Giovanni Palumbo – Per un Cucchi noto a tutti, migliaia di sconosciuti pestati ogni giorno…lo sappiamo solo noi addetti ai lavori….
Lazzaro Manlio Detti – E’ inammissibile che un fedele servitore dello Stato debba subire quello che sta subendo il Sig. Riccardo Casamassima – Perche’ NON intervengono chi deve tutelare un Carabiniere che ha fatto solo e soltanto il suo dovere onorando l’Arma alla quale orgogliosamente appartiene ?
Michele Fasano – Sono molto arrabbiato,quando sento queste ingiustizie. Chi può deve sostenere con forza questo Collega. Riesco a comprendere le umiliazioni che sta subendo il Collega,ma anche la frustrazione come persona dedita al dovere verso la sua Divisa e il senso di verità. Forza Riccardo Casamassima,per quello che può servire sono solidale con te.
Anastasio Canonico – Non mollare, anche per i tuoi colleghi!
Angelo Sucameli – Sono in congedo da tempo, ma non penso che le cose siano cambiate. All’interno dei corpi militari vige, a mio modesto parere, un secondo stato , dove ciò che vale per i “comuni mortali” non vale più per chi indossa una divisa, e specialmente se su questa divisa porti le stellette
Marcello Ripaldi – dopo queste dichiarazioni lo manderanno al confine? E questo povero uomo l’ha scelto di fare il carabiniere figuriamoci chi come gli ex forestali è stato militarizzato forzatamente nei cc.
Paolo Mennuni – Dire che i carabinieri non abbiano voluto ‘accorpamento è un po’ un azzardo. Il parere del Consiglio di Stato è stato redatto da un genere dei carabinieri: l’ex vice comandante generale! Sono stati l’unica forma di polizia che è riuscita ad aumentare gli organici!
Valter Reali – Lo hanno ideato, studiato, voluto, bramato, elaborato, attuato e pure goduto!!!
Marco Poti’ – Il prof. PATI Luceri è un esempio di dignità, di democrazia, di forza e generosità. Protestare PACIFICAMENTE, a mani nude e braccia alzate, non è mai pericoloso nè sovversivo. Solidarietà e vicinanza a Pati, attivista No Tap da sempre.
Chiedo a nome di tutta la mia comunità, Melendugno e di tutti i Sindaci NoTap del Salento (Puglia, Italia, Europa), la liberazione immediata di Pati e degli altri attivisti, fermati perché manifestavano contro un’opera inutile, dannosa e pericolosa come il gasdotto TAP, simbolo di speculazione finanziaria di pochi ai danni di molti!
Le Istituzioni repubblicane Italiane, il Governo e l’Ambasciatore italiano in Grecia si attivino presto per restituire Pati e gli altri alla libertà ed alla democrazia.
Andrea Lavalle – Incendiati gli ulivi di Gino Ancona attivista contro la frode xylella:i peggiori veri INFAMI ,sono i veri escrementi che se la prendono con qualsiasi innocente ed indifeso,,,,animali ed in questo caso alberi,,,,,,anzichè,affrontare, interloquire,agire,con i loro pari !!!!!! i veri criminali e assassini sono così !!!!!! che colpa hanno avuto gli ulivi????
Agostino Di Ciaula – Il “Decreto Martina” impone l’utilizzo di pesticidi di riconosciuta dannosità in assenza di certezze sulla reale efficacia di queste sostanze tossiche nel controllo della diffusione della xylella fastidiosa. Per tali motivi oggi noi ISDE abbiamo inviato una lettera ai Ministri dell’Ambiente, della Salute e delle Politiche Agricole chiedendo di valutare l’abrogazione del Decreto e, nel medio-lungo termine, una revisione della normativa vigente sull’uso dei pesticidi e misure finalizzate a garantire un’agricoltura che sia strumento di progresso economico, di tutela dell’ambiente, della salubrità degli alimenti e della biodiversità e non veicolo per la sottrazione di diritti e per l’incremento del rischio sanitario.
Giorgio Paesani – Cinque anni fa cercavamo i nidi di albanelle minori per salvare i pulli dalla trebbiatura. Trovammo cinque nidi. Oggi non importa più, per il secondo anno ZERO coppie. Si miete sempre prima per il clima cambiato, il grano è più basso perchè la paglia non serve e uno stelo corto regge spighe più grandi (maggiore resa per ettaro) e addio albanelle minori. La mia speranza è riposta in quella piccola porzione di popolazione che, invece, nidifica in incolti, macchie basse e zone percorse da incendi. In fondo, riflettendo, la fortuna dell’albanella minore è stato l’uomo e le enormi estensioni di steppa cerealicola che ha creato. Che un giorno tutto questo sarebbe finito stava scritto nelle “logiche” di questo Pianeta. Certo, dispiace, perchè sono esseri innocenti e disarmati di fronte alla nostra violenza, alla nostra disattenzione e al nostro menefreghismo. Cercheranno di sopravvivere al nostro suicidio di massa, mi sa..
Stefania Barsi – La natura era sacra. Perfino quando un indiano viaggiava, o presso un accampamento, era suo desiderio lasciarsi dietro la minor traccia possibile del suo passaggio. Cercava di non lasciare impronte, di non spezzare rami, di non disturbare nessuna foglia, di cancellare i brutti segni dei fuochi e dei bivacchi.
Voleva muoversi attraverso il territorio così delicatamente come la brezza. Come era nato, perfino quando veniva sepolto, un indiano cercava di rendere la sua tomba meno ingombrante possibile.
Alcuni indiani provavano talmente antipatia verso il deturpamento della natura che l’uomo bianco non riuscì a persuaderli, anche quando essi praticavano già l’agricoltura da tempo, ad usare l’aratro, poiché questo avrebbe squarciato la viva carne di loro madre, la terra.”- Dal discorso del capo delle Teste Piatte, Charlot (1876) – C’è un’immagine: il koala confuso che scopre di avere la casa abbattuta.
“Cosa è successo alla mia casa?”. Questo koala dall’espressione perplessa e spaventata è stato scoperto seduto su una pila di corteccia sminuzzata e segatura, in un luogo che poco prima era la sua casa e brulicava di vita, all’interno del Vittoria State Forest, nello stato del New South Wales Gli uomini di una società di legname avevano appena finito di tagliare gli alberi. Ma, sebbene l’operazione fosse autorizzata e legale, lo stupore e la tristezza del koala mostrano chiaramente come le logiche umane siano lontane dalle necessità della natura e degli animali.
La notizia, vera, del koala risale al 2013. Sono passati 5 anni e la deforestazione è in costante aumento. Per il legname, per le colture intensive (mais, soia) che andranno a sfamare inutilmente i miliardi di individui rinchiusi negli allevamenti, costretti a nascere con l’unico scopo di essere uccisi: il drammatico effetto del consumo di carne, latte e derivati. Per l’olio di palma e tanto altro.
Chi ci da il diritto?
Camilla Sandino Lattanzi – E’ morta Koko, gorilla femmina, famosa per avere imparato il linguaggio dei segni. Dolce Koko, non meritiamo il tuo perdono: ti abbiamo fatto nascere prigioniera in uno zoo, ti abbiamo fatto vivere come uno “strumento scientifico” e ti abbiamo fatto imparare la lingua dei segni. Il tuo desiderio era relazionarti con i tuoi simili nel tuo linguaggio e invece hai potuto relazionarti solo ai ricercatori che ti stavano usando, in un linguaggio che non era il tuo. Dolce Koko, ti abbiamo impedito di avere una vera vita in un ambiente appropriato e ti abbiamo negato quei figli che tu desideravi in modo struggente: per esprimere il tuo forte istinto materno non hai avuto altro che…. dei gattini. Dolce Koko, solo adesso che sei morta, sei libera. Libera da noi umani.
Guido Ceccolini – Un giovane cervone appena ucciso. Uno dei tanti serpenti che facilmente si osservano in questo periodo perché cercano un partner per accoppiarsi ed invece vengono accoppati da torme di persone che li uccidono senza alcun motivo. Tutti i serpenti sono protetti ma solo per finta. Per favore, anche se la religione cattolica ha inculcato a qualcuno il ribrezzo per questi straordinari animali, almeno evitate di ucciderli. Non fanno nulla e fuggono appena vi vedono.
Cristiano Manni – Toccare la Forestale porta sfortuna.
C’è una subcultura politica che in questi giorni, crollando, paga il fio per la soppressione del Corpo forestale dello Stato, quando avrebbe invece potuto, a suo tempo, sposarne la mission della tutela ambientale, comprendendo che l’ambiente è la vera misura dell’uguaglianza sociale e dell’equilibrio economico. La scelta è stata invece quella di creare una frattura sempre più profonda con il mondo ambientalista, fino all’oltraggio della soppressione del CFS.
Questa cultura politica ha continuato a riproporre slogan di un passato certo doloroso, senza rendersi conto di quali erano le reali minacce alla pace sociale e alla giustizia. Lo stesso concetto di “lavoro”, difeso in tutte le formule, è rimasto ancorato ad una visione offuscata e vecchia più di cento anni, fino all’aberrante paradosso che, in nome del lavoro, si dovessero liquidare alla proprietà privata i beni comuni, l’ambiente, e la stessa sicurezza sociale raggiunta coi diritti sindacali.
La militarizzazione dei Forestali è stato un atto paradigmatico.
Una cultura politica debole, che ha ucciso la parte migliore di sé, preferendo Napolitano alla grande figura di Rodotà, morto senza aver potuto vedere, e nemmeno noi ancora, il grande lavoro fatto dalla commissione che portava il suo nome, e che avrebbe dovuto riformare il diritto di proprietà adeguandolo, finalmente dopo 70 anni, alla Costituzione nata dalla Resistenza. I suoi lavori giacciono ancora insabbiati dalla sua stessa parte politica in Parlamento, mentre il testimone è stato raccolto da altri movimenti.
Soccombendo, lascia spazio a realtà forse ancora peggiori, risvegliando i demoni dell’aggressione brutale al territorio, che sono riusciti a infiltrare la loro ignoranza nel governo.
Una cultura politica che, nella propria autorovina, continua a proporre quelle posizioni che l’hanno portata a questo, alimentando una spirale che porterà presto alla sua scomparsa, sperando che dalle ceneri possa nascere una nuova Idea, che non potrà che camminare sulle gambe di altri uomini.
Toccare la Forestale, e ciò che le sta dietro, ha portato sfortuna.