FORESTALE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE !

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Sergio Costa: L’avevamo promesso e l’abbiamo fatto. È nata la nuova Commissione Via Vas. Vi sembrerà una notizia di poco conto e invece è determinante per il nostro futuro e sono felice di essere riuscito a portarla a termine dopo un lavoro durato quasi un anno.
La Commissione Via Vas effettua le valutazioni di impatto ambientale dei progetti, delle opere, dalle trivellazioni ai grandi impianti industriali, per intenderci.
Ebbene, quella che fino ad oggi ha operato era stata nominata più di dieci anni fa. Scaduta, ma non rinnovata e sulle nuove nomine decretate nella scorsa legislatura c’erano state inchieste e rilievi della Corte dei Conti.
In genere erano nominati dai miei predecessori con chiamata diretta.
Io ho voluto un avviso pubblico, alla quale potessero partecipare i migliori professionisti del Paese. E ho predisposto che per la prima volta la commissione dovesse essere costituita anche da medici, perché tra ambiente e salute c’è un rapporto imprescindibile.
Sono arrivati più di 1200 curricula e abbiamo formato varie commissioni di valutazione costituita da docenti universitari e giuristi per selezionare i curricula di tecnici, giuristi, esperti ambientali e medici.
E quindi sono felice di annunciare che dopo mesi di lavoro da parte dei selezionatori, i nuovi 40 commissari, sono pronti ad entrare in azione per il bene del Paese, la tutela dell’ambiente e la salute dei cittadini. È un’eredità che lascio con grande gioia al futuro dell’Italia. Buon lavoro a tutti !
La direzione su cui questo governo è andato e deve andare sul tema “ambiente” è sempre stata chiara.
Dobbiamo cambiare il paradigma ambientale, a qualsiasi costo. E non è il Movimento 5 Stelle o il Ministro Costa a dirlo, ma scienziati come l’Ipcc, cioè il braccio scientifico delle Nazioni Unite, e le continue, tragiche, manifestazioni del cambiamento climatico a cui stiamo assistendo.
Stop trivelle, riduzione dei rifiuti, stop inceneritori, chiusura delle centrali a carbone entro il 2025: sono punti essenziali di un manifesto programmatico che è necessario adottare, per il bene delle future generazioni.
Gli inceneritori sono antieconomici, e volerne di nuovi per affrontare le attuali criticità dei rifiuti è un controsenso visto che per costruire un inceneritore ci vogliono circa 5-7 anni (e altri 20 per il rientro economico dell’investimento).
Ricordo a tutti che il sistema degli inceneritori ancora in funzione brucia i rifiuti che potrebbero invece essere trasformati in materia prima.
Vogliamo cambiare questo sistema e rendere davvero i rifiuti una risorsa? O vogliamo continuare a sprecare materie preziose?
Per questo una delle mie prime azioni da ministro è stato creare una specifica competenza per l’economia circolare nel ministero dell’Ambiente. Fino al 10 agosto 2018, quando questo è avvenuto, l’economia circolare era solo un tema da discussioni nei convegni. E con la nuova organizzazione del ministero da poco approvata sarà creata una direzione generale specifica per l’economia circolare. È fondamentale approvare quanti più decreti End of Waste possibili, affinché i rifiuti vengano veramente valorizzati: come recentemente fatto con i pannolini che adesso possono diventare nuova cellulosa oppure gli pneumatici usati trasformati in erba sintetica e campi di calcetto e con i prossimi da farsi al più presto.
Ci vuole del tempo ma la politica del cambiamento radicale non è quella del tutto e subito, ma quella della visione nella giusta direzione e di continui atti che la sostanzino, per salvare il Pianeta e creare nuovi posti di lavoro.
Le trivelle distruggono il nostro territorio per ottenere materie prima altrettanto impattanti per le emissioni climalteranti. 20 anni fa non esistevano alternative diffuse, oggi si. Siamo irremovibili sul fatto che oggi dobbiamo dirigere gli incentivi dal fossile alle rinnovabili, tra l’altro triplicando i posti di lavoro. Insieme al Mise stiamo elaborando il Pitesai, il piano per la transizione energetica sostenibile per le aree idonee e con il decreto Fer1 abbiamo già orientato gli investimenti verso le rinnovabili. Si può fare e lo stiamo facendo.
Sono molte le centrali a carbone in Italia che oggi ancora funzionano e sono operative. Non è una colpa ma è ora che il Paese si riconverta: stop a queste centrali entro il 2025. Non è uno slogan, è scritto nel Piano Nazionale per l’Energia e Clima vincolante e inviato in Europa, e dichiarato uno dei migliori piani europei. Stop all’energia fossile, per un Paese 100% rinnovabile.
Il lavoro non è tanto… è tantissimo, ma se non continuiamo in questa direzione non possiamo salvare il nostro futuro, e quello dei nostri figli e nipoti, neanche quello a noi prossimo.
Ad maiora semper
Antonella Giordanelli: tutte le politiche del leghista Centinaio a cominciare dall’uso dei pesticidi in agricoltura e ai contributi agli allevamenti intensivi, principale causa d’inquinamento globale, sono state una continuazione delle nefandezze di Martina, a detta di molti il peggior ministro dell’agricoltura italiano. L’unico punto a favore di Centinaio era la sua reiterata difesa VERBALE del CFS. Se è vero quel che m’ha confidato, che ad opporsi alla ricostituzione del CFS è stata la ministra Trenta, la vedo dura col prossimo governo, anche perché non mi pare proprio che vi sia intenzione da parte dei gruppi parlamentari M5S di proporre alcun valido ddl in merito…quando rimangono le Vilma Moronese e si sospendono le Paola Nugnes…..
Fulvio Mamone Capria : molte criticità ambientali vengono autorizzate dalle Regioni, dai Comuni, etc! Per semplificare, la materia del “governo del territorio” spetta alle Regioni tranne che per le linee generali, dettate dallo Stato.
Quindi invocare la bacchetta magica di un ministro su questioni regionali e locali dove non si può intervenire crea solo false aspettative.Pensare che un ministro intervenga al posto della Regione per la mancanza di un Piano impiantistico o per fermare tout court un’autorizzazione ad un impianto di energia rinnovabile è solo un modo per trovare sempre qualcuno più in alto a cui appellarsi, ma non va così. Non si può “d’Autorità del Ministro” fermare un’autorizzazione concessa da un Comune e/o dalla Regione. Non possiamo mandare i Carabinieri…!!! Va bene emotivamente cercare qualcuno che ti ascolti, ma è scorretto proceduralmente.
Se volete risolvere le questioni fatelo a livello regionale. Non fate sconti ai Governatori, i veri amministratori del territorio. Lo Stato può impugnare le leggi regionali incostituzionali, ma non entrare nelle competenze esclusive di quest’ultime.Sarà stato un errore la riforma del Titolo V della Costituzione, occorrerebbe rivedere la forza e le competenze delle Regioni e delle Province autonome? Probabile! Ma questa è l’Italia che abbiamo al momento.Quindi ricordatevi che il vostro Presidente di Regione conta tantissimo, forse troppo, e dovete vigilare sugli atti che producono.
La sfida alla tutela ambientale passa molto da una corretta gestione regionale.

Una risposta a "FORESTALE AL MINISTERO DELL’AMBIENTE !"

  1. Marco Agnoletti 7 settembre 2019 / 7:37

    Ora che l’orrendo governo è realtà, vorrei sapere come sente il ministro Costa a rimanere ministro insieme a coloro che hanno distrutto il Corpo Forestale… Il Pd ritorna come gli zombi. Ministro si dimetta e voti la sfiducia a questa roba, sia coerente, non ci faccia pensar male, perché sa come finisce, no? A pensar male…

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