Valido Capodarca – CARABINIERI E CORPO FORESTALE? INCOMPATIBILI!
Vi sono delle realtà che, a volerle mettere insieme si creano dei pastrocchi assolutamente incapaci di produrre qualcosa di buono, perchè uno dei due deve snaturarsi e, ovviamente, sarà quello dotato di minor peso, che così smetterà totalmente di funzionare. Un aneddoto autobiografico sarà ampiamente esplicativo.
Era il 1977, anno più anno meno. Io, tenente del Corpo Automobilistico ero in servizio quale comandante del Plotone RR presso il 19° Btg. Cor. “M.O.Tumiati” e avevo ricevuto l’ordine dal nostro Comando Brigata Friuli di effettuare una autocolonna addestrativa. Le autocolonne! Il mio piatto forte. Presso i Reparti Automobilistici per i quali le avevo effettuate nel 7 anni precedenti mi avevano fruttato più di un elogio, per il preciso rispetto di tutte le regole: efficienza degli automezzi, velocità di marcia, distanza interveicolare, segnaletica in ordine, rispetto esatto al secondo dei tempi di sosta, rientro con precisione cronometrica. Sapendo che al punto indicato per la sosta (un ampio spiazzo sul greto del torrente Marina), ci sarebbe stato il Generale Comandante di Brigata a controllarci, avevo dato il meglio di me nell’organizzare ed effettuare l’autocolonna. Arrivati, precisi al secondo, al luogo di sosta, mi ero appena fermato che venni investito dalle urla del generale comandante. “Tenenteeee! Ma li vede i suoi soldati? Due si sono tolti il basco, altri hanno bottoni della camicia slacciati, il fucile lo tengono dietro il sedile, anziché a fianco, per rispondere subito a un attacco nemico. Molti hanno i finestrini abbassati (si era in luglio), sì che se un terrorista volesse buttare una bomba in cabina, lo farebbe in tutta comodità!”
Già, c’erano 4 operai a spalare ghiaia sul greto del torrente, ma non mi sembravano proprio terroristi!.
Insomma, l’aver eseguito con meticolosità tutto ciò cui ero stato addestrato alla scuola della Motorizzazione, per un generale di Fanteria non serviva a niente, avendo egli ricevuto tutt’altro addestramento alla scuola di Fanteria. Avrei voluto tanto ricoprire di vaffa il mio superiore, ma nella vita militare – come affermava argutamente il mio maresciallo D’Acquarica – c’era questo di aberrante: se due si mettono a discutere, si guardano l’un l’altro sulle spalline e sanno già chi ha ragione.
Eppure, Fanteria e Motorizzazione fanno entrambe parte dell’Esercito.
Carabinieri e Corpo Forestale, invece, provengono da due mondi e due generi di attività completamente differenti. Se la gente comune fino ad oggi vede nel carabiniere il garante della propria sicurezza, nell’agente forestale ha sempre visto l’amico al quale rivolgersi per un consiglio sui problemi dei propri alberi; l’aspetto investigativo e sanzionatorio, pur se presente, fa da contorno all’attività principale. Se il Comandante Regionale dei Carabinieri è un generale di Brigata e il Comandante del Corpo Forestale è un colonnello (correggetemi se sbaglio) è ovvio che sarà l’Arma dei Carabinieri a dare all’ex Corpo Forestale, con le sue direttive, una impronta del tutto simile alla sua, cioè più rivolta all’investigazione di reati e all’attività sanzionatoria. Tutti abbiamo assistito ai problemi che tutta l’Italia, in specie il Piemonte, ha avuto molto di recente con gli incendi. Sarà un caso che sia coinciso con la soppressione del Corpo Forestale? Personalmente, assisto con molta pena alla perdita di decine di alberi monumentali, totalmente abbandonati al loro destino, dopo che il Corpo Forestale aveva impiegato anni per censirli. Ma come possiamo pretendere che l’Arma dei Carabinieri li ritenga una priorità? Io, a questo punto, mi aspetto di tutto, persino una scena del genere. Il Comando dell’ex Corpo Forestale inoltra un messaggio di questo tenore al Comando dei Carabinieri: “Nella nostra provincia una colonia di cerambici sta distruggendo tutte le querce; si prega di impartire direttive.” E il Comando dei Carabinieri che risponde: “Investigate a 360 gradi; individuate i colpevoli e arrestateli!”
Antonella Giordanelli – secondo me prima di censire gli alberi monumentali hanno prima censito le più inette tra le forestali ed entrambi hanno fatto confluire in elenco nel minpaaf: degli ulivi MILLENARI del Salento neanche una scheda è stata sottoposta alla sovrintendenza di Brindisi, grazie ad una circolare della dott Angela Farina che prescriveva di soprassedere al censimento negli uliveti troppo antichi e troppo numerosi !!! la scelta è stata provvidenzialmente oculata giacché ci s’è risparmiato il lavoro anche per il futuro essendo poi ed ancora eradicati grazie a xylella e tap: occhio non vede, cuore non duole !
Gianfranco Oliverio Gentile – non facciamo più le martellate. …le graticciate. ..le gradonate. …