UN FIUME DI SOLDI

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Giorgio Paesani – Oggi ho nuotato accanto a una pastinaca, vicino al suo aculeo mortale, poi mi sono messo su uno scoglio, facendomi sopportare da 4 spiriti liberati, 4 caproni selvatici con le loro dinamiche. Ho conosciuto il loro capo, il vecchio e zoppo Alfa e il futuro, Beta, che per un po’ ha pensato se rifilarmi una testata o meno. Poi non si è abbassato a tanto. Mentre Delta ululava con la lingua fuori e Gamma imparava il rispetto. Una giornata normale su questa Terra. Mentre in spiaggia gli umani si contorcevano per sorreggere o scalciare il sole al tramonto mentre si facevano fotografare. Sono restato lì. Sui liscioni della Ribercina e lì, tra gli scogli dei Mangani con gli occhi pieni di bellezza e di lacrime. Poi il sole è tramontato ancora una volta e i pulli del barbagianni hanno ripreso a soffiare di fame.

Antonio Di Lizia – Mi fa specie vedere come il Sig. Cherubini piuttosto che rivolgersi all’unico Ente competentemente e che avrebbe potuto valutare l’impatto e tutte le implicazioni relative il suo tour nazionale ovvero il Ministero dell’Ambiente o, al più al Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri, sulle circa 77 associazioni ambientali in Italia, si sia rivolto ad una associazione che, per quanto possa essere “competente”, non è altro che un’associazione di volontari al pari di Italia Nostra, Legambiente, Amici della Terra, Fondo Ambiente Italiano, Club Alpino Italiano, ecc. ecc..

Mi fa specie poi che il WWF, che nelle finalità statuarie riporta la missione di “fermare e far regredire il degrado del nostro Pianeta” con l’obiettivo de “la conservazione della natura e dei processi ecologici in tutto il mondo attraverso il perseguimento della conservazione della diversità genetica delle specie e degli ecosistemi, l’uso sostenibile delle risorse naturali, e la riduzione degli impatti antropici a beneficio delle presenti e delle future generazioni”, possa aver avallato tout court il tour senza imporre nessun’altra restrizione se non quella del divieto dell’utilizzo di plastiche (ma solo quelle che avresti portato da casa!) e la pulizia dei siti!

Diego Infante – L’odore dei soldi

Visto il parziale spacchettamento del Ministero dell’Agricoltura, con la delega al turismo che finalmente torna alle dipendenze del dicastero giusto (MiBAC), un ingenuo potrebbe chiedersi perché le foreste debbano continuare a dipendere da un ministero che fa della dimensione produttivistica il suo scopo precipuo.

La risposta è alla voce “silvicoltura” del Vocabolario Treccani, ove si legge:

“Ramo delle scienze forestali che si occupa dell’impianto e della conservazione dei boschi. Con sign. più ampio, il complesso delle scienze forestali aventi per oggetto il migliore sfruttamento economico possibile dei terreni coperti di boschi”.

Sic (sic!) transit gloria mundi.

La Treccani sarà pure datata, ma lo  anche l’approccio della maggio parte dei dottoi forestali italiani (con lodevoli eccezioni, ovviamente) e purtroppo vedo un enorme vulnus in gran parte della cultura forestale italiana, che fa del narcisismo autoreferenziale la propria cifra icastica.

Anziché prendere esempio da maestri quali Susmel, Alessandrini, etc., negli ultimi anni abbiamo assistito a un pauroso e anacronistico salto all’indietro.  

Nel silenzio generale dei media le ceduazioni a stecchino stanno stravolgendo il nostro patrimonio forestale, svenduto e derubricato a merce in ossequio a quel riduzionismo economico di cui il Mipaaft, in buona sostanza, si fa portavoce.

In Germania una enorme manifestazione di protesta è andata dritta al punto, portandosi fin sulle soglie del salone dell’auto di Francoforte. Duole constatare che noi italiani siamo distanti anni luce da questo fermento. Malgrado ormai tutti si riempiano la bocca di Green New Deal, in realtà credo che al fondo della questione ci sia solo mero “greenwashing”.

Spostare la competenza delle foreste al dicastero dell’Ambiente sarebbe una rivoluzione di portata epocale.

Ma visti i grandi interessi che ruotano attorno alla filiera del legno, dubito che una riforma del genere possa essere attuata si possono mettere a dimora ex novo foreste in spazi agricoli non utilizzati, cioè fuori foresta. Già accade con la pioppicoltura.

I tagli sui boschi esistenti vanno bloccati del tutto. È la posizione del Fondo Forestale Italiano Onlus

Valido Capodarca – IL FAGGIO DI VERGHERETO E GLI SPORCHI INTERESSI DEL CERCATORE D’ALBERI

Il calendario 2019 Ibc dell’Emilia Romagna, al mese di luglio ci presenta uno splendido faggio in località Casetta, sulle balze del Monte Fumaiolo, in comune di Verghereto (FC), di m. 6,50 di circonferenza. Appena leggo il nome di Verghereto, si risvegliano nel mio animo le sensazioni più brutte provate nei miei 40 anni di ricerche.

Mi rivolgo ora a chi con me condivide la passione per i grandi alberi, cioè agli amici cercatori.

Tu, malato di alberite, dopo un mare di telefonate interurbane dal casa, ti alzi alle tre di notte, fai il pieno di benzina, paghi il pedaggio autostrada, arrivi in zona, ti giri altri 200 km visitando 7 o otto alberi, mangi, per risparmiare tempo e denaro, panino in una mano e volante nell’altra, poi, spento l’ultimo raggio di luce, rifai lo stesso tragitto al ritorno, arrivi a casa all’una di notte, un bacio ai bambini già addormentati e via a letto, perché alle 6 e mezza ti devi alzare per andare al lavoro. E questo lo ripeti per altre 30 volte, prima di completare il tuo libro. Se in uno di questi viaggi ti presenti davanti a una villa sottoposta alla Soprintendenza ai Monumenti, non solo devi pagare il biglietto, ma dovrai pagare un tanto a foto, se le pubblicherai.

Se invece al tuo posto si presenta un rappresentante di un istituto, o una guardia forestale, spesata con fondi dello Stato, rimborsata di vitto e alloggio, quello entra gratis e non paga niente.

Il tutto nasce da un presupposto: la tua viene considerata una attività commerciale perché non è ritenuto possibile che uno sia così scemo da affrontare le fatiche, e soprattutto le spese per trovare degli alberi, se non ne avesse un tornaconto economico. Cioè, se lo fai è solo per lucro. Personalmente, nonostante tutti i miei otto libri siano andati esauriti, con nessuno ho recuperato metà delle spese con gli utili delle vendite. E lo stesso penso possano dire tutti gli altri.

Ma cosa c’entra Verghereto? Quando scrissi “Emilia Romagna, 80 alberi da salvare” (1984-86, era l’epoca in cui, contemporaneamente a me girava per la stessa regione un rappresentante dello Stato, tutto spesato, e diceva ai forestali: a quello non gli dite niente), la stazione di Verghereto mi segnalò solo una quercia di scarso pregio vicino al paese, ma si guardò bene dal segnalarmi questa meraviglia. Chissà perché? Comunque, dopo due anni di ricerche (a mie spese, ovviamente), l’Editore Vallecchi pubblicò il libro e, l’anno dopo ancora, mi pagò i diritti d’autore con i quali recuperai quasi metà di quanto avevo speso, soldi che comunque investii per il successivo libro sull’Abruzzo.

Quando richiamai la stazione di Verghereto, mi sentii raggelare da queste parole: “Capitano, lei ha finito di prenderci in giro, noi le abbiamo dato la nostra fiducia e lei ha fatto solo i suoi sporchi interessi”. Cioè, io avrei speso due anni di tempo libero sottratto alla famiglia, rimettendoci almeno due stipendi, rompendo le scatole ai forestali, per sete di guadagno. Gran senso degli affari!

Capite, amici cercatori, perché dobbiamo fare qualcosa per far sentire la nostra voce anche davanti alle istituzioni?

Alessandro Cerofolini – La gestione ministeriale degli alberi monumentali è scandalosa. La Direzione Generale delle Foreste senza risorse strumentali e logistiche, con pochissime risorse finanziarie e umane, con grande fatica e nel disinteresse generale è riuscita a ottenere nel 2019 e a finanziare dal prossimo anno un Fondo per le foreste italiane. La gestione degli Alberi Monumentali aveva bisogno di strutture territoriali, se non altro per formulare i pareri obbligatori per gli interventi di manutenzione, anche straordinaria, sugli alberi. Bastava firmare due righe di protocollo d’intesa col CUFA ma il CUFA, dopo essersi assoggettato tutte le risorse finanziarie del CFS, vuole ulteriori soldi per far fronte alla convenzione con la DIRezione generale delle FOReste . È stata presentata al Ministro della difesa una interrogazione parlamentare sul perché non è stata sottoscritta questa convenzione, peraltro prevista per legge. Una volta sugli Alberi Monumentali Italiani c’erano dei fondi specifici piuttosto consistenti che addirittura sono stati “restituiti” perché il CFS non è riuscito neanche a spenderli! Tali fondi vanno rifinanziati ogni anno con la legge di bilancio e la DIFOR nel 2019 non aveva neanche i capitoli di bilancio su questa materia….

Alessandro Bottacci – Una volta lottare contro il dissesto voleva dire piantare alberi e fare opere estensive sulle pendici e briglie negli alvei. Ora significa pericolosa canalizzazione dei torrenti, casse di espansione non funzionanti e, soprattutto, distruzione della vegetazione riparia, possibilmente allargando l’intervento ai boschi confinanti.

Costa deve stare molto attento. Delle Regioni non ci si può fidare. lo Stato deve riassumere le competenze in questo settore con una vera legge quadro, non con il decreto cippaboschi del Tuf

Cristiano Autolycos Manni – Quello che si dice circolo vizioso: aumentano i rischi idrogeologici (per aumento della vulnerabilità, non della pericolosità), e si susseguono interventi sui fiumi per mitigare i rischi localmente, aumentandoli globalmente. Oggi in provincia di Grosseto qualche fiume ha raggiunto i livelli di guardia, a fronte di piogge non certo abbondantissime. E tra 2 settimane avremo ancora i livelli idrologici sotto la media, come lo erano fino a l’altro ieri…

Colpa dei pesanti interventi sui fiumi.

Non so come mai, ma ho un certo timore che si finisca l’opera, già in atto, di distruzione degli ecosistemi fluviali in nome della famigerata “sicurezza”. Spero solo che si segua la scienza idrologica, e non le scelleratezze degli “idraulici laureati”. Ho fiducia nel ministro Sergio Costa, ma la maggior minaccia ambientale è nei pubblici uffici, nelle Direzioni generali, negli assessorati, nei genii civili, nei consorzi di Bonifica. Una pletora di, quantomeno, retrogradi che, coi soldi in mano, chissà che ti combina. Prima di distribuire soldi a pioggia, meglio preparare la strada con qualche decreto esplicativo e, soprattutto, come auspicato dallo stesso ministro, da una riforma organica di una normativa, quella in materia idrogeologica, frammentata in leggi, leggine e regii decreti. È assurdo che una materia così importante sia frammentata in una normativa statale e obsoleta, regionale e contraddittoria, che rimanda a una galassia di decreti, delibere, piani e atti di indirizzo che dicono tutto e il contrario di tutto, rendendo difatto arbitrario l’intervento dei soggetti competenti, ed inapplicabili le sanzioni. Uno spiraglio sembra aprirsi intorno all’art. 450 CP (delitto di pericolo colposo di inondazione). Ci sto studiando su…

Il fosso della Banditella: a meno che, oltre che arginato, il povero fiume non abbia anche l’alveo cementificato, nei sedimenti alluvionali forse vi è continuità tra fiume e falda. Non sono separati dall’argine, sotto cui l’acqua passa tranquillamente per via dell’elevata permeabilità…ma in questo caso può anche avvenire l’effetto opposto: l’abbassamento del carico idrostatico e l’effetto Bernoulli, possono convogliare l’acqua della falda collegata al corso d’acqua verso il deflusso. È solo l’altezza del battente idraulico che mantiene il livello di falda, almeno finché dura la piena. L’abbassamento della falda è una perversa conseguenza dell’aumento di velocità di deflusso, dovuto alla minore scabrezza dell’alveo e delle sponde.

Un tempo questi corsi d’acqua erano liberi di esondare, allagando i campi a riposo, fertilizzandoli con i limi di alluvione, e soprattutto ripienando la falda freatica, che garantiva suolo fresco e fertile anche in estate..Recentemente questo ed altri corsi d’acqua sono stati artificializzati e arginati, per impedire loro di esondare, e difendere questa agricoltura: uso di serre e fitofarmaci che inquinano suolo e acqua e, soprattutto il nostro cibo. Serre per spuntare qualche euro in più portando i prodotti 15 giorni in anticipo nei supermercati, invece che attendere la loro naturale stagione.

Questo è il modello per cui paghiamo più volte: coi soldi del nostro contributo di Bonifica, con le tasse, con la perdita di qualità territorio e con la nostra salute.

Ricordiamocelo, quando sentiremo parlare i nostri politici (cialtroni) di agricoltura.

Ma oggi è difficile trovare un bravo idraulico anche per gli impianti domestici…. Figurati per i fiumi!

Mauro Cheli – Questa mattina mi sono fermato un poco ad osservare un ruscello di Montagna. Bello….. l’acqua è bella nel suo scorrere ed è direi poesia…..il suono dello scorrere dell’acqua ha un effetto sicuramente rilassante…..pensi guardandola a tante cose…… pensi a come gli antichi l’abbiano rispettata e l’abbiano usata con rispetto per far crescere i loro popoli, le loro civiltà…..basta pensare agli Etruschi….pensi alle briglie costruite dal Corpo Forestale dello Stato, nei torrenti di Montagna….. pensi ai cantieri forestali stimolati da Amintore Fanfani e affidati al Corpo Forestale dello Stato con i suoi numerosissimi operai specializzati dell’epoca…. rimboschimenti finalizzati a coprire il terreno denudato ed evitare il dilavamento diminuendo la velocità dell’acqua che si doveva poi ritrovare a valle e dalle valli, nelle città. Oggi invece ogni volta che piove è emergenza, perché le montagne sono sempre di più abbandonate e perché gli operai specializzati sono sempre di meno….e ogni volta che piove si chiudono le scuole….. così che la previsione e la prevenzione vengono sempre di più dimenticate, valorizzando sempre di più di conseguenza (intendiamoci, lodevole opera di chi si impegna anche in modo volontario, ci mancherebbe), chi opera in emergenza. Occorre che il buon senso torni a regnare sotto il cielo azzurro della nostra Patria, altrimenti sarà davvero la fine

POLITICA né BELLA né NOVA

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Antonella Giordanelli – Le POLITICHE AGROALIMENTALI e FORESTALI di Martina e Centinaio hanno incentivato consumo di carni rosse, espianti, pesticidi, disserbanti, deforestazione e tutto quanto può consumare ed inquinare acqua e suolo tramite gestione fitosanitaria e zootecnica fino alla desertificazione… Fu Martina a decretare oltre all’obbligo d’ espianto delittuoso dei patriarchi anche l’irrorazione velenifica della terra..e l’ANFOR al suo congresso per la rinascita del CFS tra i veri pensionati ha invitato al tavolo tecnico SILLETTI, quello dal Martina nominato commissario straordinario e promosso dirigente superiore, che è stato imputato dalla PROCURA di BARI per il piano contro xylella… !!!
 

MAURO CHELI – TUTTI SANNO DI CHE PASTA SONO FATTO E NON PERDONERÒ MAI, QUELLA ENTITÀ POLITICA PERVERSA CHE HA VOLUTO SOPPRIMERE IL MIO GLORIOSO CFS, CHE È STATO LA MIA VITA, COME LO È STATO PER TANTI MIEI COLLEGHI AUTENTICI. TUTTAVIA, NON CONDIVIDO IL FATTO CHE SI VOGLIA MORTIFICARE DA SUBITO, UN MINISTRO DELL’AGRICOLTURA APPENA NOMINATO, SOLO PERCHÉ È IN POSSESSO DELLA SOLA TERZA MEDIA. IO HO SEMPRE APPREZZATO GLI OPERAI FORESTALI CHE NON AVEVANO UN TITOLO DI STUDIO SIGNIFICATIVO, MA CHE MI HANNO INSEGNATO MOLTE COSE UTILI AL MIO LAVORO, MOLTO PIÙ DI QUELLE CHE AVEVO APPRESO ATTRAVERSO I LIBRI. CERTAMENTE, L’OTTIMALE SAREBBE AVERE UNA BELLA PREPARAZIONE TEORICA E POI ANCHE PRATICA. MA, IL NOSTRO MINISTRO, POVERETTA, NON HA POTUTO FARE DI PIÙ DELLA TERZA MEDIA, POICHÉ DOVEVA ANDARE A LAVORARE NEI CAMPI. E PER QUESTO DEVE ESSERE RIDICOLIZZATA? PER QUESTO? È LA CONOSCENZA CHE DOVREBBE AIUTARE A MIGLIORARE LA CONDIZIONE UMANA, MA LA CONOSCENZA TUTTA, ANCHE QUELLA DI CHI LAVORA CON LE MANI E LE HA CALLOSE E SPORCHE. SE, E PARLO PER QUELLO CHE È ACCADUTO CON IL CFS, CHI LO DIRIGEVA AVESSE FATTO QUALCHE ANNO DI OPERAIO FORESTALE E AVESSE AVUTA CONTEZZA DI QUELLO CHE SIGNIFICA SACRIFICIO, INVECE DI ESSERE DIVENUTO LAUREATO, OVATTATO NELLE PIÙ TÈNERE CURE FAMILIARI, ALLA MARCEL PROUST PER INTENDERSI, PIÙ DIFFICILMENTE SI SAREBBE LASCIATO SEDURRE DA QUEI QUATTRO MASCALZONI CON I COLLETTI BIANCHI, UGUALI A LUI, CHE AVEVANO DECISO DI CHIUDERE IL CFS. SE AVESSE CONOSCIUTO L’UMILTÀ E IL SACRIFICIO DI CHI CONOSCE DAVVERO LE DINAMICHE DELLA NATURA, ANCHE SE NON SA ESPRIMERLE IN UN LIBRO, SI SAREBBE OPPOSTO CON TUTTE LE SUE FORZE A QUELLA SCELLERATA SCELTA CHE VENNE FATTA NEI PALAZZI DEL MISTERO. QUELLO CHE MANCA IN QUESTO PAESE È L’UMILTÀ E SI DÀ PER SCONTATO CHE LA VERITÀ DIMORI NEI PALAZZI DELLE UNIVERSITÀ E NEGLI AMBIENTI ASETTICI DEI MINISTERI. NON È COSÌ……UN QUALSIASI BOSCAIOLO POTREBBE DARE DELLE LEZIONI DI VITA A TUTTI QUEI SIGNORI CHE SI PAVONEGGIANO E CHE CREDONO DI LEGIFERARE E IMPORRE IL PROPRIO PUNTO DI VISTA, SOLO PERCHÉ SI SONO LAUREATI IN MATERIE SPECIFICHE. UN QUALSIASI AGRICOLTORE POTREBBE DARE DELLE LEZIONI DI VITA E NON SOLO A CHI HA GESTITO L’AGRICOLTURA IN QUESTI ULTIMI ANNI. BEN VENGA IL MINISTRO CHE SA DA DOVE VIENE IL PRODOTTO DELLA TERRA, E SE DOVESSE VESTIRE ANCHE I PANNI DELL’AGRICOLTORE PURE NELL’ESERCIZIO DELLE SUE FUNZIONI, IO NE SAREI CONTENTO. SPERO CHE FACCIA UN BUON LAVORO E CHE AIUTI A PROGREDIRE I PIÙ DEBOLI CHE LAVORANO PER PRODURRE IL CIBO ANCHE A QUELLI CHE NON HANNO MAI LAVORATO LA TERRA E SI PERMETTONO DI OFFENDERE CON SUPERBIA CHI LA TERRA L’HA LAVORATA DAVVERO.

Cosimo Fema – Sig. neo Ministra Bellanova a LEI che difende la Scienza ne possiamo parlare di questo ?? Da contadino ad una ex contadina…
< Oggi non è più il momento di attaccarsi agli sciamani, è il momento di riconoscere il ruolo della scienza e della tecnica, applicare tutto quello che è giusto fare per bloccare quel batterio, e per ripopolare quel territorio, eradicazione e investimenti, eradicazione è il futuro che si deve costruire su quel territorio>. (Teresa Bellanova)

LUIGI RUSSO – CHE COSA C’ENTRA LO #SCIAMANESIMO CON LE FAKE TEORIE DELLA #SETTA #STASICCATUTTUSULLA XYLELLA?SENTITO PIÙ VOLTE USARE LA PAROLA “SCIAMANO” IN QUESTI ANNI DA PARTE DI INDUSTRIALI AGRICOLI PUGLIESI O DEI LORO AMICI POLITICI, L’ULTIMA APPENA 3 GIORNI FA SUL TG1. COME PER LA XYLELLA E PER LE BATTERIOSI VEGETALI, I SEGUACI DELLA SETTA #STASICCATUTTI PALESANO SEMPRE GRAVI CARENZE CONOSCITIVE, NON SOLO SULLA BIOLOGIA O AGRONOMIA, MA ANCHE SU TUTTO IL RESTO, COMPRESE LE RELIGIONI. CHE COSA È LO SCIAMANESIMO IN VERITÀ ? (CF HTTPS://WWW.STUDISCIAMANICI.IT/…/CHE-COS-E-LO-SCIAMANESIMO.…). LO SCIAMANESIMO È LA PRATICA SPIRITUALE PIÙ ANTICA CONOSCIUTA DALL’UOMO. NELLA FORMA TRADIZIONALE È UN SISTEMA DI CREDENZE E COMPORTAMENTI PRESENTE ALL’INTERNO DI DIVERSI TIPI DI CULTURE. LO SCIAMANESIMO È DIFFUSO IN TUTTI I CONTINENTI, DALL’AMERICA DEL NORD E DEL SUD, ALL’AFRICA CON LE SUE FORME ANIMISTICHE, ALL’AUSTRALIA CON IL TEMPO DEL SOGNO, FINO ALLE FORME SPIRITUALI DELLE ISOLE POLINESIANE E IN SU NELL’ASIA. LA PAROLA SCIAMANESIMO INFATTI DERIVA DA ‘SAMAN’ UTILIZZATA NELLA CULTURA TUNGUSO SIBERIANA E STA AD INDICARE COLUI CHE CONOSCE. IN EUROPA LE PRATICHE TRADIZIONALI SONO RIMASTE SOLO TRA I SAMI (LAPPONIA), MA LO SCIAMANESIMO STA RIVIVENDO UNA SUA DIFFUSIONE ANCHE NELLA CULTURA OCCIDENTALE, ATTRAVERSO PRATICHE, CHE SENZA FARE RIFERIMENTO AD UNA SPECIFICA TRADIZIONE, POSSONO ESSERE ANTROPOLOGICAMENTE CONSIDERATE SCIAMANICHE.
LO #SCIAMANO VIENE GENERALMENTE CONSIDERATO COME UN GUARITORE E UN MEDIATORE TRA IL MONDO CONOSCIUTO O REALTÀ ORDINARIA E IL MONDO SPIRITUALE. VIENE CONSIDERATO ESPERTO NEL COMUNICARE CON GLI SPIRITI AIUTANTI (ANIMALI DI POTERE E MAESTRI SPIRITUALI) ATTRAVERSO IL CAMBIAMENTO DEL SUO STATO DI COSCIENZA QUOTIDIANO, ENTRANDO QUINDI IN UNO STATO DI COSCIENZA ALTERATO PER ‘VIAGGIARE’ NELLA REALTÀ DEI MONDI SPIRITUALI, E RIPORTARE POTERE, SAGGEZZA E GUARIGIONE PER IL SUO CLIENTE.
LE PRATICHE SCIAMANICHE DI GUARIGIONE E DI CONOSCENZA SONO CARATTERIZZATE DA TRATTI COMUNI PRESENTI IN TUTTE LE PARTI DEL MONDO, È QUINDI UN SISTEMA FLESSIBILE, CHE SI È ADATTATO NEL CORSO DEL TEMPO, INFATTI LE PRIME PRATICHE SCIAMANICHE DOCUMENTATE DAI PITTOGRAMMI NELLE CAVERNE RISALGONO AD ALMENO 30.000 ANNI FA.
LO SCIAMANESIMO HA LO SCOPO DI RIPORTARE ARMONIA ED EQUILIBRIO TRA IL MONDO VISIBILE, QUELLO DELLA REALTÀ COMUNEMENTE PERCEPITA, ED I MONDI SPIRITUALI INVISIBILI. OGNI PROBLEMA SPERIMENTATO NELLA VITA DELLA COMUNITÀ O DELL’INDIVIDUO È CAUSATO DA UNA DISARMONIA NEL MONDO INVISIBILE. LO SCIAMANO CON LE SUE PRATICHE DI ‘PULIZIA’ DELLE INTRUSIONI, DI RECUPERO DI DETERMINATI POTERI O ADDIRITTURA DI PARTI DI ANIMA È IN GRADO DI RIPORTARE EQUILIBRIO E PACE NELLE PERSONE. SOLO ATTRAVERSO IL RAGGIUNGIMENTO DELL’EQUILIBRIO CON IL MONDO NATURALE E SOPRANNATURALE È POSSIBILE VIVERE IN ARMONIA E PROSPERARE. PIÙ PRUDENZA, DUNQUE, QUANDO SI RILASCIANO INTERVISTE O DICHIARAZIONI. BASTEREBBE A VOLTE FARE PICCOLE RICERCHE SU GOOGLE METTENDO LA PAROLA CHE SI VUOLE USARE…

Giuseppe Vinci Chi parla in questo modo, come ad esempio i sacerdoti del piddì, vivono con una mentalità di stampo restauratrice come fosse in pieno positivismo pseudo illuminista. Per loro il progresso si misura in termini materialistici in base al principio della cumulatività espressa dal sorgere del capitalismo. Insomma stanno indietro di un paio di secoli circa. Il loro materialismo, che è lungi dall’essere quello di stampo marxista, e che è unicamente fondato sul denaro, li costringe alla peggiore delle schizofrenie. Il tutto dettato dalla più profonda ed essenziale ignoranza. Non è roba da titoli di studio. Qui si tratta di intelligenza emotiva o se vogliamo anche di empatia. Un esempio?
La neo ministra ha bisogno di fare pace col cervello… Gli alberi si curano, dice. Ma se si eradicano come caspita si possono poi curare?
Ci vorrà forse un esorciccio?
Alessandro Bottacci Sperimentare la distruzione degli oliveti vetusti?! Naturalmente!!! È stata messa lì apposta per portare avanti le nefandezze renziane: distruzione degli olivi del Salento con la scusa della Xylella e attuazione della legge ammazza foreste. Da una renziana convinta cosa vi aspettavate?
 
Cristiano Autolycos Manni Uno dei rischi maggiori è che l’olivicoltura pugliese, ad alti costi per la raccolta sulle piante pluricentenarie, sia sostituita da un’olivicoltura integrata nelle filiere industriali, come ad esempio in Spagna, fatta di olivi bassi e in filari, per permettere la raccolta meccanizzata. Non è la prima volta che la sinistra si muove per tutelate il “lavoro” generico, senza intenderne il senso datogli dalla Costituzione, favorendo invece il bracciantato dell’azienda agraria capitalistica. Per questo parole come “rigenerazione del paesaggio” fanno venire i brividi, se non adeguatamente chiarite.

DONATELLA NARDI – MA INVECE DI CASCARCI COME PERE A DISCUTERE SUL MALCOSTUME DI OFFENDERE LE CARATTERISTICHE FISICHE DELLE DONNE, PERCHÉ NON PARLARE INVECE DI CHI È IL MINISTRO BELLANOVA COME POLITICO?. EBBENE DAL MIO PUNTO DI VISTA CI ESCE MALISSIMO: HA GIA’ DICHIARATO DI SOSTENERE LA DISTRUZIONE DEGLI OLIVI MILLENARI DI PUGLIA A VANTAGGIO DELLE MULTINAZIONALI DELL’INTESIVO“NELL’AMBITO DEL PIANO SILLETTI, FAMIGERATO COME “XYLLETTI” (IL COMMISSARIO DELEGATO NEL 2015 DAL MINISTRO MARTINA PD IN FORZA AL GOVERNO RENZI) E DEL NUOVO TESTO UNICO FORESTALE (DL N 34 DEL 3/4/18 VARATO DAL MIN MARTINA NEL GIÀ DECADUTO GOVERNO GENTILONI),… UN QUALSIASI CORSISTA AGRONOMO (OPERAIO O DOCENTE), INTELLIGENTE O IMBECILLE, È TITOLATO A CONDANNARE A MORTE, COME PRESUPPOSTI FUTURI INCURABILI, ULIVI MILLENARI POSITIVI AL BATTERIO XYLELLA FASTIDIOSA, NONOSTANTE SIANO VIVI E VEGETI ORA COME NEI SECOLI ADDIETRO….RIGUARDO AI MESCHINELLI ASSASSINI CHE ERADICANO GLI ULIVI CON LA VIGLIACCA BRUTALITÀ DELLE MACCHINE DI MORTE PER LIBERARE LA VIA AL GASDOTTO TAP, PER IMPIANTARE LE VITI IMPRENDITORIALI DEL SENATORE BARESE, PER RICONVERTIRE I FRANTOI D’OLIO IN CENTRALI A BIOMASSE, NEANCHE L’ETERNE FIAMME INFERNALI RINNOVERANNO IN PERDONO IL MIO ODIO. “ IL VIRGOLETTATO È DI ANTONELLA GIORDANELLI