IL CORAGGIO DELLA DIGNITA’

Sono uno dei circa 7600 Forestali che subisce questa riforma.

L’ing Patrone, capo del Corpo, aveva promesso di venire in ogni regione per illustrarci il decreto attuativo della Legge Madia, ma non ha tenuto questi incontri né di persona, né delegando.

Ing. Patrone,

Lei dice che i carabinieri ci accoglieranno a braccia aperte, ma allora perché non condividono il nostro orgoglio di avere, unico caso tra le 5 forze di polizia, una donna come vicecomandante generale?
Perché la dott.ssa Stefani, sempre in posizione operative e con ventennale esperienza di comando sarà declassata in futuro in un ufficio del Ministero?
Del futuro di tutti gli altri comandanti, donne e uomini, nulla ci è dato sapere. Non sappiamo neanche che ne sarà di noi, né che ne sarà di Lei, ing.Patrone, che, caso unico nella nostra storia bicentenaria, ci ha diretti per ben 13 anni!
Peccato non abbia aperto in questi anni un canale comunicativo tra Lei, ing. Patrone, e noi Forestali della base. Sarebbe venuto a conoscenza che i Forestali contrari all’accorpamento sono ben più di una decina di scioperanti per regione.
Di manifestazioni sotto le sedi istituzionali ce ne sono state anche di nazionali a cui invano L’abbiamo  invitata a venire per incontrarci e verificare le motivazioni della nostra contrarietà.
Se Lei, ing Patrone avesse avuto la bontà di predisporre un sondaggio interno avremmo avuto modo di rispondere ad ogni suo questionario.
Adesso è tardi per recuperare un rapporto conoscitivo e fiduciario e quindi, ing. Patrone, vorrei informarLa che noi Forestali, non solo quelli iscritti ai sindacati, ci siamo organizzati, anche in modo autonomo, per ricorrere in tutte le sedi contro il Decreto predisposto e da Lei emanato.
Noi Forestali da oltre due anni stiamo vivendo una situazione drammatica di smarrimento e di abbandono pur continuando a servire con orgoglio la nostra Patria.
E Lei, ing. Patrone, questo dovrebbe averlo intuito quando ha omaggiato nella camera ardente Benedetto Fracassi. Era l’alba del 1 dicembre 2015 quando, nella tenuta presidenziale di Castel Porziano, con uno sparo Benedetto Fracassi ha deciso di concludere la sua vita operosa e silente in Forestale piuttosto che sopravvivere snaturato in un modo d’essere imposto dall’alto.
Forestali si nasce, si vive e si muore. 

Benedetto Fracassi non intendeva rappresentare monito e rimorso per nessuno, ma dare forza e orgoglio a noi. A noi Forestali.

Raffaele Seggioli, assistente forestale

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