostante l’evidenza del cambio climatico che ormai è sotto gli occhi di tutti, ci si ostina a investire montagne di quattrini nello sci. Una volta che il carrozzone è stato messo in piedi, è impossibile fermarlo: deve girare a tutti i costi. Arriverà però, se non si inverte la rotta, il momento in cui la giostra si fermerà di colpo, come se gli avessero tagliato la corrente. Senza neve, chilometri di piste e di ferraglia saranno inservibili, l’economia di intere valli ridotta in ginocchio, il paesaggio distrutto. Ma questo non sembra preoccupare nessuno. Avanti a testa bassa, anche se in fondo al tunnel non c’è l’uscita ma un muro.

Antonio Di Lizia– Sull’arco alpino la stagione AIB per il CFS iniziava a fine ottobre e terminava con le prime nevicate importanti.

È sempre stato così ma prima era più raro e si estendevano meno quindi raramente facevano notizia.

C’era un tempo in cui era necessario distaccare un S64F in Liguria o in Piemonte mentre la sede di Belluno piuttosto che Celarda (Feltre) copriva la zona est delle Alpi.

Un lavoro silenzioso ma efficace fatto con onestà senza ostentarsi (purtroppo) in articoloni di giornale o apparendo in tv… Il Corpo Forestale dello Stato non mirava alla statistica o a passare per la star del momento… Era un lavoro di gruppo che grazie all’efficace apporto del personale di terra, ben dislocato, preparato e libero dal formalismo fuori luogo di un apparato militare, ha permesso per decenni fossero salvaguardate intere foreste… Ora il nulla e come nella peggiore ipotesi della “Storia infinita”, la nera oscurità avanza portando sventura… ·

Chiamate le fate, i maghi e gli stregoni, magari pregate… meglio illudersi con la fantasia piuttosto che confidare in un servizio inesistente ormai distrutto e, probabilmente, riguardo gli incendi, per lasciar spazio a interessi privati… Ho visto un gruppo di elfi che complottavano su come trovare il sistema per distruggere una fiamma, tanto dannosa al bosco! Dove sono in carabinieri forestali? Dov’è la tanto decantata “forza di polizia ambientale” più grande d’Europa?

Purtroppo l’aver militarizzato il personale del Corpo Forestale dello Stato ha permesso il totale abbandono del territorio costretti, come sono, ad illogiche quanto inutili e farraginose procedure di servizio. Il territorio, specie quello rurale e montano, è ormai alla mercé di chiunque voglia fare qualsiasi cosa, che sia raccogliere funghi o tartufi o altri prodotti della terra o che sia tracciare una strada con il quad o tagliare alberi posti in filare o in aree particolarmente delicate dal punto di vista geomorfologico, in barba di qualsiasi norma. Oltretutto si è aperto anche uno squarcio enorme nella normativa dopo che è stato approvato il nuovo Testo Unico Forestale.

Ho paura che se questo governo non prenderà immediatamente dei provvedimenti, e che non possono e non devono limitarsi a quelli di facciata (tipo nominare un ministro dell’ambiente ex CFS ora CC), la strada tracciata e che continuano a seguire i grandi “signori” dell’economia porterà inevitabilmente al disastro ambientale…

Alfonso Ricca- le competenze sono passate hai vigili del fuoco in sottorganico cronico, che non possono fare prevenzione sul territorio, senza esperienza, con basi lontane dalle aree montane etc etc

Emanuele Cabriolu – Ma io dico ma lo sanno come funziona un A.I. o no? Meglio rinunciare a quel trabiccolo di marchingegno elettronico stupido ma vuoi mettere la valutazione obbiettiva di una vedetta da quella fasulla erronea che fa correre tutti anche sui comignoli e che necessità di centinaia di pattuglie e migliaia di uomini ad ogni ora non penserà a tarzan che vola tra gli alberi, siamo seri pure quella era una truffa succhiasoldi mentre noi forestali si lavora per pochi euro ma con metodo e criterio valutando caso e caso obbiettivamente e dando delle priorità , tra cui l esperienza e la conoscenza del territorio e dei suoi fruitori non e’ un hobby ma bagaglio professional

Gildo Nurra – Perché non si pubblica anche la sentenza che condanna la Regione Sardegna Citando anche il Tribunale che l’HA emessa e chi erano i denuncianti. Quei marchingegni erano solamente una truffa, perchè non segnalavano proprio niente, se non fari di autovetture in transito. Mi riferisco alle grandi dichiarazioni di coloro che avevano approvato (questa specie di rilevamento ad infrarossi, molto costosa, ma MOLTO inutile) circa TRENTA ANNI addietro. Ancora con questa inutile STERILE commedias – Ciò che HA SEMPRE funzionato e continua a FUNZIONARE sono: le nostrane ILLUSTRI VEDETTE

Mario Actis Grosso – Già il Cfs quello tempestivo, quello che conosceva il territorio perché ai piedi aveva gli scarponi, quello che conosceva come si evolveva un incendio…quello che conosceva come brucia un bosco di latifoglie e una pineta….già e i miei boschi lo sanno bene cosa causa l’approssimazione…. Quando c’era un incendio il comandante Cfs arrivava sul posto in pochissimo tempo, prendeva il comando e spegneva sempre tutto prima che il fuoco sfuggisse di mano, ..una volta quando c’era il Cfs e le varie stazioni…

Mauro Cheli – Il collega Bottelli Massimiliano, nome in codice Libano,con Ombra ha ritrovato e salvato 23 persone dopo il violento sisma che ci fu in Abruzzo….in Provincia di L’Aquila…… una persona generosa….Uno di quei personaggi che pur di correre in aiuto d’un collega, non esita a rischiare anche di persona.. Grande Libano…. onorato e orgoglioso della sua amicizia. Ma soprattutto sono a conoscenza di tutte le cose che ha fatto per salvare le persone in difficoltà. In armonia con il disegno che Zamberletti aveva concepito per noi. Una persona del genere doveva essere valorizzato al massimo dalla istituzioni…..anche dopo l’età della pensione. Si trattava di salvare quante più vite umane era possibile salvare. Una democrazia compiuta avrebbe fatto tesoro di gente come lui. La cosa moralmente più grave, tra le tante conseguenti alla distruzione e poi alla definitiva soppressione del CFS, è stato l’aver abbandonato il progetto del cane lupo italiano e del Gruppo cinofilo CFS. Avevano salvato i colleghi, tante vite umane, in silenzio e senza fare clamore. Chi ci ha rimesso alle fine, sono tutti quei cittadini, che potrebbero averne avuto bisogno. Non riesco a capire, cosa avevano al posto della coscienza, certa gente…. Tra i primi cani lupo italiano che sono stati addestrati e a disposizione del Glorioso CFS per la ricerca di persone disperse, in armonia con il disegno che Zamberletti aveva concepito per noi, sono stati Camilla di Massimiliano Bottelli, Luna di Nicola Pierotti ( erano sorelle ) e anche Lucky dell’ispettore Bigiarini di Pieve Santo Stefano. Lucky oltre che bravo era anche un bellissimo esemplare. Poi qualche entità perversa, volle rovinare tutto negli ultimi anni di vita del CFS e il progetto cane lupo italiano, fu abbandonato. Una porcata del genere è la più grave, moralmente, in tutta la storia del CFS. Tante persone nel bisogno, che potevano e potrebbero essere salvate, non potranno più usufruire di anni di duro lavoro e di esperienza. Questo è.

Una risposta a "SCIVOLATE DEMENZIALI"

  1. Anna Pellanda 10 dicembre 2019 / 17:48

    Sono del tutto d’accordo con Antonella Giordanelli cui invio i miei complimenti per la chiarezza e competenza del suo intervento

    Anna Pellanda

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