PACCO, DOPPIO PACCO, CONTROPACCOTTO

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Riporto le motivazioni delle ultime iscrizioni che potei accogliere come amministratrice del gruppo fb Salviamo il Corpo Forestale dello Stato, nel gennaio 2019. Mi pare logico porle come pacco dono sotto l’albero natalizio a conclusione di un anno in cui molti pacchi, doppi pacchi, contropaccotti sono stati confezionati. Con realismo e lungimiranza la campagna che unisce cittadini e forestali si è chiamata da subito #salviamolaForestale e mantiene tutta la sua validità d’analisi e d’intenti, pur perso il Corpo. Come sempre il suicida lascia in coloro che l’hanno amato il rimorso di non aver saputo fermare l’autolesionismo e il colpo di grazia. E tuttavia chi dal 1822 cammina con passo lento e sicuro senza mai essere arrivato negli uffici cittadini, saprà portare il fardello appesantito nei tempi lunghi della natura dopo la catastrofe. A costoro l’augurio di rimanere saldi nella loro serenità benefica, perché siano ancora punto di riferimento per tanti cittadini come questi:
David Diani – tutela ambientale
Genny Montrone – Mi piace il corpo Forestdale dello Stato
Renato Pellegrini Grazie per avermi accettato . Perché come nel tempo passato ho Stimato , e Stimo Tuttora , e Stimerò il corpo della Forestale …
Ne resterò grato per tutto quello che hanno sempre fatto per il benessere dei Nostri Territori , e la natura Tutta …
Sardegna Carmelo – un grande presidio per la tutela del nostro territorio e della biodiversità
Norma Perasso – credo sia importantissimo salvaguardare il nostro ambiente e il loro controllo è fondamentale
Chiara Brigatti – Perché le foreste sono il nostro futuro, e hanno bisogno di aiuto
Renato Pellegrini – Per essere a corrente di tutto ciò che meritatamente fanno ogni giorno per il benessere dei nostri boschi e altro …
Paolo Minghelli – adoro la natura e chi la difende il corpo forestale deve essere in prima linea e va’ salvato senza dubbio
Mattia Perini – Per dare un piccolo contributo per salvare il corpo forestale dello stato
Casedilegnopontinia Costruzioni – ero e sono un cfs
Agnese Tinteforti Laneve – Perche’ un solo corpo avevamo che interveniva nelle questioni di animali ,qui a Sud e l’hanno tolto ,dovrebbero sopprimere i vigili urbani piuttosto ,atti solo a posare sulle moto e MAI e dico MAI disponibili quando si tratta di salvare randagi
Maria Olimpia Morgante – Indispensabili per i nostri territori !!!
Elena Marchiori – Perche e giusto salvaguardare il corpo forestale
Nicola Rispoli– Buonasera! Sono un simpatizzante del Corpo Forestale e mio padre ha lavorato in questo corpo.
Vincenzo D’Alessandro – Perché mi piace la natura la flora la fauna e mi piace il corpo dove nel passato ho collaborato essendo guardia ittica venatoria ambientale volontaria
Ilenia Tonetto – Perché la forestale deve tornare a essere un corpo a se stante-
Jennyfer Amici – Sono per il ripristino del CFS
Gianni Baima Poma – Per mantenere in vita un corpo di vitale importanza per la nostra nazione
Mina Corrado – mi piace
Gilberto Stacchiotti – perchè è importante riavere un corpo forestale autonomo
Asia Lovera – Mio padre è guardiacaccia e mi interessa
Serafino Scaccioni – per salvare il corpo forestale dello stato
Silvia Tagliavia – il corpo forestale è indispensabile
Antonino Spezia – perché sono un forestale.
Walter Capulli – Sono un ex appartenente al CFS
Enrico Gemellaro – Sono un cc in attesa del ricorso.
Silvano Brandi – Perchè il Corpo Forestale dello Stato è indispensabile per il controllo dell’ambiente .
Gabry Bruno – Sono amante della natura
Oronzo De Matteis – Mi piace il corpo
Lino Vittadello – Perché credo nelle funzioni del Corpo Forestale dello Stato indispensabile per la salvaguardia del nostro ambiente
Alberto Zingales – favorevole al cfs
Sergio Bisiani – per promuovere il ripristino del Corpo Forestale dello Stato
Carla Dragagna – Perché il corpo forestale e’ Indispensabile
Chiara Brigatti – Perché le foreste sono il nostro futuro, e hanno bisogno di aiuto
Francesco Merello – sono appassionato dal verde
Maria Carola Saccoletto – Perché credo che il Corpo Forestale abbia diritto di esistere!
Veronica Burato – amore x la natura
Julie McDonald – il Corpo Forestale e´ indispensabile per il nostro ambiente. I Carabinieri non si possono sobbarcare anche questo impegno, non essendo specializzati in questo campo come i Forestali.
Maria Petullo – Perché combatto, da quando Renzi ha fatto sta caciottata, a far sì che il corpo ritorni a sé
A tutti i vecchi amici, ai membri del nuovo gruppo fb CAMPAGNA#SALVIAMOLAFORESTALE e a tutti i Forestali belli, buoni e bravi AUGURI !
Antonella Giordanelli

ERANO FORTI

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ANNAMARIA D’AGOSTINO100 ANNI FA HANNO DISTRUTTO LA VITIS VINIFERA EUROPEA, DICEVANO UN INSETTO, E AL SUO POSTO L’AMERICANA… 40 ANNI FA I MANDORLI, DICEVANO UN FUNGO, E AL SUO POSTO LE MANDORLE CALIFORNIANE…ORA GLI ULIVI, DICONO UN BATTERIO….. SE TUTTI QUELLI CHE NE PARLANO SI PRENDESSE CURA DI UN SOLO ULIVO QUALCHE ULIVO SI SALVEREBBE COME SI SONO SALVATI I MIEI MANDORLI. NON SALVERETE UN SOLO ALBERO DI ULIVO CON LE VOSTRE CHIACCHIERE… HO VISTO DISTRUGGERE I MANDORLETI IN PUGLIA 40 ANNI FA, ORA DEVONO DISTRUGGERE GLI ULIVI, SONO TROPPI E NESSUNO LI VUOLE COLTIVARE ESATTAMENTE COME I MANDORLI, CHI LI DEVE ANDARE A RACCOGLIERE IN ESTATE CHE TUTTI PENSANO SOLO ALLE VACANZE??? HO VISTO DISTRUGGERE LA CULTURA DELLA TERRA NEL DOPOGUERRA, MENTRE DI PARI PASSO AVANZANO LE INDUSTRIE E LA CULTURA DEL BENESSERE SENZA PENSIERI, GLI AGRICOLTORI ITALIANI ERANO TROPPI SECONDO IL PIANO MARSHALL (MIO PADRE NON HA MAI VOLUTO USARE LA PAROLE CONTADINI, SA DI MEDIOEVO, NOI ERAVAMO COLTIVATORI DELLA TERRA)…NON SALVERETE UN SOLO ALBERO CON LE VOSTRE CHIACCHIERE… HO SALVATO QUALCHE MANDORLO E QUALCHE ULIVO DI MIO PADRE MA DOPO DI ME IL DILUVIO…. NON SAPETE NEANCHE CHE LA TERRA È UN ORGANISMO VIVENTE! CHE NON VORREI NEANCHE CALPESTARLA! E QUANTI ESAMI TREMENDI SULLA SUA STRUTTURA E CHIMICA E FILOSOFIA ED ECONOMIA CHE NEANCHE SE DALLA TERRA DOVESSE USCIRE IL SUONO DI UNA MANO SOLA!…. E INTANTO CHE IO HO STUDIATO E SUDATO E CERCATO DI SALVARE QUALCHE ALBERO, INTORNO A ME UN DESERTO DI PERSONE CHE FACCIANO ALTRETTANTO E SOLO TANTE CHIACCHIERE…… INTELLETTUALI VA BENE VA BENISSIMO MA DOVETE SUDARE E SPORCARVI DI TERRA PERCHÈ QUALCOSA CAMBI…. E NON PARLATEMI DI GRETA CHE MIA MADRE AVEVA L’ASPERGHER E SO BENE QUANDO FOSSE STUPIDA E INTELLIGENTE, SOPRATTUTTO FACEVA BEN POCO, ERAVAMO MIO PADRE E IO SUA FIGLIA A FARE PER LEI…. TUTTA LA VITA….. FORSE SARÀ PER QUESTO CHE HO IMPARATO A FARE NON SOLO A PARLARE, E FARE DA MADRE A MIA MADRE PER TUTTA LA VITA, E FORSE SARÀ PER QUESTO CHE HO CURATO E CURO PER TUTTA LA VITA QUALCHE ALBERO STUDIANDO E SUDANDO…. VOI NON SALVERETE UN SOLO ULIVO CON LE VOSTRE CHIACCHIERE…

Luigi Russo – LO CHIAMANO CODIRO O XYLELLA ? MA QUESTO È UN GIALLO PIUTTOSTO CHE UNA GRAVE FITOPATIA. I COLLETTI BIANCHI FANNO FINTA DI NON CAPIRE E ATTACCANO I CITTADINI ATTIVI
Se è stato un batterio a portare i disseccamenti (già nel 2000-2013) non si spiega perché tutto il CoDiRO si sviluppa nel giro di 140 x 120 km, sotto a Brindisi, e senza toccare (dopo 10 anni) il nord della regione. Si diffonde a convenienza di chi deve fare affari (espianti, reimpianti, edilizia, fotovoltaico, ecc.). E poi che cosa è successo nella zona arancione e rossa accanto a Gallipoli prima del 2013? Un epidemiologo esperto e libero ha classificato la diffusione del CoDiRO come “epidemiologia assolutamente atipica”. Ma allora, che cosa è stato diffuso tra Gallipoli e dintorni? Veleni e sperimentazioni? Sono state Liberate sputacchine con la Xylella? E come sono state infettate così tante sputacchine? In qualche laboratorio? Quale? Finché non saranno forniti tutti i dati tecnici e finché non saranno messi a disposizione da parte dei “registi dell’affaire Xylella” tutti i materiali dei computer, che neanche i magistrati hanno potuto visionare, continueremo a pensare che chi oggi aggressivamente accusa i cittadini attivi, proprio quelli sono i veri “complottisti” che hanno massacrato un territorio e i suoi Ulivi.
P.S. Più fate pressioni per metterci a tacere, più fate scrivere e dichiarare cavolate ai politici “amici” (chissà perché ne avete tanti, li raccogliete col miele?), più ci convinciamo “che siete coinvolti”

ALBERTO BERTI‎ – RESTA UNA GRANDE TRISTEZZA NEL PROFONDO DEL CUORE IMMERGERSI TRA LE IMMAGINI CHE RITRAGGONO IL CORPO FORESTALE DELLO STATO NEL CORSO DI PARTE DELLA SUA VITA. RITORNANO ALLA MENTE LE PERCEZIONI DI SUONI, RUMORI, VOCIARE ED IL SILENZIO CHE PERVADEVANO I VARI MOMENTI CHE SCANDIVANO LA GIORNATA DEGLI ALLIEVI ALLA SCUOLA. UNA UMANITÀ DI PERSONE CHE SI AFFACCIAVANO ALLA VITA PROFESSIONALE, COME ALTRI CHE COMPLETAVANO LA LORO FORMAZIONE PER PASSARE A LIVELLO SUPERIORE. SU TUTTI, ANCHE NEI MOMENTI PIÙ FATICOSI E STRESSANTI, ERA PRESENTE LA SODDISFAZIONE DI ESSERE UN TASSELLO IMPORTANTE DI QUALCOSA CHE NON ERA SEMPLICEMENTE UN LAVORO SU CUI FARE AFFIDAMENTO MA UNA MISSIONE DIFFICILE ED UNICA A BENEFICIO DEL PAESE. ED ANCHE QUANDO IL FIATO DIVENIVA CORTO, QUANDO DURANTE UNA DELLE TANTE MARCE IN MONTAGNA DALLA CODA GRIDAVANO ” PIANO IN TESTA ” C’ERA SEMPRE QUALCUNO CHE AIUTAVA IL COMPAGNO O INCORAGGIAVA A TENERE DURO PERCHÈ QUELLO ERA SOLO L’INIZIO DI UNA VITA FATICOSA CHE LA DIVISA DEL FORESTALE IMPONEVA. SOLO CHI HA VISSUTO DA VICINO QUELLE REALTÀ PUÒ CAPIRE QUANTO FORTE FOSSE LA DETERMINAZIONE DELLE PERSONE CHE PER L’ITALIA HANNO RAPPRESENTATO UN RIFERIMENTO A TUTELA DELL’AMBIENTE TUTTO PRIMA CHE I TRADITORI INTERNI E LA VIOLENTA ARROGANZA DI UNA POLITICA PREVARICATRICE DISTRUGGESSE TUTTO, MORTIFICANDO IL LAVORO DI MIGLIAIA DI FORESTALI E CANCELLANDO SECOLI DI STORIA.

MARTA FRIGO – RISPARMIATO DA VAIA, STRONCATO DALLA MANO DELL’UOMO.

Un anno fa la tempesta Vaia ha sconvolto il paesaggio dell’Altopiano di Asiago, la mia terra natale, ricca di storia e bellezze naturali.
Per fortuna non tutto l’Altopiano è stato devastato e riflettevo sul fatto che gli alberi rimasti in piedi avrebbero rappresentato l’inizio di una nuova vita per la mia terra martoriata.
Purtroppo qualcuno ha deciso che uno di questi alberi, un bellissimo e armonioso abete rosso di 70 anni simbolo di forza e bellezza,doveva essere ucciso per “abbellire” la piazza del Vaticano durante le feste natalizie…70 anni spazzati via in pochi minuti dalle motoseghe. Avrebbe potuto diventare un patriarca, un vero monumento della natura.
Pensavo che dopo una tempesta che ha stroncato, con la furia di un castigo, milioni di alberi e chissà quante altre vite,nei boschi del Veneto e del Trentino, le piante rimaste in piedi dovessero essere protette e difese come perle preziose, vero simbolo di una vita che rinasce dopo la morte. Purtroppo mi sbagliavo…in un mondo capovolto come il nostro, nella mente degli amministratori e nelll’immaginario collettivo è diventato simbolo di rinascita un albero morto, sradicato brutalmente dal suo ambiente naturale….veramente una cosa da non credere.
L’abete di Malga Trugole (tagliato, ironia della sorte pochi giorni prima della festa degli alberi il 21 novembre…),trasportato con un elicottero e caricato su un tir è partito per Roma (un viaggio a “Km zero”…) “festeggiato” dai sindaci del consorzio e salutato dagli alunni delle scuole. Davvero molto “educativo” far vedere ai bambini un albero morto che fra 2 mesi passato il Natale finirà nel fuoco…
Accomunati dallo stesso destino, migliaia di alberi anche quest’anno sono stati abbattuti per “abbellire” le nostre piazze, in nome di una tradizione senz’altro bella e suggestiva che però e’ sempre uguale a sè stessa e non viene mai messa in discussione al fine di renderla veramente sostenibile sia dal punto di vista etico che ambientale.
E’ proprio vero che Vaia non ha insegnato niente; continuiamo a percorrere le stesse strade, con le stesse logiche di sempre come se nulla fosse successo, senza un’evoluzione culturale che cambi la nostra visione del mondo, nonostante le tragedie che continuamente avvengono intorno a noi, nonostante i messaggi che la nostra Madre Terra continua a mandarci. Si dice che la storia è maestra di vita purtroppo non ha allievi…
Ma scusate…l’enciclica del Papa “Laudato si” non parla di salvaguardia del creato? Allora, per ricordare la tragedia di Vaia, non sarebbe stato molto più bello, educativo e sostenibile far fare ad un artigiano dell’Altopiano un bellissimo albero con il legno degli abeti abbattuti? Questo a mio avviso avrebbe rappresentato un vero messaggio di vita e di speranza, un vero cambio culturale. Purtroppo non è stato così…
Ora lassù a Malga Trugole rimane una profonda ferita; dove c’era un bellissimo abete rosso c’è solo una ceppaia morta a testimoniare l’ennesima occasione perduta per andare oltre l’orizzonte e far nascere una nuova visione di futuro.

GABRIELLA DIMASTRODONATO – LEI È MORTA!
LA SUA ULTIMA ESPRESSIONE IMPRESSA SUL VISO È L’ATTIMO DEL TERRORE!
NON HA AVUTO SCAMPO, STANATA O INSEGUITA FINO ALL’ESTREMO, HA VISTO I SUOI CUCCIOLI UCCISI PRIMA DI LEI, SENZA PIETÀ!
ORA RESTA SOLO IL RICORDO DI UN ESSERE BELLISSIMO E FIERO UMILIATO DA CHI, CON CODARDIA, NE HA FATTO TROFEO DI UN ASSURDO INTRATTENIMENTO CHE DIMENTICA OGNI BRICIOLO DI COMPASSIONE

 

SCIVOLATE DEMENZIALI

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Antonella Giordanelli– Come cittadina trovo eticamente inaccettabile che il MIPAAF abbia finanziato la campagna di Assocarni intitolata “la stellina della carne bovina”, inducendo il consumatore a credere che la carne (forse in quanto italiana) sia un alimento salutare prodotto nel rispetto dell’ambiente e del benessere animale, quando invece la carne rossa, è stata classificata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come probabile cancerogeno. Omettere d’ informare del rischio per la salute in una campagna finanziata con il denaro del contribuente, quando le malattie tumorali sono la seconda causa di morte in Italia con i conseguenti costi a carico della Sanità Pubblica, è contro l’interesse primario del consumatore in violazione dell’art.12 bis (Sicurezza) della edizione in vigore del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale:”[l]a comunicazione commerciale relativa a prodotti suscettibili di presentare pericoli, in particolare per la salute, la sicurezza e l’ambiente, specie quando detti pericoli non sono facilmente riconoscibili, deve indicarli con chiarezza”. I dati scientifici concordano che la zootecnia ed in particolare gli allevamenti industriali sono ecologicamente insostenibili per consumo ed inquinamento di acqua e suolo, oltre che per emissioni di gas serra (metano e CO2). Lo sbilanciamento tra la produzione agricola finalizzata a foraggiare gli animali detenuti in condizioni etologicamente innaturali, e l’equivalente che potrebbe sfamare direttamente la popolazione umana è scandaloso esempio di inefficienza energetica.

Franco Tassi – NO ALLE MALEPOTATURE!!! BASTA ALBERI FOCOMELICI!!! RIPRISTINIAMO LE SCUOLE DI GIARDINAGGIO! Quando girando per l’Italia incontriamo alberi potati da operai delle ditte che hanno avuto dai comuni l’incarico di operare “in conto legna”, ci troviamo di fronte a vergognosi massacri, contrari a ogni buona regola, dannosissimi per la pianta e per la vita che poteva ospitare, antiestetici e frutto di una sola finalità: accaparrarsi quanta più legna possibile, per produrre pellet o per tamponare la fame insaziabile delle esecrabili centrali a biomasse. Un meccanismo diabolico, in cui qualcuno certamente guadagnerà, ma tutti gli altri, abitanti e passanti, temperatura e qualità dell’aria, clima e bene comune, perdono valore e dignità. Il risultato sono miserevoli eserciti di poveri alberi focomelici, uccellini scacciati dal nido, ombra e frescura perduta, paesaggio urbano violentato e atmosfera generale non certo entusiasmante. Quello che i cittadini dovrebbero fare, allora, è inondare i comuni di motivate proteste, aggiungendo immagini delle più mostruose potature italiche, raffrontate con quelle ben diverse di altre città d’Europa, o extraeuropee. E forse sarebbe opportuno suggerire ai solerti reggitori della cosa pubblica di seguire strategie ben diverse. Assicurandosi anzitutto di affidare il verde pubblico a competenze indiscusse. Corrono infatti voci strane … Sembra che in molti casi certi assessori all’ambiente si occupassero soprattutto di immondizie, e si dice che i servizi giardini fossero diretti da veterinari. Andrà raccomandato, comunque, di spendere in modo migliore il pubblico danaro. Organizzando e lanciando una scuola di giardinaggio, sull’esempio di quella di Monza, qualificando il personale e incoraggiando il volontariato che, soprattutto dal serbatoio immenso di giovani e anziani, disoccupati e immigrati (e persino carcerati, autorizzati per buona condotta), non mancherebbe certo. Abbiamo visto in altre città del mondo un solo giardiniere istruire e seguire legioni di volenterosi collaboratori, curando in modo esemplare enormi spazi verdi, assicurandone in modo implicito anche la pulizia, e offrendo salutare impegno a moltissime persone, oltre a garantire risparmi non indifferenti. E abbiamo constatato, in altre città, che a disoccupati e immigrati veniva offerta la possibilità di prestare periodi volontari, come primo passo per la qualificazione e l’inserimento in attività di manutenzione, arredo e rigenerazione del verde urbano … Chi sarà capace di imitare questi virtuosi esempi? Ma tornando ai nostri alberi, la vera sfida futura sarà conservare grandi viali di maestosa bellezza, anziché cimiteri di desolazione. Sarebbe ora di capire che, come affermava un grande esperto, “la miglior potatura è quella che non si vede”. Leggera, sicura, armoniosa. Concepita non per produrre abbondante legname, ma autentico benessere.

Michele FasanoL’Italia non è mai stata una Nazione con una visione Ambientalista,lo dimostrano anche i pochi successi dei Verdi e compagni. Solo Verdi di nome ma Rossi di mente. E tutta questa cecità, la stiamo pagando a caro prezzo,allagamenti frane,valanghe ecc. ecc. e dulcis in fundo la soppressione del CFS.

Alessandro Ghezzer Quelli che sciano sulle tristi “strisce di carta igienica” non provano un vago senso del ridicolo?

Un tempo la neve artificiale era un espediente circoscritto, per far fronte ad emergenze ben localizzate in certi tratti di pista. Oggi la neve artificiale è strutturale, praticamente tutte le piste sono ormai innevate artificialmente. Significa che la neve, una volta abbondante, oggi non c’è o ce n’è sempre meno. Significa insomma che è un fenomeno che dura ormai da alcuni decenni. Un periodo temporale troppo lungo per i politici, che di solito pensano alla propria rielezione, e così finanziano coi soldi di Pantalone altri impianti, altre piste, anche a bassissima quota, contro la logica e contro il buon senso. E quando il rosso dei bilanci diventa profondo rosso, ecco la Provincia munifica che interviene ancora con altre montagne di soldi per rilanci fasulli, utili soprattutto a ottenere la rielezione del politico di turno. E quando si arriva fatalmente alla canna del gas, ecco che si provincializzano addirittura gli impianti. L’esatto contrario di quanto avviene in economie sane. Ma non importa: il senso del limite, e del ridicolo, è ormai ampiamente superato. Si scia perfino di notte, si vuole sciare anche in novembre. Se facesse abbastanza freddo, qualcuno pretenderebbe di sciare in ottobre e, perché no, magari anche a settembre. Incurante del consumo di soldi, energia, acqua, ambiente. E Dio non voglia che qualcuno si inventi la neve artificiale che non si scioglie.

Nonostante l’evidenza del cambio climatico che ormai è sotto gli occhi di tutti, ci si ostina a investire montagne di quattrini nello sci. Una volta che il carrozzone è stato messo in piedi, è impossibile fermarlo: deve girare a tutti i costi. Arriverà però, se non si inverte la rotta, il momento in cui la giostra si fermerà di colpo, come se gli avessero tagliato la corrente. Senza neve, chilometri di piste e di ferraglia saranno inservibili, l’economia di intere valli ridotta in ginocchio, il paesaggio distrutto. Ma questo non sembra preoccupare nessuno. Avanti a testa bassa, anche se in fondo al tunnel non c’è l’uscita ma un muro.

Antonio Di Lizia– Sull’arco alpino la stagione AIB per il CFS iniziava a fine ottobre e terminava con le prime nevicate importanti.

È sempre stato così ma prima era più raro e si estendevano meno quindi raramente facevano notizia.

C’era un tempo in cui era necessario distaccare un S64F in Liguria o in Piemonte mentre la sede di Belluno piuttosto che Celarda (Feltre) copriva la zona est delle Alpi.

Un lavoro silenzioso ma efficace fatto con onestà senza ostentarsi (purtroppo) in articoloni di giornale o apparendo in tv… Il Corpo Forestale dello Stato non mirava alla statistica o a passare per la star del momento… Era un lavoro di gruppo che grazie all’efficace apporto del personale di terra, ben dislocato, preparato e libero dal formalismo fuori luogo di un apparato militare, ha permesso per decenni fossero salvaguardate intere foreste… Ora il nulla e come nella peggiore ipotesi della “Storia infinita”, la nera oscurità avanza portando sventura… ·

Chiamate le fate, i maghi e gli stregoni, magari pregate… meglio illudersi con la fantasia piuttosto che confidare in un servizio inesistente ormai distrutto e, probabilmente, riguardo gli incendi, per lasciar spazio a interessi privati… Ho visto un gruppo di elfi che complottavano su come trovare il sistema per distruggere una fiamma, tanto dannosa al bosco! Dove sono in carabinieri forestali? Dov’è la tanto decantata “forza di polizia ambientale” più grande d’Europa?

Purtroppo l’aver militarizzato il personale del Corpo Forestale dello Stato ha permesso il totale abbandono del territorio costretti, come sono, ad illogiche quanto inutili e farraginose procedure di servizio. Il territorio, specie quello rurale e montano, è ormai alla mercé di chiunque voglia fare qualsiasi cosa, che sia raccogliere funghi o tartufi o altri prodotti della terra o che sia tracciare una strada con il quad o tagliare alberi posti in filare o in aree particolarmente delicate dal punto di vista geomorfologico, in barba di qualsiasi norma. Oltretutto si è aperto anche uno squarcio enorme nella normativa dopo che è stato approvato il nuovo Testo Unico Forestale.

Ho paura che se questo governo non prenderà immediatamente dei provvedimenti, e che non possono e non devono limitarsi a quelli di facciata (tipo nominare un ministro dell’ambiente ex CFS ora CC), la strada tracciata e che continuano a seguire i grandi “signori” dell’economia porterà inevitabilmente al disastro ambientale…

Alfonso Ricca- le competenze sono passate hai vigili del fuoco in sottorganico cronico, che non possono fare prevenzione sul territorio, senza esperienza, con basi lontane dalle aree montane etc etc

Emanuele Cabriolu – Ma io dico ma lo sanno come funziona un A.I. o no? Meglio rinunciare a quel trabiccolo di marchingegno elettronico stupido ma vuoi mettere la valutazione obbiettiva di una vedetta da quella fasulla erronea che fa correre tutti anche sui comignoli e che necessità di centinaia di pattuglie e migliaia di uomini ad ogni ora non penserà a tarzan che vola tra gli alberi, siamo seri pure quella era una truffa succhiasoldi mentre noi forestali si lavora per pochi euro ma con metodo e criterio valutando caso e caso obbiettivamente e dando delle priorità , tra cui l esperienza e la conoscenza del territorio e dei suoi fruitori non e’ un hobby ma bagaglio professional

Gildo Nurra – Perché non si pubblica anche la sentenza che condanna la Regione Sardegna Citando anche il Tribunale che l’HA emessa e chi erano i denuncianti. Quei marchingegni erano solamente una truffa, perchè non segnalavano proprio niente, se non fari di autovetture in transito. Mi riferisco alle grandi dichiarazioni di coloro che avevano approvato (questa specie di rilevamento ad infrarossi, molto costosa, ma MOLTO inutile) circa TRENTA ANNI addietro. Ancora con questa inutile STERILE commedias – Ciò che HA SEMPRE funzionato e continua a FUNZIONARE sono: le nostrane ILLUSTRI VEDETTE

Mario Actis Grosso – Già il Cfs quello tempestivo, quello che conosceva il territorio perché ai piedi aveva gli scarponi, quello che conosceva come si evolveva un incendio…quello che conosceva come brucia un bosco di latifoglie e una pineta….già e i miei boschi lo sanno bene cosa causa l’approssimazione…. Quando c’era un incendio il comandante Cfs arrivava sul posto in pochissimo tempo, prendeva il comando e spegneva sempre tutto prima che il fuoco sfuggisse di mano, ..una volta quando c’era il Cfs e le varie stazioni…

Mauro Cheli – Il collega Bottelli Massimiliano, nome in codice Libano,con Ombra ha ritrovato e salvato 23 persone dopo il violento sisma che ci fu in Abruzzo….in Provincia di L’Aquila…… una persona generosa….Uno di quei personaggi che pur di correre in aiuto d’un collega, non esita a rischiare anche di persona.. Grande Libano…. onorato e orgoglioso della sua amicizia. Ma soprattutto sono a conoscenza di tutte le cose che ha fatto per salvare le persone in difficoltà. In armonia con il disegno che Zamberletti aveva concepito per noi. Una persona del genere doveva essere valorizzato al massimo dalla istituzioni…..anche dopo l’età della pensione. Si trattava di salvare quante più vite umane era possibile salvare. Una democrazia compiuta avrebbe fatto tesoro di gente come lui. La cosa moralmente più grave, tra le tante conseguenti alla distruzione e poi alla definitiva soppressione del CFS, è stato l’aver abbandonato il progetto del cane lupo italiano e del Gruppo cinofilo CFS. Avevano salvato i colleghi, tante vite umane, in silenzio e senza fare clamore. Chi ci ha rimesso alle fine, sono tutti quei cittadini, che potrebbero averne avuto bisogno. Non riesco a capire, cosa avevano al posto della coscienza, certa gente…. Tra i primi cani lupo italiano che sono stati addestrati e a disposizione del Glorioso CFS per la ricerca di persone disperse, in armonia con il disegno che Zamberletti aveva concepito per noi, sono stati Camilla di Massimiliano Bottelli, Luna di Nicola Pierotti ( erano sorelle ) e anche Lucky dell’ispettore Bigiarini di Pieve Santo Stefano. Lucky oltre che bravo era anche un bellissimo esemplare. Poi qualche entità perversa, volle rovinare tutto negli ultimi anni di vita del CFS e il progetto cane lupo italiano, fu abbandonato. Una porcata del genere è la più grave, moralmente, in tutta la storia del CFS. Tante persone nel bisogno, che potevano e potrebbero essere salvate, non potranno più usufruire di anni di duro lavoro e di esperienza. Questo è.