LO STATO FORESTALE ITALIANO

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Carmelo – Cesare Patrone e Tullio del Sette sono stati insigniti a Firenze , presso la sede dell’Accademia Forestale, come soci onorari dell’Accademia Italiana di Scienze Forestali dal suo presidente prof. Orazio Ciancio , in occasione della giornata internazionale delle foreste.
Mumble mumble… il primo è un ingegnere, il secondo è laureato in legge.
Il primo ha lasciato distruggere il Corpo forestale dello Stato, il secondo ha fatto piantare due sequoie a Casale Renzi in Roma.
🤔 Sequoie?
Giganti autoctoni di questo areale. 🧐

Monia – e perché non due baobab??

Antonella – ma perché i baobab sono pericolosi: possono mordere

Monia – Se faccio seccare tutte le piante di casa, ho qualche speranza anch’io di diventare socia onoraria?

Angela – Le mie sono già tutte secche… proponetemi per l’encomio solenne

Rossano – Mettiti in fila. Il prossimo socio è Attila..

Alessandro – la votazione funziona così: il consiglio dell’Aisf prepara una lista di candidati e la invia si soci ordinari, ogni socio cancella dalla lista quelli che non vuole, alla fine passano quelli con più voti.
Purtroppo diciamo che è stata una scelta non proprio felice in questo momento.

Carmelo – Quella di piantare le sequoie?

Antonella – è giusto nella giornata delle foreste dare dignità a funghi e muffe del sottobosco, del resto l’8 gennaio il prof. Ciancio aveva firmato a Del Sette un assegno postdatato, ops un protocollo d’intesa. Ahh……accademie………….. accademici………………..e accademiate !!!!!!!!!

Giorgio – Veramente non è una “scuola”, è un’associazione culturale e scientifica riconosciuta dal ministero dei beni culturali. Chi sta dentro decide chi entra….

Roberto – Sarebbe come assegnare il Nobel per la pace a Kissinger o a Simon Perez o…
ops…

Arianna Castello – Uscendo da lavoro mi sono trovata di fronte a questo scempio…la sensazione di vuoto e subito la domanda…”ma perché??” Guardate la solitudine dell’altro albero..gli hanno ucciso il compagno della vita…da posto romantico a posto di solitudine..

Lucina Lanzara – Sconvolgente ….. sembra che sanguini…… non ci sono parole…..

Vladi Fais – il regolamento comunale di Palermo, giustamente e chiaramente non entra nello specifico delle singole essenze, dà delle indicazioni di carattere generale, nel caso della pianta in questione, ficus elastica anche classificata come ficus magnoloides, essendo pianta che produce ” radici aeree ” ( quello che possiamo vedere meravigliosamente a piazza marina, dai rami che si sviluppano in orizzontale o con varia inclinazione, scendono al suolo delle radici che toccano il terreno, lo bucano e attecchiscono e nel tempo accrescono il loro diametro diventando veri e propri tronchi o colonne portanti tramite le quali l’albero può svilupparsi in orizzontale ) quindi nel caso di pianta che produce e sviluppa radici aeree non ha senso parlare di nessun tipo di potatura di formazione ! unici interventi ammissibili tra quelli riportati nel suddetto regolamento sono quelli di rimozione delle branche secche o eventualmente pericolanti , cosa che nel caso dell’elastica, che come dice anche il nome è….elastico 😉 quindi non tende a spezzarsi… pericolo di crollo ??? (prima hanno detto che erano caduti rami adesso la fessura.
Ma di cosa stiamo parlando????) …… dalla sezione dei tronchi non mi sembrano malati , marci fradici da fare temere un crollo….1000 possibilità volendo….si poteva cinturare con una fascia metallica e puntellare ma qualora un esame serio avesse detto che era pericolante ma credetemi non lo era…quell’albero questo povero meraviglioso albero scoppiava di saluteeeeeee !!! IN CHE CLASSE DI CPC ERA STATO POSIZIONATO ? le classi di cpc sono 5 ” classi di propensione al cedimento stabilite dalla società italiana di arboricoltura…… è stata fatta una valutazione del genere ? E’ stato almeno applicato il protocollo VTA ( Visual Tree Assessment ) ??? ma dicono vero ???

Brada Tedeschi Guerriero – No non e’ vero io ho visto un moncone integro. Tra l ‘altro prima hanno detto che erano caduti rami adesso la fessura. Ma di cosa stiamo parlando???? Ma a giudicare dai numerosissimi tagli effettuati il verde palermitano, ammesso sia vera la storiella non gode di una buona salute.Non sarebbe il caso di far intervenire oltre il boia il medico?

William Formicola – ….un tronco del genere ben piantato era a pericolo di caduta…..???????

Michele Gallo Ricovero – Più che una potatura ho l’impressione che sia un lavoro propedeutico alla successiva estirpazione, occhio che di notte e notte lo fanno sparire, spero di sbagliarmi

Ettore Rapisarda – Ci sono persone valide che saprebbero potare senza fare questo scempio. Cioè toglierlo.Con un altro albero il problema rimarrà uguale. Non lo hanno controllato in passato. Le potature ad un albero cittadino,si fanno per rendere più forti i rami. È una arte la potatura che viene fatta da persone specializzate. Ma autoreggenti? Basterebbe eseguire una potatura annuale di contenimento. I pali ester dopo non serviranno. Accorciare i rami secondari ogni anno,si rafforza quello portante,primario che reggerà tutto benissimo. È difficile spiegarlo qui. Ci vogliono lezioni tenute da esperti.

Ettore Rapisarda – Si,infatti. Abbandonati e quando il vento spezza un ramo li tolgono? Ciò che appare ovvio,cioè una manutenzione sistematica,diventa un togliere per rimettere altri. Il problema rimane uguale. Anche agli altri alberi si spezzeranno i rami. È così difficile comprenderlo? Un albero centenario non ha lo stesso valore di uno piccolo che dovrà crescere. (Io sono giardiniere e ho sempre visto la manutenzione carente negli alberi comunali.)

Bruno Cirrone – si ma c’ è la via di mezzo tra le non potature e l’abbattimento! Esistono le potature mirate ed intelligenti per salvare i nostri alberi e tutelare le persone. E’ come uccidere un grande elefante…. Guardate tutti cosa hanno appena tagliato al Foro Italico di Palermo!!! Un albero monumentale ed uno dei più belli di Palermo! Qualcuno dice era caduto un ramo…Non si poteva salvare almeno in parte?

Vincent Cannella – È uno schiaffo alla vita

Gianmaria Vancheri – In tutte le città civili si piantano alberi per far sì che crescano enormi e con le loro fronde diano ombra, ossigeno, profumo, proteggano dalle polveri. A Palermo si odiano gli alberi grandi, basta vedere come li pota il comune: tronchi enormi mutilati lasciando 4 foglioline. Potature fino alla morte per poi estirparli e sostituirli con piccoli arbusti rachitici. Vergogna.

Emanuele Cabriolu – Stesso problema di altre parti: cade qualche foglia ed ecco ci si precipita trincerandosi dietro una presunta pubblica incolumità con una destrezza impressionante come nelle condanne a morte più efferate; nessun accorgimento, tutto ci è dovuto: aria, spazio, traffico, abitazioni per cui alla fine ci si sorprende se sparuti alberi soffocati dal cemento su improbabili cordoli come equilibristi del circo cadono o perdono stabilità o pure stremati dalla siccità o dalle condizioni estreme perdano foglie o rami secchi, sia mai, cadranno a morte senza il beneficio di un po’ di spazio o acqua; perché poi chi ci amministra non è più sensibile dei suoi concittadini al verde pubblico, visto non come di tutti, ma di nessuno.

Mari Caro Valgua – Ma che cazzo stanno facendo in ‘sta città..ma che problemi hanno con questi alberi? Era l?’unico bello ad avere terra in abbondanza sotto di sé..l’ unico ad offrire la sua ombra sulla panchina..ma sono degli idiotiiiii

Rosi Lima – Ci sarà qualcuno veramente malato, al Comune di Palermo!!!…..
Così come ai tempi del sacco di Palermo, c’era qualcuno altrettanto malato che odiava il centro storico con palazzi e palazzine, bei viali, e tanto verde……!!!

Rosario Sanfilippo – Questa città viene continuamente violentata da questi burocrati che ci privano di queste meraviglie senza pensarci un attimo. È uno schifo io non mi vergogno di essere palermitano, mi vergogno di essere governato da questa amministrazione che pensa solo a fare cassa.

Gianmaria Vancheri – Quello degli alberi ê un grosso business. Si pagano le parcelle dei botanici che non capiscono un cazzo, si giustifica il lavoro di questi animali che non hanno un briciolo di competenza in agraria e si rivende la legna da ardere. Guardate le altre città d’Italia: alberi enormi nei viali e anche a ridosso di costruzioni . Solo da noi li massacriamo con potature assurde fino alla morte così siamo giustificati ad abbatterli

Gaetano Cuomo – Ma se togliessimo ogni dente con una carie invece che curarlo e prendercene cura, lo estraessimo, saremmo quasi tutti edentuli. Ma teste di pipa che non siete altro, ci viole molto a fare eventualmente un recinto e lasciare che la natura continui a vivere, quell’albero può vivere centinaia e centinaia di anni e diventa Re grandissimo . Tra l’altro Palermo vanta , rispetto al resto d’Italia , alberi più antichi in assoluto. Piantare un altro albero non giustifica il gesto compiuto , dal tronco direi che quello aveva almeno 200 anni. Ci vogliono sensibilitá e passione per crescere e migliorarsi, la grettezza e l’ ignoranza , portano solo desolazione e sgomento.
Invito , se nella fortunata ipotesi ci fosse un responsabile di questo ….misfatto…di rendersi conto che la grandezza di ognuno di noi si misura in tutte le proprie azioni e questa mi sembra una di quelle. Avete fatto una cazzata, chi lo ha permesso é un incompetente, arido limitato poveraccio.

Marcello Cozzo – Che scempio! Ci sarà qualcuno in grado di spiegare ed assumersi la responsabilità? Ciò che ha impiegato anni per crescere, viene distrutto in un colpo solo. Senza possibili alternative!

Beatrice Feo Filangeri – Si doveva mettere in sicûrezza, é datato 1830, se un monumento ha delle crepe si abbatte? Inoltre qualora fosse l’unica soluzione il cittadino DEVE essere informato prima . Gli alberi non sono del Comune di Palermo, ma dei cittadini, tutti Mi CHIEDO cosa ci stanno a fare tutti questi scienziati agronomi e botanici se non sanno salvare o mettere in sicurezza un albero un esemplare storico del 1830 ……quindi l’unica soluzione é sempre l’abbattimento NON CI INTERESSERÀ PIÙ LA SOLITA FALSA GIUSTIFICAZIONE DI UN ALBERO MALATO ( che non era) O PERICOLANTE , BASTA ! Un albero che lacrima resina, un esemplare centenario ridotto a pezzi, non accettiamo più scuse, frottole e mistificazioni. Urge una reale manutenzione del verde che non sia ridotta solo agli abbattimenti, urge una reale compensazione urge un’informazione preventiva e la valutazione di metodi alternativi alla sega elettrica ….. Basta con le mistificazioni é una situazione che sta degenerando troppo, Palermo é quindi la città dei taglia legnai. Una diffida presentata al Comune di Palermo un mese fa firmata da Comitati Civici, Comitato Bene Collettivo,associazioni , Laboratorio Ambiente IDV e da me come Pres. AMA Ecology Italia, non é servita a nulla… Se permettiamo ancora la linea degli abbattimenti , e se permettiamo questo, permetteremo ancora di più…Vi prego di comprendere la gravità dei continui sfregi al nostro patrimonio verde. Uniamoci tutti per salvare la bellezza di una Palermo ridotta ad un cimitero botanico.É ora di dire BASTA e mandarli a casa. Un esposto in Procura firmato da tantissimi cittadini . Al momento é l’unica soluzione. Laboratorio Ambiente e Ama Ecology stanno preparando un dossier di centinaia di documenti e foto dove si evince un danno ambientale, estetico ed erariale senza precedenti. É stata predisposta un’interrogazione Comunale e Regionale sull’accaduto. La notizia mi arriva dal Consigliere Amella M5S, anche riguardo i permessi da parte della Soprintendenza riguardo l’abbattimento di questi Patriarchi . …il responsabile é lui : Musacchia che tenta di dare frottole di giustificazioni, ma nessuno gli crede più .. Dovrebbe avere la dignità di dimettersi dopo aver ridotto la città in uno stato indegno . Chiederemo noi le dimissioni sue e dei responsabili di questo cimitero botanico in espansione. Bravi bravi palermitani . La città in rivolta . Finalmente qualcosa sta cambiando. Se dinnanzi a cotanto non agiamo li autorizziamo a fare sempre di più.. É ora di porre fine a questo massacro. Urge l’unione di tutti. Una petizione per porre fine a tutto questo e mandare a casa questi criminali

Angelo Dolcemascolo – Con quale diritto terreno oltraggiano opere divine. Non meritate proprio la ricchezza, la magia, la sacralità di questa terra. Chiunque sia stato a firmare il verdetto della condanna di quest’albero si deve vergognare e dovrebbe essere condannato per crimini contro l’umanità, per avere privato tutti quanti di una meraviglia del genere. Vergogna.

Luca Pratz – Che dio vi accompagni presto alla stessa sorte di questo essere inerme…….

 

Una risposta a "LO STATO FORESTALE ITALIANO"

  1. Lazzaro Manlio Detti 19 ottobre 2019 / 16:09

    Non posso scrivere il commento appropriato a queste sciagurate vicende perche’ rischierei qualche querela per diffamazione!!! “chi ha orecchio intenda)

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